Ghezzi, Enrico
Critico cinematografico e autore televisivo, nato a Lovere (Bergamo) il 26 giugno 1952. In veste di ideatore di programmi e cicli televisivi dedicati al cinema ha svolto un ruolo chiave sia nella diffusione di film e di cinematografie inconsuete e di difficile visione, sia nella rilettura di cineasti classici, generi e momenti della storia del cinema, sempre presentati e selezionati con uno sguardo critico originale. Tale impegno si è inquadrato in una concezione innovativa del mezzo televisivo, impostata da G. smontando ed esplicitando modalità comunicative e nessi immaginari tramite il montaggio, procedimento cinematografico per eccellenza, o mediante commenti e note a margine incorporati nel lavoro e capaci di amplificarne il senso o di inquadrarlo storicamente.
La sua formazione è avvenuta a Genova, dove nel 1975 si è laureato in filosofia, con una tesi in filosofia morale che già preludeva a quell'allargamento dell'esercizio della critica cinematografica a orizzonti filosofici che avrebbe poi contraddistinto il suo approccio teorico; sempre a Genova, nel 1974 aveva fondato (con Marco Giusti e Teo Mora) una rivista intrisa di cinefilia fin dal nome, "Il falcone maltese". Dopo aver vinto nel 1978 un concorso di programmista-regista per la sede di Genova della Terza rete Rai, trasferitosi a Roma, dal 1980 si è occupato della programmazione cinematografica di Rai Tre, curando cicli di film sotto titoli che esplicitano di volta in volta il particolare taglio critico delle scelte: Schegge di futuro, Lo specchio scuro, Femmina folle, e Magnifica ossessione (curato insieme a Marco Melani) che, con le sue quaranta ore non-stop, fu nel novantesimo anniversario della nascita del cinema (1985) una delle più lunghe maratone della storia della televisione. Dal 1987, nel periodo della direzione di A. Guglielmi, G. è passato a occuparsi del palinsesto della Terza rete Rai. In tale ruolo ha anche ideato programmi che sono diventati negli anni autentici punti fermi di una concezione critica e innovativa della televisione, sia in riferimento a una lettura trasversale e paradossalmente graffiante dei modelli televisivi (come nella rubrica Blob), sia rispetto alla stessa memoria storica del mezzo televisivo (come nelle rubriche Schegge e Vent'anni prima), nonché al recupero e alla divulgazione di classici o di rarità filmiche (come nel ciclo notturno di film Fuori orario), avvalendosi in ciascun caso di una qualificata équipe di collaboratori.Il suo modo di intendere l'esercizio critico, in un raffinato e intellettualistico gioco sui linguaggi e in una ramificata dilatazione di riferimenti culturali, si è dispiegato anche attraverso le collaborazioni a periodici e quotidiani ("Filmcritica", "Duel", "Il piccolo Hans", "Il manifesto", "Il corriere della sera") e con la direzione (1991-1998) del Festival cinematografico di Taormina.Nel 1985 ha curato, con Giusti, la retrospettiva su Walt Disney per la Mostra del cinema di Venezia. Nel 1994 ha seguito l'edizione di un numero speciale della rivista "Panta" dedicato al cinema; nel 2001 ha ideato e organizzato a Lipari gli incontri di cinema e filosofia Il vento del cinema e, nello stesso anno, ha curato con Roberto Turigliatto, per la Mostra del cinema di Venezia, la retrospettiva su Guy Debord.
Tra le sue pubblicazioni si ricordano: le monografie Walt Disney (1985, con Edoardo Bruno) e Stanley Kubrick (1995 ed. aggiornata); le raccolte di scritti critici Paura e desiderio: cose (mai) viste, 1974-2001 (1995) e Cose (mai) dette: fuori orario di fuori orario (librorale) (1996); e inoltre Il mezzo è l'aria (1997), Discorso su due piedi (il calcio) (1998, con Carmelo Bene), Stati di cinema: festival ossessione (2002).