Cucchi, Enzo
Pittore, nato a Morro d'Alba, Ancona, il 14 novembre 1949. Dopo aver lavorato per breve tempo ad Ancona come restauratore, ha frequentato a Macerata l'ambiente letterario che gravitava intorno alla rivista Tau dedicandosi alla poesia: nel 1976 ha pubblicato la raccolta di scritti Il veleno è stato sollevato e trasportato. Si è accostato alla pittura da autodidatta e ha orientato la sua ricerca verso sperimentazioni di carattere concettuale, incentrate sull'indagine dei rapporti tra rappresentazione pittorica e realtà oggettuale. Dalla metà degli anni Settanta, dopo una serie di soggiorni a Roma durante i quali ha lavorato a stretto contatto con S. Chia e F. Clemente, C. si è progressivamente rivolto alla figurazione e al recupero di materiali e tecniche pittoriche tradizionali, che trovano piena espressione in un linguaggio di matrice neo-espressionista segnato da immagini ricorrenti (animali, teste e figure abbozzate, paesaggi marini, reperti archeologici ecc.) e inquietanti atmosfere di accento drammatico (Lingue feroci, 1980; Alba preistorica, 1983, entrambi ad Amsterdam, Stedelijk Museum). Tra i protagonisti, con Chia, Clemente, M. Paladino, N. De Maria, della Transavanguardia (presentata per la prima volta dal critico A. Bonito Oliva nell'ambito della Biennale di Venezia del 1980), C. ha rapidamente raggiunto notorietà internazionale. Le sue opere sono state esposte in significative rassegne nazionali e internazionali (Biennale di Venezia, 1980, 1988, 1993, 1997; Documenta di Kassel, 1982, 1987; Biennale di San Paolo, 1985) oltre che in importanti mostre personali alla Kunsthaus di Zurigo (1982), al Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1986), al Museo d'arte contemporanea del Castello di Rivoli (1993), al Palazzo reale di Milano (1995), al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli (1996), alla Mole vanvitelliana di Ancona (1997).
Accenti lirici, visionari o sottilmente ironici segnano le sue opere, che tendono sempre più al formato monumentale, per le quali l'artista si avvale di materiali eterogenei (legno, terracotta, tubi al neon, ferro, sassi ecc.), liberamente dislocati nello spazio espositivo o inseriti nel quadro (Roma, 1986, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna), così come di una intensa produzione grafica che ne prelude e accompagna l'elaborazione (Cattedrale del disegno, 1993, Rivoli, Museo d'arte contemporanea). Autore di sculture destinate all'aperto (Conca, 1988, Prato, Museo d'arte contemporanea L. Pecci; Fontana d'Italia, 1993, Toronto, York University), C. ha anche realizzato le decorazioni interne e l'altare maggiore per la cappella votiva di Monte Tamaro in Canton Ticino progettata da M. Botta (1992-94), scene e costumi teatrali e il sipario per il teatro La Fenice di Senigallia (1997). Vedi tav. f.t.
bibliografia
A. Bonito Oliva, La transavanguardia italiana, Milano 1980.
M. Schwander, Enzo Cucchi. Scultura 1982-1988, hrsg. Z. Mis, B. Klüser, Bruxelles-München 1988.
G. Di Pietrantonio, Vita e malavita di Enzo Cucchi, Milano 1990.
B. Klüser, Enzo Cucchi. Ad personam 1950-1992, Verona 1993.
Cataloghi di mostre
Enzo Cucchi, con testi di E. Darragon, B. Corà, Centre Georges Pompidou, Paris 1986.
D. Waldman, Enzo Cucchi, Solomon R. Guggenheim Museum, New York 1986.
Enzo Cucchi, "La disegna". Zeichnungen 1975 bis 1988, hrsg. U. Perucchi-Petri, Zurigo, Kunsthaus (mostra itinerante), München 1988.
Enzo Cucchi: Roma, con testi di H. Hohl, E. Cucchi, Kunsthalle, Hamburg 1992.
Cucchi, a cura di I. Gianelli, Rivoli, Museo di arte contemporanea, Milano 1993.
Città d'Ancona Enzo Cucchi, a cura di M. Polverari, Ancona, Mole vanvitelliana, Milano 1997.