EPARINA (dal gr. ἧπαρ "fegato")
Sostanza circolante nel sangue normale, così denominata da W. Howell che la preparò dal fegato; sciolta nel sangue nella proporzione di 1 su 10 o 20 mila, ha la proprietà di renderlo incoagulabile tanto in vivo che in vitro.
L'eparina è termostabile, solubile in acqua; pare che sia costituita da acido glicuronico legato con idrati di carbonio e che nel sangue si trovi allo stato di combinazione con una globulina del plasma. La più piccola unità della complessa molecola dell'eparina di bue, secondo A. F. Charles e A. R. Todd, può essere così rappresentata:
Essa ricorda la formula dell'acido mucoitinsolforico; gli ossidrili contrassegnati da asterisco sarebbero legati ad un radicale solforico e pare che l'azione anticoagulante sia dovuta essenzialmente ai gruppi solfonici. Si può ottenere oltreché dal fegato e dal miocardio anche dalla milza e dai muscoli ed è presente in tracce nel sangue. L'iniezione di peptone Witte per via endovenosa stimola la produzione dell'eparina, che passa in circolo in grande quantità: infatti il sangue di un cane trattato col peptone, aggiunto al sangue normale ha lo stesso effetto anticoagulante di una soluzione di eparina.
Non è chiaro quale sia il significato di questo anticoagulante in circolo; si sa però con sicurezza che esso non impedisce l'azione della trombina sul fibrinogeno, ma neutralizza la protrombina o, comunque, inibisce o rallenta la conversione della protrombina in trombina: si può quindi definire come una anti-protrombina. Qualche autore ritiene che essa agisca anche come antitrombina, altri avanza ancora oggi l'ipotesi che essa costituisca una anti-trombochinasi.
L'eparina si somministra come farmaco per via endovenosa, ma per via orale è inefficace; mentre in vitro la sua influenza è pressoché immediata, in vivo compare dopo 5-10 minuti e dura a seconda della dose fino a 5 o 6 ore. La sua complessa azione inibitoria si esplica anche diminuendo l'agglutinabilità delle piastrine, pur senza influenzare sensibilmente il tempo di emorragia. Questo anticoagulante trova utile impiego per analisi chimiche e citologiche del sangue in quanto non ne modifica altrimenti la composizione. L'uso dell'eparina consente la trasfusione diretta di sangue dal donatore al malato, nel quale in seguito a questo trattamento il tempo di coagulazione risulta di poco e transitoriamente allungato. Una particolare indicazione di questo farmaco si ha nel trattamento preventivo e curativo delle affezioni tromboemboliche, nelle quali si sono avuti risultati molto soddisfacenti anche mediante la trasfusione protratta a gocce nei casi più gravi.
Bibl.: W. Howell e E. Holt, in Am. Journ. Physiol., XLVII, 1918, p. 329; id., ibid., LXIII, 1922, p. 434; J. H. Ferguson, in Proceed. Soc. exp. Biol. and Med., XXXVII, 1937, p. 23; E. J. Jorpes, Heparin in the Treatment of Thrombosis, Londra 1939; E. J. Jorpes, in Bioch. Journ., XXXVI, 1942, p. 203; A. J. Quick, in Physiolog. Rev., XXIV, 1944, p. 297; R. Feissly e M. Enowicz, in Schw. med. Wochenschr., LXXVI, 1946, p. 274; B. Rovatti, in Il Sangue, XX, 1947, p. 6.