Kosovo, guerra del Conflitto bellico verificatosi tra il febbraio 1998 e il giugno 1999 nella regione del Kosovo, all’epoca parte della Repubblica federale di Iugoslavia, tra le forze serbe e jugoslave e il gruppo separatista albanese Esercito di Liberazione del Kosovo (Ushtria Çlirimtare e Kosovës, UÇK), nell’ambito delle guerre balcaniche innescate dopo la fine della Guerra fredda dal venir meno della garanzia delle superpotenze sulla stabilità dei confini europei e dai tentativi di centralismo autoritario dei dirigenti succedutisi alla presidenza della Federazione jugoslava dal 1989. Le aspirazioni indipendentiste del Kosovo – regione a prevalenza albanese con una minoranza serba –, propugnate dall’UÇK, responsabile di numerosi attentati nel 1996-97, spinsero il presidente serbo S. Milošević ad autorizzare una feroce campagna repressiva, con stragi e deportazioni compiute dalle milizie serbe e da truppe paramilitari. Il fallimento di ogni accordo fra le parti e del negoziato convocato dalla Francia a Rambouillet determinò l’inizio dell’attacco NATO contro la Iugoslavia che, avviato nel marzo 1999, si concluse a giugno, quando Belgrado accettò il piano di pace proposto dai paesi del G8. La risoluzione 1244 dell’ONU pose il Kosovo sotto il controllo provvisorio di un organismo internazionale, l’UNMIK (United Nations Interim Administration Mission in Kosovo), mentre ne auspicava l’autonomia pur ribadendo la sovranità della Serbia. Il ritardo con cui l’UNMIK divenne operativa non contribuì a riportare stabilità nella vita civile; ne fu favorita, al contrario, la criminalità organizzata che, nel vuoto politico e giuridico venutosi a creare, poté intensificare e ramificare le sue attività (traffico di armi, di droga e di esseri umani). La smilitarizzazione dell’UÇK e la sua trasformazione in un corpo civile non servirono a eliminare le frange estremistiche militarizzate albanesi, i cui membri si andarono organizzando in nuove formazioni armate. Nei primi mesi del 2000 fu costituito il Consiglio amministrativo provvisorio del Kosovo, composto dai principali partiti politici della provincia, e nel 2008 il Kosovo proclamò unilateralmente la propria indipendenza, riconosciuta al 2025 da 101 paesi membri dell'ONU e da Taiwan.