SERTOLI, Enrico
– Nacque da nobile famiglia a Sondrio il 6 giugno 1842, secondo di cinque fratelli, da Giuseppe, ingegnere cui si deve la facciata della chiesa dei Ss. Gervasio e Protasio della città, e da Carlotta Speciani. Iscrittosi nel 1860 alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia, ebbe tra i suoi insegnanti Bartolomeo Panizza e Paolo Mantegazza. Frequentò come allievo interno il laboratorio di fisiologia diretto da Eusebio Oehl, avendo così occasione di formarsi nella fisiologia sperimentale, nell’anatomia microscopica e nell’istologia insieme a compagni di studio quali Giulio Bizzozero e Camillo Golgi. Si laureò nel 1865, con una dissertazione sulla tubercolosi intestinale (Tubercolosi dell’intestino e delle glandole mesenteriche); nello stesso anno pubblicò un articolo che riassumeva le ricerche condotte nel laboratorio di Oehl che lo avevano portato a identificare, nell’epitelio dei tubuli seminali, cellule dotate di particolari caratteristiche morfologiche (Dell’esistenza di particolari cellule ramificate nei canalicoli seminiferi del testicolo umano, in Il Morgagni, 1865, n. 7, pp. 31-40). Ipotizzò che queste ‘cellule ramificate’ non prendessero parte alla produzione degli spermatozoi e stabilì, in seguito ad analisi condotte sui testicoli di diversi animali, che esse svolgevano una funzione di sostegno e contribuivano al metabolismo delle cellule seminali (Osservazioni sulla struttura dei canalicoli seminiferi del testicolo, in Gazzetta Medica Italiana. Lombardia, IV (1871), pp. 413-415; Sulla struttura dei canalicoli seminiferi del testicolo, ibid., II (1875), pp. 401-403; Sulla struttura dei canalicoli seminiferi del testicolo studiata in rapporto allo sviluppo dei nemaspermi, in Archivio per le scienze mediche, II (1878), pp. 107-146, 267-295). Le sue ipotesi vennero prese in considerazione da insigni studiosi quali Rudolf Albert von Kölliker, Friedrich Sigmund Merkel, Franz Christian Boll e Viktor von Ebner e le cellule presero il nome di ‘cellule del Sertoli’. Dopo la laurea vinse una borsa di studio per perfezionarsi a Vienna nella fisiologia e nell’istologia presso il prestigioso laboratorio di Ernst Wilhelm von Brücke. Tuttavia rientrò ben presto in Italia, nel 1866, per combattere contro gli austriaci nella Terza guerra d’indipendenza, sotto il comando del colonnello Guicciardi. Inviato poi con il suo reggimento a Palermo, si occupò come medico militare della cura dei malati durante un’epidemia di colera.
Lasciato l’esercito, trascorse un periodo a Tübingen, lavorando nel laboratorio di fisiologia diretto da Ernst Felix Immanuel Hoppe Seyler e dedicandosi a ricerche sulle proteine del sangue e la loro funzione di trasporto ed eliminazione polmonare dell’acido carbonico (Über die Bindung der Kohlensäure im Blute und ihre Ausscheidung in der Lunde, in Medizinisch-chemische Untersuchungen aus dem Laboatorium für angewandte Chemie zu Tübingen, II (1867), pp. 350-365).
Nel 1870 Sertoli venne chiamato nella Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano per ricoprire la cattedra di anatomia e fisiologia, che tenne fino al 1880 (Discorso inaugurale di apertura dell'anno scolastico 1872-73 della R. Scuola Superiore di Veterinaria di Milano, Milano 1872). Ebbe inoltre la direzione dell’Istituto di anatomia della stessa scuola tra il 1871 e il 1880, arricchendo il gabinetto anatomico di preziosi preparati istologici. Quando i due insegnamenti vennero divisi, Sertoli mantenne quello della fisiologia (con annessa l’istologia) oltre alla direzione dell’Istituto di fisiologia sperimentale. Il lavoro di docente e di direttore occupò la maggior parte delle sue energie, inducendolo a ridurre l’attività di ricerca. Nondimeno studiò, in quel periodo, la durata dell’eccitabilità dei muscoli lisci e la loro sensibilità agli stimoli termici. (Contribuzioni alla fisiologia generale dei muscoli lisci, in Rendiconti dell’Istituto Lombardo di scienze e lettere, XV (1882), pp. 567-582; Contribution à la physiologie général des muscles lisses, in Archives italiennes de biologie, III (1883), pp. 78-94). Per queste ricerche costruì uno strumento, il leiomiografo, con cui poté registrare il primo miogramma dei muscoli lisci sul muscolo retrattore del pene degli animali domestici. Si occupò inoltre di chimica biologica, prendendo in considerazione la saliva nell’uomo e nel cane, l’urina e i testicoli.
Nell’ambito delle ricerche istologiche si deve citare lo studio di un caso di pseudoermafroditismo in una capra nella quale i testicoli mancavano delle cellule rotonde e di nemaspermi e presentavano invece cellule ramificate (Di uno pseudo-ermafroditismo in una capra, in Archivio di medicina veterinaria, I (1876), pp. 22-33; Sulla struttura dei canalicoli seminiferi dei testicoli studiata in rapporto allo sviluppo dei nemaspermi, in Archivio per le scienze mediche, II (1878), pp. 107-146 e 267-295, in collaborazione con G. Generali). Studiò la mucosa del bacinetto renale del cavallo e si occupò della fine anatomia del sistema nervoso periferico nella lingua e nel follicolo di pelo tattile del cavallo. Legato alla sua attività alla scuola di veterinaria di Milano è il Compendio di anatomia speciale degli animali domestici (Milano 1874).
Lasciò la docenza nel 1907, per ritirarsi a Sondrio, dove morì il 28 gennaio 1910.
Fu socio corrispondente dell’Istituto Lombardo di Milano e dell’Accademia dei Lincei.
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