ENRICO I re d'Inghilterra
Quarto figlio di Guglielmo I, detto Beauclerc per la sua cultura, nato nel 1068. Aiutò suo fratello Guglielmo II il Rosso a strappare la Normandia all'altro loro fratello duca Roberto e nel 1100 si trovava con questo quando venne ucciso. Sostenuto dai ministri di Guglielmo e approfittando dell'impopolarità dell'assente Roberto, Enrico s'impadronì del tesoro reale e si fece incoronare re. Per assicurarsi i baroni, promulgò subito la Carta delle libertà (Charter of Liberties), abolendo gli abusi di Guglielmo il Rosso negli affari feudali e giudiziarî e ritornando ai metodi di Guglielmo il Conquistatore. Per pacificare la Chiesa richiamò S. Anselmo d'Aosta, primate d'Inghilterra, andato in esilio nel 1097, e si acquistò l'approvazione degl'Inglesi con lo sposare Edith di Scozia, ultima rappresentante della casa di Wessex. Roberto, non trovando un aperto sostegno nella sua invasione del 1101, vendette le sue pretese alla corona d'Inghilterra a Enrico e ritornò in Normandia. Enrico schiacciò la minoranza irrequieta, anarchica dei baroni, incoraggiata in segreto da Roberto, ma cercò la cooperazione della classe baronale nel suo complesso, insistendo sui loro doveri e anche rispettando i loro diritti; né ebbe timore di creare nuove case baronali. Completò questa politica nel 1106 con l'infliggere una sconfitta a Roberto presso Tinchebrai e imprigionandolo a vita. Intanto Enrico accomodava il dissenso sulle investiture ecclesiastiche col compromesso di Bec (1107), il quale assicurava l'obbedienza feudale dei prelati al re, e l'elezione canonica e l'investitura alla Chiesa. L'organizzazione del governo inglese occupò il resto del suo regno. Benché avaro e mancante di scrupoli, E. era perspicace, calcolatore, padrone di sé, amante dell'ordine e della giustizia. Riorganizzò la Curia Regis e gli uffici della casa reale, che formarono il meccanismo del governo centrale; fu perfezionata da lui la presidenza della corte di giustizia (Justiciarship) anglo-normanna, e Ruggiero di salisbury fu il primo a occupare questa carica; organizzò il tesoro e creò un corpo permanente di magistrati di professione, rialzando molto il prestigio della corte del re. Alcuni magistrati visitarono le contee amministrando la giustizia in nome del re. Enrico incoraggiò lo sviluppo delle città con le concessioni delle borough charters, con lo stabilimento delle gilde dei negozianti, col conferimento dell'autogoverno ristretto, ecc. Dopo la morte di suo figlio Guglielmo nel 1120 Enrico fece sposare sua figlia ed erede Matilde a Goffredo d'Angiò per completare la distruzione dei suoi rivali Capeti. Morì il 1 dicembre 1135.
Bibl.: Cambridge Medieval History, V, xvi, Cambridge 1926; H. W. C. Davis, England under the Normans and Angevins, Londra 1905; G. B. Adams, Political History of England, 1066-1216, Londra 1905; Böhmer, Kirche und Staat in England und in der Normandie, Lipsia 1899; W. Stubbs, The constitutional History of England, I, Oxford 1903.