Enrico di Gand (lat. mediev. Henricus de Gandavo)
(lat. mediev. Henricus de Gandavo) Teologo (Gand 1217 o 1223 - Parigi o Tournai 1293). Canonico a Tournai (1267 e 1278-79), arcidiacono di Bruges (1276), fu maestro di teologia a Parigi dal 1276 al 1292 e intervenne in tutte le principali polemiche del tempo (nel 1282 ebbe a dichiararsi contrario ai privilegi degli ordini mendicanti). Abbiamo di lui una Summa theologica, 15 Quodlibeta, significativa testimonianza delle dispute parigine, e commenti alla Fisica e alla Metafisica di Aristotele. In questi scritti si avverte l’influenza della tradizione agostiniana: E. combatte la dottrina dell’individuazione tramite la materia, ricercando negli individui proprietà essenziali distintive; avverso anche alla distinzione reale di essenza ed esistenza (in polemica con Egidio Romano), ritiene che l’esistenza non aggiunga nulla all’essenza, indicando piuttosto un rapporto (respectus) con Dio. Condivise in un primo momento la dottrina dell’unità della forma sostanziale, che poi ritrattò ponendo nell’uomo una forma corporeitatis che informa il corpo, e una forma, o anima spirituale, creata da Dio. Accetta sostanzialmente la dottrina agostiniana dell’illuminazione come aspetto del «generale concorso» di Dio nell’operare di ogni creatura, essenziale per percepire la veritas degli oggetti; agostiniano è anche nell’accentuato primato riconosciuto alla volontà, facoltà essenzialmente attiva (simpliciter activa) e quindi autonoma da ogni determinazione esteriore.