EPICURO (᾿Επικούρος, Epicurus)
Filosofo, nato a Samo (342-341 a. C.); si recò diciottenne ad Atene.
A trentadue anni fondò una scuola filosofica insegnando prima a Mitilene, poi a Lampsaco. Si trasferì ad Atene dove morì nel 271-270. Fu di animo buono e generoso verso discepoli e parenti, ma intollerante verso gli avversarî. Frugalissimo, riusciva a sostentarsi con un obolo al giorno; malato, sopportò con serenità i dolori fisici. Contro di lui si accanì l'ironia e la calunnia degli avversari: maestro di morale, rinunciatario, fu descritto come dissoluto ed empio. A Samo gli fu dedicata una statua bronzea (Diog. Laert., x, 5); le sue immagini erano molto diffuse nel mondo antico, persino su piatti ed anelli (Cic., De fin., v, 3).
I ritratti di E. ci sono conservati attraverso una trentina di repliche di età romana, due di esse (Museo Capitolino: erma di E. e Metrodoro; Museo Naz. di Napoli, dalla villa ercolanese dei Pisoni) conservando le iscrizioni. Una statua seduta di E. (vestito di himàtion, con rotolo nella destra) databile nell'originale al 270 circa a. C. è conosciuta da piccole repliche di età romana, tra le quali una di età flavia, del Museo Archeologico di Firenze.
Le copie dei ritratti di E. (quella migliore, di età flavia, è ora nel Metropolitan Museum di New York) sono state considerate come derivanti da un originale della prima metà del III sec. a. C.
Recentemente A. Adriani ha voluto riconoscere tre originali dai quali dipenderebbero le repliche sino ad ora conservate; il primo, eseguito quando il filosofo era in vita sarebbe documentato da una replica nella Gliptoteca Ny Carlsberg di Copenaghen, il secondo ed il terzo sarebbero più tardi, pur derivando dal primo tipo nello schema generale. Dal secondo originale deriverebbero la testa di New York e le statuine che rappresentano il filosofo seduto.
Le diversità tra le repliche potrebbero essere attribuite ai copisti, ed anche presupponendo un solo originale, la datazione di esso non sembra possa essere abbassata alla fine del III sec., pur tenendo presente il trattamento barocco delle copie più fini forse attribuibile ai copisti di età romana.
Uno scheletro, rappresentato su un bicchiere argenteo della prima metà del I sec. d. C., da Boscoreale, reca il nome di Epicuro
Bibl.: J. J. Bernoulli, Griechische Ikonographie, II, Monaco 1901, p. 122 ss.; L. Laurenzi, Ritratti Greci, Firenze 1941, p. 79, 117, n. 65; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner u. Denker, Basilea 1943, pp. 38 s., 118 s., 120, 166 s.; A. Adriani, in Ann. Sc. It. Atene, XXIV-XXVI, 1946-48, p. 147 ss.; V. Poulsen, Les Portraits Grecs (Glyptothèque Ny Carlsberg), Copenaghen 1954, p. 59 s., n. 33, tav. XXIV.