Siciliano, Enzo
Scrittore, drammaturgo, critico letterario e cinematografico, nato a Roma il 27 maggio 1934. La sua formazione culturale e l'affinarsi del suo stile si sono snodati anche nell'intenso rapporto con figure centrali del Novecento come Giacomo Debenedetti, Attilio Bertolucci, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Il rapporto con il cinema ha avuto per lui valenza formativa e ha costituito la verifica in trasparenza di una rivoluzione conoscitiva che ha segnato il 20° sec., visione confermata anche dalla direzione dell'Enciclopedia del cinema assunta nel 2000 per l'Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani.
Laureatosi nel 1956 in filosofia teoretica con una tesi dal titolo Sul modo della valutazione estetica, relatori U. Spirito e G. Calogero, S. insegnò storia e filosofia nei licei dal 1957 al 1967. A metà degli anni Cinquanta cominciò a collaborare a prestigiose riviste culturali come "Paragone", "Tempo presente", "L'Europa letteraria". Nel 1963 con Racconti ambigui S. avviò la sua opera narrativa, segnata da romanzi come Rosa (pazza e disperata) (1973), La principessa e l'antiquario (1980), I bei momenti (1997, vincitore del premio Strega), Non entrare nel campo degli orfani (2002), e accompagnata da saggi (Prima della poesia, 1965; Autobiografia letteraria, 1970; Romanzo e destini, 1992) e ritratti biografici (Moravia, 1971; Guccione, 1971; Puccini, 1976; Vita di Pasolini, 1978, sul quale è basato il film Pasolini un delitto italiano, 1995, di Marco Tullio Giordana). Dalla metà degli anni Sessanta si concretizzò il suo vivo interesse per il teatro sia nell'attività mai interrotta di drammaturgo (Vita e morte di Cola di Rienzo, 1973; La casa scoppiata, 1987; Morte di Galeazzo Ciano, 1997; Memoriale da Tucidide. Pericle e la peste, 2004), sia in impegno artistico e organizzativo, fin dall'avventura, condivisa con Dacia Maraini e Moravia, della Compagnia del Porcospino. Direttore della rivista "Nuovi argomenti" dal 1972, ha collaborato a testate come il "Corriere della sera", "Il mondo", "La stampa", "La Repubblica". Dal 1996 al 1998 è stato presidente della RAI (per la quale fin dal 1961 aveva lavorato occupandosi di diversi programmi culturali). Risultano incardinate sul suo stile di scrittura una sensibilità civile e il senso di un immaginario che si misura sul 'farsi' della vita. In questa prospettiva si può leggere il ruolo decisivo anche se tangenziale giocato dal cinema nell'attività intellettuale di S., emerso nelle critiche cinematografiche scritte per "L'Espresso" dal 1990 al 1993, poi raccolte nel volume Cinema & film. Cronaca di un amore contrastato (1999). Come egli stesso scrive: "In una striscia di fotogrammi si spia, nell'illusione del tempo reale, l'esistenza di qualcuno e di qualcosa in modo furtivo: il caso lo salda a una stretta necessità da cui cogli un modo fisico d'essere" (p. 39). L'idea che S. ha dell'esperienza cinematografica è, quindi, riconducibile a una sorta di 'passione dello sguardo'. Ciò emerge nel clima ambiguo del film La coppia (1969), da lui diretto e tratto dal suo romanzo omonimo (1966), dove il triangolo amoroso si sospende in spazi insieme esteriori e interiori. Oltre a scrivere la sceneggiatura per il film televisivo Tre operai (1980) di Francesco Maselli, da C. Bernari, e collaborare ai dialoghi per Io e lui (1973) di Luciano Salce, da Moravia, è comparso come attore in Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pasolini, e ha scritto con Enrico Medioli il trattamento di un film mai realizzato da Luchino Visconti tratto dalla proustiana Recherche du temps perdu.
E. Chierici, Enzo Siciliano, Firenze 1981.