JOMINI, Enrico
Generale e scrittore militare svizzero, nato a Payerne (cantone di Vaud) di famiglia d'origine italiana il 6 marzo 1779, morto a Parigi il 24 marzo 1869. Il Jòmini, impiegato di banca a Parigi, si dedicò con singolare intuito agli studî militari e, tornato in Svizzera, diciannovenne appena, fu scelto come aiutante di campo del ministro della Guerra: a vent'anni era capobattaglione con le funzioni di segretario generale dello stesso ministro. In questa qualità organizzò (1799) le milizie svizzere e fu di grande aiuto a Massena durante la sua campagna d'Elvezia. Nel 1804, alla formazione del campo di Boulogne, fu ammesso nell'esercito francese come addetto volontario allo Stato Maggiore del generale Ney, e nella campagna del 1805 contro l'Austria gli fu utile e ascoltato consigliere. Fece poi contro la Prussia la campagna dell'anno seguente, che egli aveva preveduta in una memoria presentata all'imperatore Napoleone, al cui fianco si trovò alla battaglia di Jena. In quel tempo egli - non ancora ventiseienne - aveva già pubblicato una delle sue grandi opere, il Traité des grandes opérations militaires, ou Histoire critique et militaire des guerres de Frédèric II comparées à celles de la Révolution (1805). Salito di grado e creato barone, seguì ancora il maresciallo Ney nella campagna del 1807 in Polonia e poi in quella di Spagna; ma, per dissapori col suo capo, si dimise e chiese di passare al servizio di Alessandro di Russia, allora alleato della Francia. Era stato accettato e promosso generale: ma Napoleone bruscamente se lo riprese. Fu allora addetto allo stato maggiore di Berthier, ma non prese parte attiva al primo periodo della campagna di Russia, e ripassò nel 1813 allo stato maggiore di Ney, del quale fu consigliere alla battaglia di Bautzen. Per un rimprovero di Berthier lasciò di nuovo durante quella campagna, dopo l'armistizio di Parschwitz, il servizio francese e passò a quello russo. Ebbe poi parte importante nel congresso di Vienna e in quelli di Aquisgrana e di Verona; sempre al servizio della Russia, fu precettore militare del granduca Nicola, seguì l'imperatore Alessandro nella guerra del 1828 contro la Turchia e organizzò l'accademia militare di Pietroburgo. In questo periodo lo J. pubblicò un'altra delle sue grandi opere (Principes de la stratégie, Parigi 1818) e la Vie politique et militaire de Napoléon (Parigi 1827). Nel 1830 si ritirò a Bruxelles; ma nel 1854 Nicola I lo richiamò per valersi dei suoi consigli nella guerra di Crimea. Nel 1859 Napoleone III prese da lui consiglio circa il piano di campagna per la guerra d'Italia.
Oltre a quelle menzionate, numerose, di gran mole e di vasto sapere furono le opere dello J.; le quali, fin alla sua morte, fecero testo in tutte le scuole militari superiori. Più tardi i suoi principî perdettero di credito; tuttavia non può negarsi allo J. il merito di una profonda dottrina e di una rara intuizione strategica.
Bibl.: A. Pascal, Observations historiques sur la vie et les ouvrages du général baron de J., Parigi 1842; J. Lecomte, Le général J., sa vie et ses écrits, Parigi-Losanna 1861; Sainte-Beuve, Le général J., Parigi 1869; N. Marselli, Il generale J., in Riv. mil. ital., II (1869).