OLIVERI, Enrico
OLIVERI, Enrico. – Nacque a Paternò (Catania) il 12 agosto 1922, da Salvatore e da Maria Mureno, in una famiglia nobile di origine palermitana.
Il genitori lo indirizzarono, come era d’uso in famiglia, verso gli studi classici, che concluse nel liceo Spedalieri di Catania. Presto si accorse però di prediligere gli studi di tipo fisico-matematico e si iscrisse a ingegneria; superato il biennio, frequentò l’Accademia navale di Livorno e dopo la guerra, a cui partecipò come ufficiale di macchine, si laureò in matematica e fisica col massimo dei voti. Si sposò giovanissimo, nel 1945, con Concetta Sciuto ed ebbe tre figli: Mariella, Adriana e Massimo.
Subito dopo la laurea iniziò la carriera universitaria. Nominato assistente volontario presso la cattedra di meccanica razionale dell’Università di Catania nel 1950, divenne assistente ordinario nel 1963. Nel 1964 conseguì la libera docenza e nel 1970 fu nominato professore aggregato di meccanica razionale; nel 1976 infine diventò professore ordinario della stessa disciplina. Una testimonianza delle sue capacità didattiche resta nelle Lezioni di meccanica razionale: calcolo vettoriale, cinematica, dinamica, statica, in tre tomi, edite a Catania nel 1983-84. Suoi maestri nel tempo furono Alfonso Consiglio, Giuseppe Colombo, Renato Nardini, Edoardo Storchi e Dario Graffi.
Già dal 1959-60 cominciò a operare per attivare il triennio a completamento del biennio già esistente della facoltà di ingegneria a Catania. Man mano che avanzava nella carriera, ebbe modo di coinvolgere attivamente nel progetto uomini politici ed esponenti del mondo accademico e di quello imprenditoriale. Finalmente, nel 1971 nacque la facoltà di ingegneria a Catania e Oliveri ne diventò il primo preside nel 1975. Durante il suo secondo mandato si dette inizio alla costruzione della sede della facoltà.
Gli furono a cuore, in particolare, gli sbocchi occupazionali dei neoingegneri. Come membro del consiglio di amministrazione dell’azienda SGS (Società generale semiconduttori), prese posizione a favore del potenziamento dello stabilimento catanese e si associò a quanti lo vollero espressione della più alta tecnologia capace di concepire il prodotto, realizzarlo e metterlo sul mercato. In questa veste fu fautore di una vera politica meridionalistica, mirata alla creazione di posti di lavoro attraverso l’impianto di stabilimenti adibiti sia alla fase di ricerca e progettuale sia a tutto il sistema di produzione, economicamente competitivo. Allorché l’azienda realizzò questi obbiettivi, un altro suo sogno si realizzò: un’industria catanese che dava lavoro a ingegneri laureati a Catania.
Oliveri spese le sue capacità organizzative anche in settori diversi dall’ingegneria. Contribuì all’istituzione della Scuola estiva di fisica matematica che, per due anni consecutivi, si svolse a Catania alla fine degli anni Settanta; prese parte alla fondazione del dipartimento universitario di matematica; coadiuvato dall’amministrazione comunale di Noto, organizzò infine il corso estivo di matematica CIME (Centro internazionale matematico estivo), a cui parteciparono eminenti studiosi italiani e stranieri.
Già nel 1978, in una conferenza dal titolo Il contributo dell’energia solare nel superamento della crisi energetica, prospettava l’impiego di tale forma di energia alternativa e fu tra coloro che contribuirono alla realizzazione della prima centrale solare Eurelios di Adrano.
La sua attività scientifica iniziò con la tesi di laurea Contributo alla statica dei fili (in Le matematiche, IV, 1949, pp. 83-88). Si occupò in seguito di meccanica analitica, di magnetofluidodinamica e di corpi con massa variabile.
Nell’ambito della meccanica analitica, determinò le condizioni affinché un sistema differenziale lineare di primo ordine possa mettersi in forma canonica, costruendo anche la funzione hamiltoniana.
Continuando alcune ricerche di Nardini, studiò il campo magnetofluidodinamico dipendente, oltre che dal tempo, da una o da due sole coordinate spaziali, sia nel caso incompressibile sia in quello compressibile barotropico, determinando proprietà di onde magnetofluidodinamiche. Si occupò anche di gasdinamica radiativa, trovando le condizioni per cui le onde non diventano di shock.
Fu uno dei primi a studiare in Italia il moto di sistemi a massa variabile in ambito sia classico sia relativistico e determinò, in ambito classico, le equazioni cardinali della dinamica, l’equazione dell’energia e le equazioni di Lagrange. Di notevole interesse le sue applicazioni della teoria al moto di un razzo. In relatività, ricavò l’equazione della dinamica nel caso di massa a riposo variabile col tempo. Studiò possibili moti di una particella carica elettricamente e immersa in un campo magnetico uniforme ed estese l’equazione della dinamica al caso in cui siano presenti scambi di calore, studiando anche le trasformazioni relativistiche della temperatura. Applicazioni ai sistemi a massa variabile sono state riprese dai suoi allievi e colleghi Giuseppe Zappalà e Mariano Torrisi.
Fu prorettore dell’Università di Catania, vicepresidente dell’Accademia Gioenia, direttore di ricerca del Gruppo nazionale per la fisica matematica (GNFM) del Consiglio nazionale delle ricerche, presidente del Centro ricerche erosione suolo (CRES).
Dotato di vasta cultura umanistica, coltivò la musica, le arti figurative e la poesia. Una grave malattia gli impedì di portare a termine il suo ultimo progetto, la realizzazione di una piattaforma vibrante.
Morì a Catania il 18 luglio 1986.
Opere. Tra gli altri scritti si citano: Condizione caratteristica perché un sistema di equazioni differenziali lineari sia canonico, in Le matematiche, IX (1954), pp. 148–153; Onde idrodinamiche in un fluido viscoso, ibid., XIV (1959), 2, pp. 148-165; Legge di Ott sulla trasformazione relativistica del calore, in Annali di matematica pura e applicata, s. 4, CXI (1976), pp. 1-9; Equazione relativistica del moto della massa variabile, in Bollettino delle sedute della Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 4, 1962, 7, pp. 47–50.
Fonti e Bibl.: Catania, Archivio del Dipartimento di matematica e informatica dell’Università: G. Zappalà, In memoria di E. O., commemorazione tenuta il 16 settembre 1986 presso la facoltà di ingegneria;V. Miceli, In omaggio alla memoria del chiarissimo prof. E. O., in Fluidodinamica relativistica, Convegno CIME, Val di Noto 25 maggio 1987; D. Graffi, Commemora-zione di E. O., Catania 1987; G. Zappalà, Necrologio, in Notiziario UMI, XV (1988), 3, p. 82.