TROIS, Enrico Filippo
– Nacque a Venezia il 1° luglio 1838, figlio del medico Francesco Enrico e della contessa Fortunata Zorzi Papadopoli Comneno.
Perse il padre a sedici anni, avvenimento che gli fece compiere studi discontinui di chimica e farmacia. La passione per le scienze naturali, e in particolare per la zoologia, lo avvicinò al naturalista Gian Domenico Nardo, dal quale apprese le tecniche basilari della preparazione tassidermica, rimanendo poi un punto di riferimento per tutta la sua vita.
Nel 1865 fu assunto nel ruolo di conservatore del civico museo Ferdinando Massimiliano di Trieste; dal giugno del 1866, e fino alla sua morte nel 1918, fu conservatore, preparatore e custode delle collezioni del reale Istituto veneto di scienze lettere ed arti di Venezia. Il trasferimento a Venezia fu dovuto al segretario dell’Istituto, Giacinto Namias, che era legato da rapporti di amicizia con la famiglia Trois e conosceva bene il giovane naturalista e ne aveva apprezzato le capacità durante la preparazione delle collezioni industriali e naturali che sarebbero state inviate all’Esposizione mondiale di Londra del 1862. Il neoassunto conservatore si impegnò immediatamente nella preparazione di reperti tassidermici conservati a secco e in liquido che, nello spazio di trent’anni, assommeranno a migliaia di preparati.
Nella primavera del 1871 Trois propose all’Istituto veneto la realizzazione di un acquario, un apparato di ricerca e di esposizione di cui si stavano dotando i migliori musei di scienze naturali europei. Namias appoggiò il progetto che passò anche al vaglio del ministero della Pubblica Istruzione, che ne valutò la staticità e l’impatto estetico sull’area marciana. Trois rivendicava con forza l’originalità del progetto di istituire il primo acquario e laboratorio di piscicoltura d’Italia, che avrebbe favorito lo sviluppo scientifico-industriale di uno dei settori più importanti dell’economia lagunare. Aperto nel 1873, l’acquario fu però chiuso il 31 dicembre 1876 per la scarsa frequentazione.
Trois fu autore di numerosi scritti sull’anatomia animale, soprattutto su quella dei pesci, pubblicati negli Atti dell’Istituto veneto di scienze lettere ed arti. Lo studio della fauna marina dell’Adriatico costituì uno dei fulcri della sua opera, aiutato dalla semplicità di reperimento degli esemplari dovuta alla frequentazione del mercato ittico. Come era già avvenuto in passato per anatomisti e ittiologi come Georges Cuvier e Louis Agassiz, spesso erano gli stessi pescatori che lo avvertivano quando trovavano nelle reti specie o esemplari aventi caratteristiche peculiari. Diverse pubblicazioni segnalavano appunto il ritrovamento di specie poco conosciute in area lagunare e costiera. Trois dava anche conto delle nuove acquisizioni nelle raccolte zoologiche dell’Istituto veneto.
Un aspetto importante delle sue ricerche riguardò l’interesse per i sistemi circolatori e linfatici dei vertebrati marini e, in particolare, dei pesci ossei adriatici. Seguendo ancora una volta una lunga tradizione di ricerca, Trois iniettava nei vasi degli esemplari cere o gelatine colorate o incolori, così da mettere in evidenza la struttura fine dei sistemi osservati. A dispetto della notevole produzione bibliografica che rendeva conto dei risultati ottenuti, al pari di molti suoi predecessori Trois non svelò mai i metodi di conservazione e preparazione dei reperti, che rimangono a tutt’oggi sconosciuti.
Il contributo di Trois all’incremento delle raccolte scientifico-naturalistiche dell’Istituto, anche con donazioni personali, fu fondamentale. Nel periodo veneziano realizzò oltre duemila preparati (più della metà dei quali riguardanti l’anatomia dei pesci adriatici), e molti ne realizzò a Trieste, per non parlare di quelli inviati alle Esposizioni mondiali di Vienna (1873), Parigi (1878) e Milano (1883), che gli valsero riconoscimenti e numerosi premi.
A Venezia ricoprì diversi incarichi pubblici, spesso a titolo onorifico. Fece parte del Comizio agrario e di piscicoltura del distretto lagunare e dal maggio del 1883 all’agosto del 1907 fu addetto ai servizi batteriologici. Fu consigliere provinciale dal 1889 al 1894; vicepresidente dal 1900 della Società regionale veneta di pesca e acquicoltura; dal 1906 al 1909 fu anche membro della Commissione provinciale di viticoltura, enologia e pesca fluviale e lacuale.
Morì a Venezia nel novembre del 1918.
La tradizione artigianale di cui Trois fu un notevole interprete e la pratica della segretezza dei metodi di preparazione impiegati resero difficile trovare un nuovo conservatore alla sua altezza. L’Istituto veneto, d’accordo con il Comune di Venezia, decise lo spostamento delle collezioni scientifiche nel Fontego dei turchi, sede del nascente Museo di storia naturale. I suoi preparati sono ora esposti nella sala di museologia scientifica del Museo di storia naturale.
Opere. L’elenco completo delle opere si trova in M. Bon - C. Vianello - S. Zampieri, Enrico Filippo Trois (1838-1918). Preparati zootomici al Museo di storia naturale di Venezia (catal.), Venezia 2006 (anche on-line, http://msn.visitmuve.it/it/ricerca/pubblicazioni-scientifiche/ quaderni/).
Fonti e Bibl.: M. Minio, Le collezioni di E.F. T. e l’attività naturalistica dell’ottocento veneziano, in Annuario del Museo civico di storia naturale di Venezia, 1928, pp. 13-21; G. Gullino, L’Iistituto veneto di scienze, lettere ed arti, dalla rifondazione alla seconda guerra mondiale (1838-1946), Venezia 1996; E. Ratti, Le origini del museo civico di Storia naturale di Venezia, in Le scienze biologiche nel Veneto dell’Ottocento. Atti del sesto Seminario… 1996, Venezia 1998, pp. 181-191; N. Bressi - A. Colla, Zootomie: antichi preparati anatomici nelle collezioni del Museo civico di storia naturale di Trieste (catal.), Trieste 2000; M. Bon - C. Vianello - S. Zampieri, E.F. T. (1838-1918). Preparati zootomici..., cit.