EPEO (‛Επειός, Epēus o Epīus)
Figlio di Panopeo, prese parte con trenta navi alla guerra troiana. Nei giuochi funebri in onore di Patroclo (Iliade, XXIII) riesce vincitore al pugilato su Eurialo, mentre nel lancio del disco appare così maldestro da suscitare le risa degli spettatori. Secondo una leggenda ricordata in un frammento di stesicoro e in un passo dei Deipnosofisti di Ateneo, sarebbe stato il portatore d'acqua degli Atridi. Ma soprattutto gli diede rinomanza la costruzione del cavallo di legno di cui si servirono i Greci per prendere con l'astuzia Ilio (cfr. il secondo libro dell'Eneide). Pausania il Periegeta ricorda come attribuita a lui una statua di legno di Ermete in Argo.
Bibl.: Weizsäcker, in Roscher, Lexik. d. gr. u. röm. Myth., I, i, coll. 1278 segg.; L. Preller, Gr. Myth., 4ª ed., II, ii, Berlino 1923, p. 1225 segg.