epifisi
Ghiandola endocrina impari, annessa al diencefalo e rivestita dalla pia madre. Il corpo dell’e. ha la forma di una piccola pigna (per cui è detta anche ghiandola pineale), di lunghezza inferiore a 1 cm e peso di ca. 100÷150 mg; è situata nella parte posteriore del III ventricolo, unita al talamo ottico per mezzo di un peduncolo epifisario formato da tre fascetti di fibre nervose. L’e. risulta formata da neuroni modificati (pinealociti) e da elementi di sostegno, soprattutto cellule gliali. I pinealociti producono melatonina, un amminoacido derivato dalla serotonina, implicato nella regolazione del ritmo circadiano. L’e., al contrario di altre ghiandole endocrine, non è sotto il controllo di fattori ipotalamo-ipofisari, ma sotto quello del sistema nervoso, in partic. della sua sezione simpatica. Si può quindi considerare come un trasduttore neuroendocrino che converte impulsi nervosi in variazioni della secrezione ormonale. La produzione di melatonina è determinata dalla stimolazione luminosa (ritmo buio-luce), attraverso la via nervosa che dalla retina porta al nucleo mediale del tratto ottico accessorio, e quindi alle fibre simpatiche del sistema neurovegetativo che, liberando noradrenalina, agiscono sull’epifisi. La ghiandola pineale si forma nell’embrione umano (verso il 36° giorno) a partire dall’epitelio del tubo neurale della vescicola prosencefalica (➔ cervello, sviluppo del); al 6° mese di gestazione si differenziano i pinealociti. Dopo la nascita, la ghiandola aumenta di dimensioni fino a raggiungere la massima estensione verso i 7 anni. Nell’adulto l’attività diminuisce e l’organo va progressivamente incontro a calcificazione, con la formazione della cosiddetta sabbia cerebrale (o corpora arenacea), composta di fosfati e carbonati di calcio in una matrice organica.