Ferri, Enrico
Penalista e politico (S. Benedetto Po 1856-Roma 1929). Professore di diritto penale nelle università di Bologna, Siena, Pisa e Roma. Deputato al Parlamento dalla 16ª alla 26ª legislatura. Uomo politico di estrema sinistra, militò nel Partito socialista (capeggiando la corrente cosiddetta integralista) e ne divenne uno degli esponenti di maggior rilievo; diresse il giornale Avanti! dal 1900 al 1905. Dopo l’avvento al potere del fascismo abbandonò le file socialiste e aderì al regime. Nel marzo 1929 fu nominato senatore del regno. Nominato nel 1919 presidente della Commissione reale per la riforma delle leggi penali, pubblicò un Progetto di codice penale italiano (1921), preceduto da una Relazione che, tradotta in più lingue, influì largamente sulla legislazione penale degli altri Paesi. Fu il rappresentante della scuola positiva di diritto penale e il fondatore della sociologia criminale. F. nega il libero arbitrio e il correlativo concetto di responsabilità morale, giustificando la punibilità del reo non con la moralità della sanzione, ma col valore di questa come fattore che si contrappone agli altri fattori nella determinazione del delitto e della recidiva. Di qui il concetto di sostitutivo penale, come rimedio di prevenzione del delitto. L’opera fondamentale di F. è la Sociologia criminale (5ª ed., 1929; 1ª ed. nel 1881 col titolo I nuovi orizzonti del diritto e della procedura penale).