Eolo
Mitico re dei venti, che gli antichi credevano abitasse in una delle isole Eolie, a nord della Sicilia, e tenesse imprigionati venti e tempeste in una grotta, per scatenarli a suo piacere.
In Vn XXV 9 E. è citato come la personificazione di un fenomeno atmosferico, tra gli esempi di cose inanimate cui i poeti si rivolgono come fossero esseri razionali e parlanti: Che li poete abbiano così parlato come detto è, appare per Virgilio; lo quale dice che luno, cioè una dea nemica de li Troiani, parloe ad Eolo, segnore de li venti, quivi nel primo de lo Eneida: "Aeole nanque tibi ", e che questo segnore le rispuose, quivi: " Tuus, o regina, quid optes explorare labor; michi iussa capessere fas est ".
L'immagine mitica del dio che scatena i venti imprigionati è evidente in Pg XXVIII 21: quand'Ëolo scilocco fuor discioglie, dove tuttavia il valore del termine rimane metonimico. Il nome appare come variante erronea di Euro, in Pd VIII 69; cfr. Petrocchi, ad l.