FERRI, Enrico
Penalista, oratore e uomo politico nato a S. Benedetto Po (Mantova) il 25 febbraio 1856, morto a Roma il 12 aprile 1929. Fu allievo di Roberto Ardigò al liceo di Mantova e di Pietro Ellero all'Università di Bologna, dove si laureò nel 1877 con una tesi su L'imputabilità umana e la negazione del libero arbitrio. Vinto un concorso di perfezionamento all'estero, frequentò nel 1879 l'università di Parigi, pubblicando gli Studi su la criminalità in Francia dal 1825 al 1878 (Roma 1880). Libero docente nel 1879, fu dal 1884 al 1929 professore di diritto penale nelle università di Bologna, Siena, Pisa e Roma. Tenne inoltre alcuni corsi di lezioni all'Ècole des hautes études sociales di Parigi e all'Université nouvelle di Bruxelles. Nel 1908 e nel 1910 fu nell'America del sud (Argentina, Brasile, Uruguay, Chile) per conferenze e lezioni universitarie. Deputato al parlamento dalla XVI alla XXVI legislatura, fu nominato senatore nel marzo 1929 (morendo prima della convalida e del giuramento). Come uomo politico di estrema sinistra, svolse notevole attività, specie di propaganda, e dal 1900 al 1905 diresse il giornale Avanti!
Nel settembre 1919 fu nominato presidente della commissione reale per la riforma delle leggi penali, che pubblicò nel 1921 un Progetto di codice penale italiano (Roma 1921) preceduto da una Relazione dettata dal Ferri. Progetto e relazione furono tradotti in varie lingue, influendo grandemente sulla scienza e sulla legislazione dei varî paesi.,
Il F. è stato il più grande rappresentante della scuola positiva di diritto penale e il creatore della sociologia criminale. Partendo anch'egli, come gli altri positivisti, da una concezione naturalistica dell'uomo, secondo la quale tutte le azioni umane, e quindi anche il delitto, sono fenomeni determinati dal processo cosmico, il Ferri nega il libero arbitrio e il correlativo concetto di responsabilità morale. Al delitto il delinquente giunge necessariamente spinto da cause, o fattori, antropologiche, fisiche e sociali. La punibilità del reo è giustificata non dalla moralità della sanzione, bensì dal valore di questa come fattore che si contrappone agli altri fattori nella determinazione del delitto e della recidiva. Di qui la teoria dei sostitutivi penali, ossia di quei rimedî, che, recati a tempo debito, eliminano le ragioni della pena eliminando le ragioni dello stesso delitto. Superando l'indirizzo prevalentemente antropologico del Lombroso e insieme l'astrattismo psicologico-giuridico del Garofalo, il Ferri ha condotto la scuola positiva al più alto grado che le era consentito dai suoi presupposti speculativi. Aver fatto sentire, sia pure attraverso le contraddizioni di una concezione meccanicistica, l'unità intima del mondo sociale, e aver educato a concepire il delitto non come il male e la responsabilità del solo delinquente, significa aver posto una pietra miliare nella storia del diritto penale.
L'opera fondamentale del F. è la Sociologia criminale (5ª ed., 2 voll., Torino 1929; con prefazione e note di Arturo Santoro). La prima edizione fu pubblicata a Bologna nel 1881 con il titolo I nuovi orizzonti del diritto e della procedura penale. Tra gli altri scritti si notano: La teoria dell'imputabilità e la negazione del libero arbitrio (Firenze 1878); Socialismo e criminalità (Torino 1883); Socialismo e scienza positiva (Roma 1894); Difese penali (3ª ed. in 3 voll., Torino 1925); L'omicida, 2ª ed., e L'omicidio-suicidio, 5ª ed. (Torino 1925); Studi sulla criminalità (2ª ed., Torino 1926); Principi di diritto criminale (Torino 1928). Fu direttore della rivista La scuola positiva, che nel 1891 Giulio Fioretti aveva fondato a Napoli.
Bibl.: B. Franchi, E. F., Torino 1908; F. Costa, Delitto e pena nella storia del pensiero umano, Torino 1928; I. Radulesco, Un grand savant, E. F., Bucarest 1929; Scritti in onore di E. F. per il cinquantesimo anno di insegnamento universitario, Torino 1929; B. Cassinelli, L'avvenire del diritto penale, Roma 1930; U. Spirito, Storia del diritto penale italiano, 2ª ed., Torino 1932.