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ENRICO III re d'Inghilterra

di Reginald Francis Treharne - Enciclopedia Italiana (1932)
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ENRICO III re d'Inghilterra

Reginald Francis Treharne

Figlio maggiore di Giovanni, nato a Winchester il 1 ottobre 1207, incoronato il 28 ottobre 1216 quando Luigi di Francia e i baroni ribelli si erano impadroniti della più gran parte dell'Inghilterra. Sostenuto dal legato Guala e da Pietro des Roches, vescovo di Winchester (che era del Poitou), il reggente Guglielmo Marshal, conte di Pembroke, scacciò Luigi nel 1217, riacquistò il sostegno dei baroni e ristabilì l'ordine. Dopo la morte di Guglielmo, nel 1219, il Justiciar (presidente della corte di giustizia) Hubert de Burgh, raccolti il clero, i baroni e i funzionarî inglesi, licenziò Pietro des Roches e tutti i funzionarî e soldati mercenarî forestieri, acquistando un potere assoluto nell'amministrazione. Il suo governo fermo, forte, sostenuto dai magnati del grande consiglio, ristabilì la prosperità in Inghilterra, benché Luigi VIII avesse invaso il Poitou e l'Aquitania e Llywelyn figlio di Iorwerth avesse unificato il Galles. E. III non osò far valere i proprî diritti prima del 1232, quando, spinto da Pietro des Roches, incolpò Hubert de Burgh della sconfitta inflittagli dai Bretoni nel 1230 e lo fece mettere in prigione. Egli riempì l'amministrazione di uomini del Poitou, il capo dei quali, Pietro di Rivaux, riorganizzò il tesoro (Exchequer), rafforzò l'autorità di esso sugli sceriffi e fece della guardaroba (Wardrobe) uno strumento di governo. Ma quelli del Poitou erano molto odiati e, quando nel 1234 i Rivaux assassinarono il capo dei baroni Riccardo Marshal, i magnati, sotto la guida di Edmondo Rich, arcivescovo di Canterbury, costrinsero E. ad espellerli.

Pio, colto e raffinato E. era tuttavia debole e vile; aspirava all'assolutismo ma mancava di saggezza e di tatto politico. Tuttavia non poco fece per ceutralizzare l'amministrazione, il tesoro, la giustizia, la cancelleria. Più infelice nella politica estera, E. fallì nei tentativi di riconquista delle sue terre di Francia. Tali disastri scalzarono il suo prestigio e, provocando una crisi finanziaria, gli alienarono l'animo di tutti. Nel 1254 E. accettò sconsideratamente la corona della Sicilia per il suo secondo figlio Edmondo, impegnandosi di dare ad Innocenzo IV uomini e denaro per cacciare gli Hohenstaufen; ma nel 1258 le decime di tre anni delle rendite ecclesiastiche in Inghilterra, accordate a E. da Innocenzo risultarono insufficienti, e Alessandro IV obbligò E., sotto minaccia di scomunica, a chiedere aiuto ai baroni.

Guidati da Simone di Montfort, conte di Leicester, i baroni promisero il loro aiuto, obbligando E. ad accettare le Provisions of Oxford (giugno 1258), con le quali un consiglio dei baroni diventava arbitro del governo. Questo consiglio riformò tutta l'amministrazione, definendo i doveri e le funzioni dei dicasteri e dei funzionarî, sostituendo quelli poco ben visti e, facendo una severa inchiesta sugli abusi amministrativi, sottopose a revisione le finanze dello stato e introdusse riforme legali importanti nelle Provisions of Westminster (nov. 1259). Espulse i favoriti di E. provenienti dal Poitou, assicurò la pace con Llywelyn e concluse il trattato di Parigi (dicembre 1259) con Luigi IX. Ma verso il gennaio 1260, molti baroni, messi in allarme dalle riforme che minacciavano seriamente i loro privilegi in favore dei cavalieri della contea, si rifiutarono di procedere oltre, ed E., dopo aver spinto Montfort in una situazione critica, lo isolò e annullò Ie Provisions of Oxford con la piena dispensa del papa (luglio 1261). Dopo tre anni di confusione, Luigi IX come arbitro, annullò di nuovo le Provisions ad Amiens (gennaio 1264), in seguito a che Montfort, risoluto a combattere per i suoi ideali, riportò una inaspettata vittoria (14 maggio), facendo prigionieri E. e suo figlio maggiore Edoardo. Fu creato un nuovo consiglio del piccolo gruppo dei baroni che sostenevano Montfort; questi convocò rappresentanti di tutte le classi al parlamento nel gennaio 1265 e fu così costituita la prima assemblea. Ma Edoardo fuggì in maggio, raccolse un esercito e sconfisse e uccise Montfort ad Evesham (4 agosto 1265) rimettendo sul trono E. Una feroce politica di confische spinse i superstiti partigiani di Montfort a una disperata ribellione, ma col Dictum of Kenilworth (novembre 1266) si venne a eque condizioni di pace e l'ordine fu ristabilito. E. III morì il 16 novembre 1272.

Bibl.: T. F. Tout, Political History of England, 1216-1377, Londra 1905; H. W. C. Davis, England under the Normans and Angevins, Londra 1905; T. F. Tout, Chapters in the Administravite History of Medieval England, Manchester 1920; W. Stubbs, Const. Hist. of England, II, Oxford 1903; Kate Norgate, The Minority of Henry III, Londra 1912; C. Bémont, Simon de Montfort, Parigi 1884 (trad. in inglese in 2ª ediz. da E. F. Jacob, Oxford 1929); E. F. Jacob, Studies in the period of Boronial Reform and Rebellion, Oxford 1925; R. F. Treharne, The Baronial Plan of Reform, 1258-63, Manchester 1931.

Vedi anche
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