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entrata nel mercato

di Matteo Pignatti - Dizionario di Economia e Finanza (2012)
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entrata nel mercato

Matteo Pignatti

L’atto di ingresso da parte di un agente economico in uno specifico mercato di beni o servizi, dal lato della produzione o più in generale dell’offerta. La differenza tra i flussi in e. e in uscita (➔ uscita dal mercato) determina il flusso netto, positivo o negativo, di operatori nel mercato. L’e. nel m. di un’impresa consiste, in generale, nell’avvio della produzione di un certo bene o servizio, ovvero, più specificatamente, nell’ingresso in un particolare settore locale, per es. esportando i propri prodotti all’estero.

Nel caso di un lavoratore, invece, si fa riferimento all’e. nel m. del lavoro.

Entrata di un’azienda nel mercato

Per quanto riguarda le imprese, i flussi di e. e di uscita sono alla base della dinamica all’interno di un settore industriale, e ne determinano la struttura e la capacità di innovazione. Le nuove imprese sono, infatti, spesso più piccole e innovative della media, anche se, allo stesso tempo, sono quelle più grandi a condurre la maggior parte delle spese in ricerca e sviluppo. Inoltre, numerosi studi analizzano congiuntamente l’evoluzione nell’aggregato della produzione in un’industria o in un’economia, ovvero l’introduzione di nuove tecnologie, e la dinamica microeconomica di e. e uscita delle singole imprese. Nella storia del pensiero economico, un esempio è rappresentato dal concetto schumpeteriano di distruzione creatrice (➔ Schumpeter, Joseph; capitalismo p), che allude proprio al processo di selezione sottostante ai flussi di e. e uscita delle aziende.

Nella teoria economica, la possibilità di e. nel m. da parte di società esterne, anche se non effettivamente esercitata, è alla base della definizione di concorrenza perfetta (➔ p) nei mercati: in equilibrio, i profitti delle imprese presenti nel mercato non possono essere positivi, altrimenti altre realtà produttive avrebbero interesse a entrare, fino a riportare i profitti a zero. Al contrario, la presenza di barriere all’e. (➔ barriera), sia strutturali, per es. l’esistenza di costi fissi, sia strategiche, dovute a comportamenti atti a scoraggiare le potenziali entranti, determina un regime di oligopolio (➔), in cui le imprese esistenti godono di un certo potere di mercato. Un modello di oligopolio in presenza di barriere all’entrata è stato sviluppato dall’economista italiano Sylos Labini (➔).

Entrata nel mercato del lavoro

In tale accezione, l’e. nel m. consiste nel passaggio da una condizione non lavorativa, per es. di studente, alla partecipazione alla forza lavoro, cioè all’insieme dei lavoratori occupati o alla ricerca di un posto di lavoro. Al contrario, escono dalla forza lavoro i pensionati e i lavoratori scoraggiati che smettono di cercare attivamente. In particolare, un importante obiettivo di politica economica consiste nel favorire l’e. nel m. del lavoro per alcune categorie, tra cui giovani e donne. Inoltre, il tasso di partecipazione alla forza lavoro incide sulle statistiche ufficiali della disoccupazione: per es., il numero di lavoratori occupati rientra nel calcolo del tasso di occupazione (➔ occupazione, tasso di), ma solo quelli attivamente alla ricerca di un posto di lavoro sono conteggiati nel tasso di disoccupazione (➔ disoccupazione, tasso di).

Vocabolario
mercato
mercato s. m. [lat. mercatus -us, der. di mercari «far commercio, trafficare»]. – 1. a. In senso concr., il luogo, per lo più all’aperto, dove avvengono le contrattazioni per la vendita e l’acquisto di determinati prodotti e dove normalmente...
entrata
entrata (ant. intrata) s. f. [der. di entrare]. – 1. a. Spazio, apertura per cui si entra in un luogo: l’e. del porto, della miniera, della grotta; chiusero tutte le e. della città. In alcune regioni, anche l’ingresso di case d’abitazione...
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