BENTIVOGLIO, Enzo
Nacque da Comelio e da Isabella Bendidio, probabilmente a Ferrara, intorno al 1575. Nulla sappiamo della sua prima giovinezza e dei suoi studi, ma dovette certo ricevere un'accurata educazione, sia nelle lettere e nelle arti, sia negli esercizi cavallereschi. Educazione, grandezza di casato e ingentissime ricchezze fecero di lui uno dei più brillanti gentiluomini del suo tempo. Fu in relazione assidua con personaggi d'alto rango: tra i suoi corrispondentì furono Ranuccio Famese, duca di Parma, Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, Cosimo II, granduca di Toscana, Cesare e Francesco - d'Este, duchi di Modena, i cardinali Borghese, al quale procurò opere d'arte, Caetani, Pio, d'Este, Serra, e Bevilacqua.
Quando il duca Cesare d'Este dovette cedere Ferrara al papa (1598), mentre il marchese Ippolito, fratellastro dei B., lo seguì a Modena come comandante delle milizie estensi, con le quali anzi avrebbe voluto resistere alle truppe pontificie, il B. e i suoi fratelli Guido, poi cardinale, e Giovanni, rimasero a Ferrara in ottima armonia col nuovo governo, pur restando in buoni rapporti anche con gli Estensi. Papa Clemente VIII lo chiamò subito a far parte, come uno dei 27 consiglieri del primo ordine, del Consiglio da lui istituito a Ferrara; nel quale Consiglio il B. ebbe poi sempre una posizione di gran rilievo. Nel 1602 sposò Caterina Martinengo. Nel 1608 la comunità ferrarese lo mandò ambasciatore straordinario a Roma. Da allora egli alternò, anche quando non ebbe più ufficio d'ambasciatore, soggiorni in Ferrara e soggiorni in Roma, dove viveva fastosamente e dove lo trattenevano spesso i suoi affari finanziari relativi in gran parte alla così detta "bonificazione Bentivoglio".
Nel 1608 infatti, continuando in certo modo l'attività di suo padre che aveva fatto compiere una vasta opera di sistemazione idraulica nel territorio reggiano, dove aveva in feudo il marchesato di Gualtieri, il B. si offrì di bonificare le valli e i terreni ferraresi tra il Po e il Tartaro sino ai confini veronesi e mantovani. Con un breve del 17 febbr. 1609 papa Paolo V gli concesse di procedere a tale bonifica e il 26 luglio dello stesso anno il tesoriere papale, il commissario della Camera apostolica, il conte E. Ronchi, mandatario dei proprietari interessati, il mandatario della comunità di Trecenta e l'abate di S. Benedetto firmarono con lui i relativi capitoli, nei quali, tra l'altro, si stabiliva che il B. avrebbe fatto la bonifica a sue spese: il papa tuttavia gli avrebbe concesso, dietro idonee sicurtà, tanti Monti quanti fossero necessari a finanziare l'opera. Per suo compenso il bonificatore avrebbe avuto la metà di tutti i terreni prosciugati dalle acque e anche la metà di quelli che prima della bonifica erano soggetti a inondazione, detratto e riservato ai proprietari tanto quanto importava il frutto che prima se ne ricavava. Questa clausola dette motivo poi a molte controversie tra il B. e i proprietari. Nel 1610 il papa gli concesse parte dei Monte Sisto vacabile e la facoltà di erigerne e di venderne 700 luoghi (noi diremmo azioni) per raccogliere fondi da impiegare nella bonifica. Altre operazioni del genere ebbero luogo in seguito. La bonifica infatti, i cui lavori durarono parecchi decenni, costò enormi capitali. Ancora nel 1632 papa Urbano VIII concesse al B. di erigere un nuovo Monte, che fu detto "Monte Bentivoglio", composto di 3850 luoghi.
Nel 1613-15 il B. fece costruire a sue spese in Ferrara un convento per i cappuccini: la chiesa, dedicata a S. Maureho, fu consacrata nel 1622. Nel 1619 successe al fratellastro Ippolito nel marchesato di Gualtieri e nel 1620 ebbe la cittadinanza modenese. Nel 1621 gli fu Offerta una condotta dalla Repubblica di Venezia, ma il duca, di cui era divenuto feudatario, non gli diede licenza d'accettarla per la qualità dei tempi che corrono Nel 1623 il B. e il cardinale Guido iniziarono una lunga causa contro Giovanni Bentivoglio, ultimo dei suo ramo, che morì a Modena nel 1631, per ottenere che i vasti possedimenti che costui aveva nel Bolognese fossero dichiarati indisponibili. Secondo il Vedriani il B., nel 1633, sovraintendeva per incarico del duca all'ampliamento del canale da Bomporto a Modena. Nel 1634 permutò il marchesato di Gualtieri con quello di Scandiano, di cui restaurò la rocca.
Il B. ebbe vivo interesse per le lettere e le arti: insieme con F. Saraceni e Guidubaldo Bonarelli fu nel 1601 promotore dell'accademia ferrarese degli Intrepidi (per la quale fece costruire un teatro) e ne fu più volte principe. Nelle Rime scelte dei poeti ferraresi (Ferrara 1713, pp.263-268) si leggono quattro suoi componimenti tratti da cartelli per mascherate da lui composti. Nella raccolta Applausi poetici alla gloria della Signora Leonora Baroni (Bracciano 1639, pp. 110-112) fu pubblicata una sua canzone, tra molti componimenti di allora celebri autori: versi italiani di C. Achillini, F. Testi, P. Bonarelli, F. Bracciolini, versi latini di F. Rapaccioli e G. Naudé, greci di E. Dormalio e L. Allacci, spagnoli di F. Royas e L. de Moncada. Senza fondamento il Crescimbeni ritenne questa canzone opera di un altro Enzo Bentivoglio, della cui esistenza, del resto, non si ha notizia. Il B. fu amantissimo degli spettacoli teatrali e dei tornei cavallereschi e parecchi ne organizzò in Ferrara e altrove. In occasione della venuta a Ferrara del cardinale Rivarola nel 1613 fece rappresentare l'Idalba di Maffeo Venier con intermezzi di G. B. Guarini. Con gli stessi intermezzi diede nel 1616, in onore del legato cardinale Serra, la Bradamante gelosa di Alessandro Guarini. Secondo una tradizione raccolta dal Campori, avrebbe collaborato con G. B. Aleotti all'erezione del Teatro Farnese in Parma: a lui anzi si dovrebbe una modificazione della curvatura del teatro che ne migliorò l'acustica.
Morì a Roma il 25 nov. 1639. Il suo corpo fu trasportato a Ferrara e sepolto in S. Maurelio.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Ferrata, Arch. Bentivoglio, Corrispondenza, maz. 17-22; Ibid., Catastro Z di E. B.;Ibid., Arch. dei Comune, Ambasciat., b. 1; Arch. di Stato di Modena, Particolari, ad voc.;Ibid., Rettori dello Stato, Reggio e reggiano, Gualtieri, b. 1, Scandiano, b. 1; Ibid., Arch. Notar., Regis. 1320 (not. Favalotti), cc. 98v e 187v; Modena, Arch. stor. comunale, Registrum privilegiorum civitatis Mutinae, V, c. 142; Modena, Bibl. Estense, Autografoteca Campori, ad voc.; Del campo aperto mantenuto in Ferrara l'anno 1610... dal Sig. E. B., Ferrara 1610; Relazione del torneo a cavallo e a piedi... invenzione del Sig. E. B., Ferrara 1612; G. B. Aleotti, Relaz. intorno alla bonificazione Bentivoglio, Ferrara 1612; Descr. degli intramezzi coi quali il Sig. E. B. ha fatto rappresentare la... Bradamante gelosa…,Ferrara 1616; L. Vedriani, Historia dell'antichissima città di Modona, Modena 1667, p. 657; G. M. Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, V, Venezia 1730, p. 198; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 872; L. Ughi. Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, pp. 43 s.; G. Camipori, Gli artisti ital. e stranieri negli stati estensi, Modena 1855, pp. 58, 72; G. Bellini, Cenni stor. intorno alla bonif. Bentivoglio, Mantova 1863; P. Donato da S. Giovanni in Persiceto, I conventi dei frati minori cappuccini della prov. di Bologna, I, Budrio 1956, pp. 8, g. 12, 13; P. Litta, Famiglie celebri ital., Bentivoglio tav. VII.