• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Enrico VI Imperatore

di Ovidio Capitani - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

Enrico VI Imperatore

Ovidio Capitani

Il secondo vento di Soave, come lo ricorda D. (Pd III 119), nacque nel novembre 1165 da Federico I di Hohenstaufen, imperatore, e da Beatrice dell'Alta Borgogna. Associato al regno del padre nel 1169, non ottenne, questi vivente, l'incoronazione a imperatore, ma col matrimonio (Milano, 27 gennaio 1186) con Costanza d'Altavilla mise le basi per l'estensione del dominio imperiale nell'Italia meridionale. Per la morte quasi contemporanea di Guglielmo II il Buono, nipote di sua moglie (18 novembre 1189) e del padre partito per la III crociata (10 giugno 1190), E. si trovò a dover fronteggiare in Germania una rivolta di feudatari e in Italia un rifiuto al riconoscimento dei suoi diritti di successione con conseguente elezione, da parte dei nobili normanni, di Tancredi conte di Lecce a re di Sicilia. Sedata la rivolta in Germania, obbligato il papa Celestino III a incoronarlo in Roma (aprile 1191), annullata la resistenza di Tancredi per la morte di quest'ultimo (1194), e la cattura del re inglese Riccardo Cuor di Leone, suo alleato, discese in Italia nel 1194 per cingere trionfalmente in Palermo la corona del regno di Sicilia: in quei giorni gli nasceva a Iesi il figlio Federico. Era il conseguimento di una potenza quale nemmeno il Barbarossa aveva raggiunto, sì che per mantenerla E. impose una severa repressione delle persistenti velleità ribelli dei feudatari normanni, cui sottrasse buona parte del potere politico, mentre in Germania tentò invano di far accettare ai principi tedeschi il principio ereditario al fine di assicurare al figlio la successione imperiale. Né miglior esito ebbero le trattative con Celestino III cui prometteva, in cambio della liquidazione della questione matildina e dell'incoronazione di Federico, una rendita per la curia romana ricavata dalla tassazione di tutte le chiese arcivescovili e delle più importanti diocesi dell'Impero. Nel Natale del 1196, rinunziando all'idea della successione ereditaria, riuscì a far incoronare il figlio re di Germania. Tornato in Sicilia nel 1197, domò una rivolta cui si volle non fosse aliena la simpatia della stessa imperatrice, ma avviata appena una spedizione di crociati, moriva il 28 settembre 1197, a soli trentadue anni.

Nell'unico ricordo di E. presente in D., acquista rilievo, per la menzione che del marito di Costanza fa Piccarda Donati, il carattere unitario della politica degli svevi che direttamente operano in Italia, dacché propriamente E. non è il secondo imperatore della casa sveva, ma il terzo, dopo Corrado III e Federico I. È un ricordo che tuttavia non consente in alcun modo di valutare l'atteggiamento di D. verso E., potenza impetuosa e rapida, vento (per l'interpretazione, v. oltre) cui tanto più poeticamente e femminilmente fa contrasto la figura della moglie che di quel vento e di quel marito tace, fissata nella memoria di tutti, per le parole di Piccarda, come madre dell'ultima possanza.

L'identificazione del secondo vento di Soave con E. è certissima sul fondamento di un raffronto con Cv IV III 6; infatti al passo citato D. mostra d'identificare consapevolmente con Federico II l'ultimo imperatore di cui si potesse dire che era una possanza: Federigo di Soave, ultimo imperadore de li Romani... per rispetto al tempo presente. L'identificazione con E., comunque, era già presente all'Ottimo (" Alcuni dicano ch'elli dice di Gostanza, figliuola dello re Guglielmo " [ sic ! ma anche in altri, per i quali v. Costanza]) e fu giustamente accolta da tutti i commentatori successivi: nonostante che alcuni dei più antichi (il Lana, Landino e l'Ottimo stesso) al nome di Costanza attribuissero l'identità di una ‛ Gostanza ' di Baviera che sarebbe stata data in moglie a Corrado IV dal quale avrebbe avuto Corradino, ultima possanza della casa sveva; questa notizia si ritrova in G. Villani VII 29: " E così in Corradino finì il legnaggio della casa di Soave ". Questa tesi tuttavia non può sussistere in quanto Corrado IV aveva sposato non Costanza, ma Elisabetta figlia di Ottone II di Baviera. L'efficace condensazione delle caratteristiche della politica di E. nelle parole di Piccarda ha, del resto, un valore di connotazione solo per il figlio del Barbarossa, comunque si voglia risolvere la questione del significato di vento (" Vanagloria del mondo ", di breve durata, e quindi con valore di sostantivo con funzione appositiva) presso la maggior parte dei commentatori antichi (Pietro, Benvenuto, Landino, Vellutello, Daniello) e dei più recenti: forse per la presunzione di un ricordo biblico ( Job 7, 7 " ventus est vita mea ") e per più di un'indiretta conferma in D. stesso (ad es. Pd V 74 non siate come penna ad ogne vento); oppure come contrazione di ‛ venuto ', sul tipo di contento per " contenuto " (cfr. If II 77) nel senso di ‛ proveniente da ' (Torraca e altri); ovvero ‛ rampollato ', ‛ generato ' (H.D. Austin, D. Notes: XII, in " Modern Language Notes " XLV 4 [1930] 234-239), senza peraltro escludere che in D. tale significato potesse combinarsi con quello di " forza veloce e violenta ", conservando un valore che era già in Brunetto Latini (Tresor I XIII).

Bibl. - L'opera monografica più completa, anche se ovviamente invecchiata, è quella di T. Toeche, Kaiser Heinrich VI, Lipsia 1867 (rist. anast. Darmstadt 1965); importante sulla sua figura in generale e sulla sua politica J. Haller, Heinrich VI und die römische Kurie..., rist. anast. ibid 1962. Per il ricordo nella Commedia si veda F. Torraca, La storia nella D.C. e Il regno di Sicilia nelle opere di D., in Studi danteschi, Napoli 1912; F. Schneider, D. und die Staufer, in " Arch. Stor. Pugliese " XIII (1960) 97-113; H. Löwe, D. und die Staufer, in Speculum historiale, Monaco , 1965; F. Giunta, D. e i sovrani di Sicilia, in " Boll. Centro Studi Filologici Linguistici Siciliani " X (1966) 5-21.

Vedi anche
detto il Buono Guglièlmo II re di Sicilia Guglièlmo II re di Sicilia, detto il Buono. - Figlio (1153-1189) di Guglielmo I, gli successe nel 1166; dopo aver aderito alla Lega lombarda (1176) stipulò una tregua con l'imperatore Federico I Barbarossa (1177). Sostenitore dell'avvio della terza crociata (1189-92), morì senza eredi, lasciando il trono ... Hohenstaufen ‹hooënštàufën›. - La dinastia dei Hohenstaufen, così chiamata dal castello da loro costruito (1070) al centro del Württemberg, nel Giura svevo, a 864 m. s. m., ebbe come capostipite il cavaliere svevo Federico di Büren (m. prima del 1094). Con il di lui figlio Federico I di Staufen (n. 1050 circa - m. ... Federico II imperatore Figlio (Iesi 1194 - Castel Fiorentino, presso San Severo, Puglia, 1250) dell'imperatore Enrico VI e di Costanza d'Altavilla, fu posto, dopo la morte del padre e poi della madre, nel 1198, in seguito alle disposizioni testamentarie di quest'ultima, sotto la tutela di papa Innocenzo III. Incoronato re ... Beatrice di Borgogna imperatrice Figlia (n. 1140 circa - m. 1184) ed erede di Rainaldo III ultimo conte palatino di Borgogna, sposò nel 1156 Federico I Barbarossa, che acquistò così i diritti sull'antico regno di Arles e poté riaffermare il potere imperiale sulla Borgogna. Fu madre di Enrico VI.
Tag
  • RICCARDO CUOR DI LEONE
  • GUGLIELMO II IL BUONO
  • COSTANZA D'ALTAVILLA
  • OTTONE II DI BAVIERA
  • ITALIA MERIDIONALE
Altri risultati per Enrico VI Imperatore
  • Enrico VI Re di Germania e imperatore del Sacro romano impero
    Dizionario di Storia (2010)
    Enrico VI Re di Germania e imperatore del Sacro romano impero (Nimega 1165-Messina 1197). Figlio di Federico I Barbarossa, grazie al matrimonio con Costanza d’Altavilla (1186) estese il dominio imperiale sul regno normanno di Sicilia. Alla morte del padre (1190), E. scese in Italia e si fece incoronare ...
  • Enrico VI imperatore
    Enciclopedia on line
    Figlio (Nimega 1165 - Messina 1197) di Federico I Barbarossa e di Beatrice di Borgogna. Fu re di Germania e imperatore del Sacro romano impero (1191). Grazie al matrimonio (1186) con Costanza d'Altavilla, dominò Sicilia e di Puglia e tentò di estendere la sua potenza anche in Oriente; ma le continue ...
  • ENRICO VI di Svevia, imperatore, re dei Romani e di Sicilia
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 42 (1993)
    Theo Kölzer Nacque verso la fine del 1165 (tra l'ottobre e il dicembre) a Nimega in Gheldria (od. Paesi Bassi), secondogenito dell'imperatore Federico I Barbarossa e di Beatrice di Borgogna. Il fratello maggiore Federico, duca di Svevia, morto nel 1169, fu escluso dalla successione a causa della debole ...
  • ENRICO VI imperatore
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Della casa degli Hohenstaufen, figlio di Federico I Barbarossa e di Beatrice di Borgogna, nacque nel 1165. Di corpo saldo e di acuta intelligenza, fu coraggioso, ambizioso, ostinato come il padre, pur non avendo di lui il sentimento profondo, se pur rigido, della giustizia, né la coscienza della maestà ...
Vocabolario
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali