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ENRICO di Gand

di Luigi GIAMBENE - * - Enciclopedia Italiana (1932)
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ENRICO di Gand (Henricus de Gandavo)

Luigi GIAMBENE
*

Teologo, detto doctor solemnis, nato a Gand verso il principio del sec. XIII, morto a Parigi o a Tournai il 29 giugno 1293. S'ignora il suo nome di famiglia, falsa essendo la notizia che appartenesse ai Goethals o (latinamente) Bonicollii. Scarsi i dati biografici sicuri: nel 1267 viveva a Tournai, nel 1276 era arcidiacono a Bruges; fra il 1278 e il 1279 tornò, con questo titolo, a Tournai. Frequentò l'università di Parigi, che nel 1277 lo nominò magister. Da Martino IV venne scelto nel 1282 per disputare sui privilegi degli ordini mendicanti riguardo alla confessione: privilegi che egli avversò.

Opere: Principali i quindici Quodlibeta (Parigi 1518; Venezia 1608 e 1613), e la Summa theologica, incompleta (Parigi 1520; Ferrara 1646). Altre opere filosofiche, autentiche e spurie, furono pubblicate da A. Ventura (Bologna 1701); altre sono tuttora inedite.

La filosofia di E. di G. è, nella sostanza, una continuazione di motivi agostiniani, ma condotta con vigore e novità tali da far comprendere come Duns Scoto la citasse e discutesse molto. La sua dottrina più caratteristica è forse quella concernente il principium individuationis, da lui posto non nella materia, bensì in una duplex negatio che, aggiungendosi alla forma, ne escludeva ab intra ogni molteplicità e ab extra ogni identità con altro. Egli deduceva così l'individualità da un principio strettamente ideale, anticipando in certa misura la concezione scotista dell'haecceitas e s'intende come, per questa via, egli potesse considerare identica, in re, l'essenza e l'esistenza. D'altra parte, e proprio in forza di tale concezione, egli non poteva più considerare la materia come qualcosa di meramente negativo (secondo il più genuino motivo platonico dell'agostinismo); e ne distingueva anzi tre gradi di essere, secondo che essa fosse o assolutamente indeterminata nella sua prima creazione, o determinata come potenza, o, infine, determinata dall'attuazione stessa della forma. Ciò era del resto una rivendicazione del motivo della potenza, egualmente palese anche nella riaffermazione (che qui preannunciava tipicamente lo Scoto) della supremazia agostiniana della volontà, potentia activa, sull'intelletto, potentia passiva. E agostiniano E. restava anche quando vedeva il supremo principio di ogni conoscenza in una divina illustratio, che, pur presentandosi nell'aspetto di un intellectus agens, assicurava comunque il mistico accordo della filosofia con la rivelazione.

Bibl.: Huet, Recherches historiques et critiques sur la vie, les ouvrages et la doctrine de H. de Gand, Gand 1838; K. Werner, H. v. G. als Repräsentant d. christl. Platonismus im XIII Jahrh., in Denkschr. Akad. d. Wiss., Vienna 1878; F. Ehrle, in Archiv f. Litter. und Kirchengesch., I (1885), pp. 365-401, 507-08; H. Delehaye, Nouvelles recherches sur H. d. G., Gand 1888; M. de Wulf, Hist. de la philos. scol. dans les Pays-Bas et la principauté de Liège, Lovanio 1895, pp. 46-272; id., Histoire de la phil. en Belgique, Bruxelles 1910, pp. 80-116; J. Lichterfeld, Die Ethik H. v. G.s in ihren Grundzügen, Erlangen 1906; R. Braun, Die Erkenntnislehre H.s v. G., Friburgo (Svizzera) 1916. Per la bibliografia concernente le questioni particolari; v. Ueberweg-Geyer, Grundr. d. Gesch. d. Phil., II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 764-65.

Vedi anche
Agostino, Aurelio, santo Dottore della Chiesa, filosofo e teologo, vescovo d'Ippona e santo (Tagaste in Numidia, od. Sūq-Ahras in Algeria, 13 nov. 354 - Ippona, od. Bona, 28 ag. 430); fu uno dei quattro grandi Dottori della Chiesa occidentale, detto "il Dottore della Grazia".  La sua opera ha segnato la storia della religiosità ... Alessandro di Hales Teologo e filosofo (Hales, contea di Gloucester, 1170-80 - Parigi 1245). Fu il primo scolastico che conobbe tutta la filosofia di Aristotele e di parte dei suoi commentatori. Vita Maestro nella Facoltà delle arti di Parigi prima del 1210, poi maestro di teologia (già negli anni 1229-31), entrato nell'ordine ... intelletto La facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.). L’uso filosofico del termine, nella forma greca del νοῦς, è inaugurato da Anassagora, che con esso identifica la divinità ... rivelazione Nella storia delle religioni, manifestazione da parte della divinità di sé stessa, della propria esistenza e natura, dei propri poteri (in tal caso r. può equivalere a epifania, ierofania, teofania), oppure della propria volontà e di alcune verità altrimenti inaccessibili alla mente umana, eventualmente ...
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Vocabolario
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enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
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