SICILIANO, Enzo (Vincenzo). – Nacque a Roma il 27 maggio 1934, secondogenito (la sorella Tina era nata nel 1925)
di Natale e di Giuseppina Jenzi.
La famiglia paterna era di fittavoli, calabrese da molte generazioni. Arruolato nel 1914, alla nascita di Enzo il padre lavorava presso il comando generale dei Carabinieri reali, in via XXIV maggio. Nel 1939 la famiglia si trasferì da via Milazzo 24, dove Siciliano nacque, in via Goito 39. La madre, anche lei calabrese, apparteneva a una famiglia di piccoli possidenti terrieri.
Dopo la prima preparatoria presso le suore dorotee di piazza Indipendenza, venne iscritto alla scuola elementare Enrico Pestalozzi di via Montebello; qui conseguì la licenza elementare nel 1945.
Trasferito il comando dell’Arma a Brescia sotto la Repubblica di Salò, il padre entrò in clandestinità fino al marzo del 1944; nel 1945 cominciò a lavorare presso la Banca d’Italia. Lasciata l’abitazione appannaggio dell’Arma, la famiglia, nei primi mesi del 1946, andò ad abitare in via Taranto 178.
Siciliano venne iscritto al ginnasio-liceo Umberto I (oggi Pilo Albertelli), presso S. Maria Maggiore. All’esame di quinta ginnasio venne rimandato in italiano e a settembre bocciato. Il padre lo iscrisse all’istituto Nazareno dei padri scolopi, tra via del Tritone e piazza di Spagna, perché il trasferimento presso un altro liceo pubblico era impedito dalla bocciatura. Qui ebbe, tra gli insegnanti, padre Pasquale Vannucci, studioso di Giosue Carducci e Giovanni Pascoli, e venne promosso a pieni voti.
Il 15 marzo 1951, il padre morì per miocardite, con gravi conseguenze finanziare per la famiglia: la retta del Nazareno diventò insostenibile e la madre pensò di iscriverlo a un liceo pubblico, ma grazie all’alta media dei voti il preside del Nazareno propose un’esenzione e in seguito consentì a Siciliano di presentarsi all’esame di maturità con un anno di anticipo. Iscrittosi nel 1952 alla facoltà di filosofia, presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza, maturò varie amicizie (tra cui Mario Lavagetto, Alberto Asor Rosa, Lorenzo Tornabuoni, Mario Tronti, Tullio De Mauro, Domenico Parisi) e l’interesse per la politica. Professori fondamentali per la sua formazione furono Natalino Sapegno, Guido Calogero, Bruno Nardi, Vittorio Somenzi, Carlo Antoni, Federico Chabod e Ugo Spirito. Frequentò anche, senza però sostenere l’esame, le lezioni di Mario Praz, Giuseppe Ungaretti, Ernesto De Martino e, già laureato, di Giacomo Debenedetti.
Cominciò a prendere lezioni di canto, poi interrotte, dopo aver studiato pianoforte da ragazzo. Nel novembre del 1956, da responsabile della ‘cellula’ di lettere della Federazione giovanile comunista italiana (FGCI), consegnò a Pietro Ingrao, direttore dell’Unità, un ordine del giorno in dissenso con la posizione del Partito comunista italiano (PCI) sui fatti di Ungheria e restituì la tessera.
All’inizio del 1957 conobbe Pier Paolo Pasolini, amicizia decisiva come poi quella con Alberto Moravia e i Bertolucci. Si laureò in filosofia con lode il 28 giugno discutendo la tesi Sul modo della valutazione estetica. Rilettura della ‘analitica del bello’ kantiana alla luce delle Ricerche filosofiche di Wittgenstein, relatori Spirito e Calogero.
In autunno cominciò a insegnare filosofia e storia nei licei. Con l’amico editore Roberto Lerici maturò l’idea di un’Antologia di Solaria, uscita l’anno dopo (con introduzione di Alberto Carocci, Milano 1958). Cominciò a frequentare Niccolò Gallo, al quale diede in lettura un primo tentativo di romanzo; tramite Gallo conobbe Giorgio Bassani, e tramite Bassani Attilio Bertolucci, direttore di Palatina, e suo figlio Bernardo. Tramite Bertolucci conobbe Cesare Garboli. Il 7 marzo 1959, a Rapallo, rese visita a Ezra Pound, del quale aveva tradotto due Cantos. Pound lo segnalò a Giambattista Vicari per Il caffè; su Paragone. Letteratura uscirono alcuni suoi racconti.
Nel novembre del 1960 fu pubblicata La noia di Moravia. Siciliano ne scrisse. Incontrò per la prima volta Moravia probabilmente nella primavera del 1961 (o nell’inverno del 1962) e attraverso lui conobbe Elsa Morante e Sandro Penna.
Nell’estate del 1961 vinse un concorso per programmista presso la RAI e lasciò l’insegnamento. Nel 1962 cominciò la collaborazione con Nuovi Argomenti, Il Mondo e Tempo presente. Subito dopo vide la luce il suo libro d’esordio, Racconti ambigui (Milano 1963).
Il 14 dicembre 1963 sposò in Campidoglio Flaminia Petrucci: testimoni per lo sposo Attilio Bertolucci e Moravia; per la sposa Garboli e Vittorio Sermonti: viaggio di nozze in Libia e Tunisia insieme a Moravia e Dacia Maraini. All’inizio del 1964, la coppia andò a vivere in una piccola casa in passeggiata di Ripetta 25. Nel corso dell’anno Siciliano iniziò la collaborazione con il Corriere della sera, si dimise dalla RAI, prese l’abilitazione e tornò all’insegnamento presso il liceo scientifico Guido Castelnuovo di Monte Mario, chiamato dal preside Giambattista Salinari.
Nel maggio del 1965 pubblicò per Vallecchi il pamphlet su sperimentalismo e neoavanguardia Prima della poesia (Firenze). Tuttavia, si leggeva nel risvolto, «in realtà il vero tema, l’interno itinerario del saggio è racchiuso in questa domanda: è possibile ancora un equilibrio dialettico tra vita e letteratura? Colmare la distanza che corre tra l’inventariare gli oggetti della realtà (quale sembra la direzione ultimissima dell’arte moderna) e l’esprimersi?»: un tema cruciale per Siciliano. Prima della poesia provocò accese polemiche, ma anche un articolo favorevole di Montale (poi, in Auto da fé).
Nel 1966 Siciliano divenne segretario di redazione di Nuovi Argomenti: sulla rivista pubblicò saggi poi raccolti in Autobiografia letteraria (Milano 1970). Assecondò la pubblicazione di testi di coetanei e più giovani (Dario Bellezza, Antonio Debenedetti, Giorgio Montefoschi, Vincenzo Consolo, Renzo Paris, Franco Cordelli) e fu sempre uno scopritore di nuovi autori. In giugno uscì il romanzo breve La coppia (Milano 1966). Il 20 ottobre, al teatrino di via Belsiana di Roma, andò in scena la rappresentazione della sua prima opera teatrale, Tazza. Quello per il teatro fu un interesse mai accantonato.
Sempre nel 1966, si trasferì in via Angelo Brunetti 36, con una terrazza sui tetti di piazza del Popolo. Nel corso del tempo, passarono di lì Laura Betti e Gabriele Baldini, Natalia Ginzburg, Andrea Barbato (che abitava tre piani sotto), Enzo e Mimma Golino, Francesca Sanvitale: arrivò in visita anche Carlo Emilio Gadda.
Intanto iniziava a preparare uno dei suoi ‘resoconti critici’ più noti, uscito con il titolo Moravia (Milano 1971). Nel 1968 abbandonò definitivamente l’insegnamento nei licei e girò il film La coppia, tratto dal suo romanzo. Il 20 aprile nacque il primogenito Francesco, il 29 giugno 1969 il secondogenito Bernardo. Nel 1969, su invito di Alberto Ronchey, iniziò la collaborazione con La Stampa.
Ai saggi di Autobiografia letteraria, in cui risulta messa a fuoco la prossimità tra narratore e critico, fece seguito un nuovo libro di racconti, Dietro di me (Milano 1971). Nel 1971 si trasferì in un condominio di via Alberto Caroncini 53, presso viale Parioli. L’anno seguente divenne direttore di Nuovi Argomenti, insieme con Moravia e Pasolini, e acquistò la casa del Vertano, ad Acqualoreto, presso Todi: «il miglior posto per scrivere» (risvolto di Cuore e fantasmi), spesso richiamato in articoli e racconti.
Pubblicato il romanzo Rosa (pazza e disperata) (Milano 1973), con Francesca Sanvitale progettò il programma televisivo di attualità culturale Settimo Giorno, andato in onda dal 1974 al 1976. Nel 1975 pubblicò il romanzo La notte matrigna (Milano); nel 1976 la monografia Puccini (Milano). Il 2 novembre morì Pier Paolo Pasolini: Siciliano scrisse con Vita di Pasolini (Milano 1978) uno dei suoi libri più celebri e discussi.
Frattanto, dal dicembre del 1977 era tornato al Corriere della sera (anche come critico teatrale delle pagine romane) per il quale scrisse fino al 1993, anno del passaggio a la Repubblica.
La principessa e l’antiquario, romanzo ambientato nella Roma di fine Settecento pubblicato nel 1980 a Milano, fu insignito del premio Viareggio l’anno successivo, quando uscì anche la prima monografia dedicata alla sua opera, Enzo Siciliano (Firenze 1981), curata da Enrico Chierici e pubblicata nella collana Il castoro di La nuova Italia.
Dopo la raccolta di saggi La voce di Otello (Milano 1982; Bertolucci nel risvolto scrisse della «consapevolezza», in Siciliano, dell’«ambiguità fra narrativa e critica») uscì, nel 1983, La bohème del mare: dieci anni di letteratura 1972-1982 (Milano), in dittico con il volume precedente (Raboni scrisse nella presentazione di «libri non propriamente narrativi»). Diamante (Milano 1984) fu il primo romanzo di Siciliano di ispirazione calabrese, cui fecero seguito Non entrare nel campo degli orfani (Milano 2002) e La vita obliqua (Milano 2007), costituendo un trittico inseguito nel corso del tempo.
All’inizio di giugno del 1985 morì la madre. Dal 1986 lavorò a due ampi progetti: mentre dirigeva per l’editore Curcio una Storia della letteratura italiana destinata alle edicole, cominciava a scrivere, per Mondadori, La letteratura italiana (I-III, Milano 1986-1988). Dal 1988 per l’editore Gremese diresse, inoltre, una collana di narrativa aperta ai giovani scrittori. Intanto iniziò male, e si concluse presto, la direzione artistica del teatro Stabile di Calabria. Nel 1989, uscì la monografia Guccione (Milano), per Fabbri editore, firmata con Susan Sontag; l’anno seguente videro la luce le prose e i racconti di Cuore e fantasmi (Milano 1990). La mattina del 26 settembre 1990 morì Moravia. Siciliano curò la pubblicazione di alcuni inediti e importanti ristampe della sua opera. Cominciò a scrivere di cinema per L’Espresso.
Nel novembre del 1991 si trasferì in un appartamento di via Tarvisio 1, tra via Salaria e via Nomentana. I saggi di Romanzo e destini (Roma-Napoli 1992) rendono ulteriore testimonianza della sua attenzione a quanto di nuovo succedeva nella narrativa italiana. In aprile uscì Carta blu (Milano 1992), il romanzo in cui l’autobiografia si faceva più scoperta. Nel 1993, per Rizzoli, vide la luce Campo de’ Fiori, resoconto di un viaggio a Casarsa del Friuli sui luoghi di Pasolini e meditazione sul tempo, la letteratura, l’amicizia. Nel 1994, sempre per Rizzoli, con Mia madre amava il mare diede un’intensa rievocazione memoriale, attraverso un andirivieni nel tempo, dei ricordi familiari.
Il 1° gennaio 1995 assunse la carica di direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze che tenne sino al 15 novembre 2000. Viaggiava a inizio e fine settimana tra Roma e Firenze, dove dimorò in via Santo Spirito. L’ultimo convegno da lui voluto fu dedicato a La parola «Italia».
L’8 luglio 1996 venne nominato grand’ufficiale della Repubblica italiana. Il 10 luglio fu nominato presidente della RAI. Tenne l’incarico fino al 21 gennaio 1998, in un fuoco polemico anche da parte amica.
Nel gennaio del 1997, raccolse per Mondadori in Diario italiano (1991-1996) osservazioni di varia umanità (seguì, postumo, Diario italiano 1997-2006, Roma 2008). Nel settembre dello stesso anno pubblicò I bei momenti (Milano 1997), romanzo su Mozart che, insignito del premio Strega, ebbe comunque controversa accoglienza.
Il 20 gennaio 1998, al teatro Carignano di Torino ci fu la prima rappresentazione di Morte di Galeazzo Ciano. Nel 1999 fu nominato chevalier dans l’Ordre des arts et des lettres. Dal 2000 al 2004 diresse l’Enciclopedia del cinema per l’Istituto della Enciclopedia Italiana.
Nei Meridiani Mondadori, notevolmente ampliata rispetto all’edizione del 1983, uscì a sua cura l’antologia Racconti italiani del Novecento (I-III, Milano 2001), assemblata con il criterio di scegliere un racconto per autore, così da individuarne la ‘voce’: circa trecento ‘voci’ che raccontavano un secolo di letteratura e di storia. Nel 2002 pubblicò un romanzo di rivisitazione della storia italiana del dopoguerra, Non entrare nel campo degli orfani. Nel febbraio del 2004 fu nominato presidente della commissione scientifica delle Scuderie del Quirinale, mentre in marzo pubblicò Carta per musica (Milano 2004), su uno dei piaceri ininterrotti della sua esistenza (di un altro aveva dato conto con Pittura amata, Conegliano 2000). In agosto uscì Il risveglio della bionda sirena. Raphael e Mafai, storia di un amore coniugale (Milano 2004), ricostruzione saggistico-narrativa della Scuola di via Cavour.
Nel 2005 fu nominato presidente del premio Viareggio. Il 2 marzo 2006 gli fu conferita la laurea honoris causa in lettere dall’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Consegnò in quei giorni il dattiloscritto del romanzo La vita obliqua.
Da tempo in dialisi, morì il 9 giugno 2006 nella clinica villa Mafalda di Roma, dove era stato ricoverato in seguito a un malore, e fu sepolto in un piccolo cimitero presso il Vertano.
Fonti e Bibl.: Catalogo delle opere e bibliografia in E. Siciliano, Opere scelte, a cura e con un saggio introduttivo di R. Manica, con la collaborazione di S. Casini, Milano 2011.