TONTI, Enrico (Henry de Tonti o de Tonty)
– Nacque probabilmente a Gaeta tra il 1647 e il 1650 da Lorenzo e da Isabella di Lietto, entrambi di origine napoletana.
Il padre, banchiere, fu una figura politica importante per la città di Gaeta fino allo scoppio della rivolta antispagnola del 1647, durante la quale agì come informatore dei francesi. Per tale motivo, quando gli spagnoli sedarono i disordini, la famiglia Tonti fu costretta a fuggire riparando in Francia. Si stabilirono a Parigi e qui Enrico crebbe assieme ai due suoi fratelli più piccoli. Il minore, Alphonse, lo avrebbe affiancato in molte delle sue esplorazioni nordamericane.
A Parigi, il padre divenne collaboratore del cardinale Giulio Mazzarino al quale propose l’introduzione della cosiddetta tontina, una specie di assicurazione sulla vita nella forma di prestito pubblico. L’invenzione della suddetta polizza valse a Lorenzo il titolo di barone di Paludy. La decisione di Enrico di cimentarsi, fin dalla giovane età, con la carriera militare fu forse legata alla volontà di dare ulteriore lustro al titolo ottenuto dalla sua famiglia. Ben presto, tuttavia, l’idillio tra Mazzarino e Lorenzo ebbe fine. La tontina non si rivelò affatto utile a rimpinguare le casse della Francia, anzi, provocò ingenti perdite di capitale. Ritenuto il principale responsabile di questo fallimento, Lorenzo fu arrestato nel 1668 e detenuto nella Bastiglia per circa sette anni. Questo evento ebbe sicuramente ripercussioni sulla vita e sulla carriera militare del figlio Enrico che stava tentando, nel frattempo, di farsi strada nei ranghi dell’esercito.
In seguito all’arresto del padre, il giovane Tonti decise di abbandonare la carriera intrapresa e si arruolò nella marina partecipando, tra il 1669 e il 1673, a diverse campagne di guerra. Significativa fu quella di Sicilia, durante la quale fu promosso primo ufficiale e luogotenente capitano di Messina, città in rivolta contro gli spagnoli negli anni 1674-78. Nel corso di questa campagna, Tonti si distinse per coraggio e sprezzo del pericolo, caratteristiche che lo avrebbero accompagnato per il resto della vita. A Libisso (nei pressi di Messina), durante uno scontro con truppe spagnole, una granata gli dilaniò la mano destra. In seguito a questo evento venne catturato dagli spagnoli e incarcerato per circa sei mesi. Liberato grazie a uno scambio tra prigionieri, riuscì a rientrare quasi subito in Francia, dove Luigi XIV lo ricompensò per i servizi resi, conferendogli una gratifica d’indennità. Ma le condizioni di difficoltà in cui la sua famiglia versava, nonché la sua inclinazione all’avventura, lo spinsero quasi subito a rientrare in servizio. Decise di ritornare in Sicilia, imbarcandosi come volontario sulle galee francesi.
Quando la campagna siciliana volse al termine, Tonti fu definitivamente congedato e ritornò a Parigi nel corso del 1678. Qui, tuttavia, fece molta fatica a trovare un impiego. Il padre, che era stato nel frattempo scarcerato, non aveva più alcuna influenza politica. L’impossibilità di mantenersi portò Tonti a considerare l’eventualità di cercare fortuna altrove. Fu in queste circostanze che il suo destino si incrociò con quello dell’esploratore francese René-Robert Cavelier de La Salle. Quest’ultimo, infatti, proprio nel 1678 si era recato in Francia per ottenere l’approvazione del sovrano in merito ai suoi piani per l’esplorazione della regione del Mississippi. Diverse importanti figure a corte raccomandarono Tonti a La Salle che, inizialmente diffidente, si convinse e decise di includerlo tra i componenti della spedizione che stava preparando. Iniziò così la collaborazione tra questi due uomini che con le loro gesta sarebbero divenuti protagonisti della colonizzazione francese in America del Nord.
Partiti dalla Francia nell’estate del 1678, La Salle e Tonti sbarcarono sulle coste dell’attuale Canada il 13 settembre. Attraccarono nel porto di Québec, allora capitale della Nuova Francia. Tonti affiancò e sostenne l’esploratore francese, in ogni suo progetto, fin dal suo arrivo nel Nuovo Mondo. Il primo incarico di rilievo che La Salle gli affidò fu quello di sovraintendere ai preparativi della spedizione che sarebbe dovuta partire nel 1679 e che avrebbe dovuto esplorare il corso del fiume Mississippi.
Tra il 1679 e il 1680, i due esploratori iniziarono la loro discesa verso il Mississippi, subendo diversi rallentamenti dovuti alle diserzioni di alcuni degli uomini di La Salle e agli attacchi portati alla spedizione dalle popolazioni autoctone. Dopo innumerevoli traversie, nel gennaio del 1682, da un forte che edificarono sulle sponde del fiume Illinois partì la spedizione verso il Mississippi. Il 9 aprile del medesimo anno, gli esploratori arrivarono al delta del fiume e presero possesso, per conto di Luigi XIV, delle regioni esplorate. Quei territori assunsero il nome di Louisiana, in onore del re Sole.
Compiuta l’impresa, i due avventurieri si prodigarono per fortificare i territori conquistati e dotarli degli avamposti necessari ad avviare un grande circuito di tratta delle pellicce che rivaleggiasse, per dimensioni e ricchezza, con quello della zona dei Grandi Laghi e della Baia di Hudson. I loro piani furono però frenati dall’allora governatore generale della Nuova Francia, Joseph-Antoine Le Febvre de La Barre, che al contrario del suo predecessore, Louis de Buade de Frontenac, si mostrò ostile a La Salle e Tonti. Grazie alle conoscenze di La Salle alla corte del re Sole, l’ostruzionismo di La Barre fu ben presto superato e l’esploratore ebbe modo di proseguire nella realizzazione dei suoi progetti. Tonti operò soprattutto nella regione dell’Illinois, dove edificò il forte Saint Louis e intrecciò rapporti con le tribù degli Illinois, dei Chaouanons e dei Miami.
L’esploratore di origini napoletane rimase in Illinois anche quando La Salle organizzò e mise in atto, tra il 1683 e il 1686, quella che sarebbe stata la sua ultima impresa: l’esplorazione e la colonizzazione del delta del Mississippi, durante la quale l’avventuriero francese fu assassinato da alcuni membri della sua spedizione che si ammutinarono.
Tonti apprese della morte di La Salle solo alcuni anni dopo. Pertanto, credendolo ancora in vita, continuò a gestire per lui l’enorme rete commerciale che avevano messo in piedi. Nella primavera del 1686 discese il Mississippi costruendo un avamposto nel punto in cui il fiume si congiunge con l’Arkansas. Di ritorno da questa esplorazione, nel 1687, fu convocato dal governatore della Nuova Francia, Jacques René de Brisay de Denonville, il quale volle coinvolgerlo in una campagna contro gli irochesi, popolazione amerindia rivale dei francesi in America del Nord. In cambio della sua partecipazione alla guerra, Tonti richiese e ottenne privilegi commerciali nella zona dei Grandi Laghi con l’obiettivo di allargare ulteriormente il giro d’affari dell’ormai defunto La Salle.
Nel corso del 1689, ricevuta la notizia della morte dell’avventuriero francese, decise di discendere nuovamente lungo il Mississippi per tentare di trovare eventuali superstiti del gruppo di La Salle. La spedizione non ebbe successo, ma gli consentì di esplorare in profondità il territorio dell’odierno Texas e di cogliere le potenzialità commerciali della regione.
Quando Tonti fece ritorno in Nuova Francia gli furono conferiti – con il sostegno di de Frontenac, divenuto nuovamente governatore generale – tutti i privilegi in precedenza concessi a La Salle. In sostanza l’esploratore italiano si trovò a gestire l’impero commerciale che il francese aveva cercato di realizzare per tutta la vita. Tra il 1689 e il 1690, la considerazione di cui Tonti godeva presso le autorità coloniali francesi gli consentì di ottenere una concessione per commerciare pellami sul Mississippi e riprendere il progetto di colonizzazione di La Salle.
La popolarità e il successo di Tonti ebbero però vita breve. Il suo progetto di espansione verso il Sud fu bocciato: necessitava di risorse che la madrepatria in quel momento non era disposta a investire. Anche il suo giro di affari si sarebbe di lì a poco ridotto, risentendo del calo della domanda di pellicce sia in Europa sia nel Nuovo Mondo. Per diversi anni Tonti rimase ai margini della vita politica e per mantenersi fu costretto a vendere pellicce di contrabbando alle colonie inglesi.
I suoi destini si risollevarono alla fine del XVII secolo, quando il progetto di colonizzazione verso sud venne nuovamente preso in considerazione da diversi esponenti politici della Francia metropolitana, nel tentativo di arginare la crescita delle colonie inglesi. L’esperienza di un uomo come Tonti fu ritenuta importante per la buona riuscita di questi piani di espansione. Le autorità coloniali e della madrepatria gli chiesero, pertanto, di assistere il condottiero Pierre Le Moyne d’Iberville nella fondazione della prima colonia stanziale francese nella valle del Mississippi. L’apporto di Tonti si rivelò decisivo per il successo dell’impresa. Fu nominato nel 1702 comandante del forte di Louis de la Louisiane, centro nevralgico della colonia fondata da d’Iberville nei pressi dell’odierna Mobile (Alabama). Negli anni che seguirono fu incaricato di provvedere alla sopravvivenza del centro nonché alla pacificazione della colonia francese con le tribù native che abitavano l’area.
Tonti svolse brillantemente gli incarichi affidatigli fino all’estate del 1704, quando la febbre gialla lo uccise in poche settimane. Si spense il 6 settembre nel forte Louis de la Louisiane.
Fonti e Bibl.: H.E. Legler, The man with the iron hand: chevalier Henry De Tonty’s exploits in the valley of the Mississippi, Milwaukee 1896; E.R. Murphy, Henry De Tonty: fur trader of the Mississippi, Ann Arbor 1979; M. Sanfilippo, “Ils l’appelloient Bras de fer”. Vita e viaggi di E. T., soldato, esploratore, avventuriero, in Miscellanea di storia delle esplorazioni, XIII (1988), 23, pp. 80-93; P. Vitelli, E. T. (Gaeta, Italia, 1647-Mobile, Alabama, Usa, 1704): padre dell’Illinois, dell’Arkansas e della Louisiana, signore per venti anni della valle del Mississippi, Napoli 2004; G. Patisso, E. T., un explorador italiano al servicio del Rey Sol. América del Norte entre España, Francia e Inglaterra (siglos XV-XVIII), in Visiones de la conquista y la colonización de las Américas, a cura di F.C. Urbano, Alcalá de Henares 2015, pp. 67-88.