EPIMENIDE ('Επιμενίδης, Epimenĭdes)
Sacerdote e teologo greco, da alcuni annoverato tra i sette savî, e la cui figura ha assunto nella tradizione i colori della leggenda. Secondo questa, egli, nativo di Cnosso in Creta, sarebbe stato chiamato ad Atene per purificare la città colpita da pestilenza per l'uccisione di Cilone, nei primi anni del secolo VI a. C.; avrebbe composto gran numero di poemi teologico-mitologici; avrebbe avuto vita lunghissima (299 anni, secondo la tradizione cretese), interrotta da lunghi sonni, come quello di 57 anni che lo colse quando era ancora fanciullo. Sotto questi tratti leggendarî (per cui v. p. es. Diog. Laert, I, 109 segg.), sembra tuttavia si possa determinare (specialmente in base alla testimonianza di Platone, Leggi, I, 642 d) la figura storica di E., sacerdote in Atene una diecina d'anni prima delle guerre persiane (cioè verso la fine del sec. VI) e autore, se non d'altro, della Teogonia (altrimenti intitolata Χρησμοί, "Vaticinî"), alcuni frammenti della quale ci sono rimasti. Questa si connetteva alle teogonie di Esiodo e degli Orfici, e poneva come principî primi l'Aere e la Notte, da cui faceva nascere il Tartaro, derivando infine dalla mescolanza di queste tre primordiali nature i Titani e l'Uovo del mondo.
Bibl.: Per le testimonianze e per i frammenti vedi H. Diels, Die Fragmente d. Vorsokr., II, 4ª ed., Berlino 1922, pp. 185-194. Inoltre: C. Schultess, De Epimenide Crete, Bonn 1877; H. Diels, in Sitzungsber. d. Berl. Akad., 1891, p. 387 segg.; U. v. Wilamowitz-Moellendorff, Euripides Hippolytos, Berlino 1891, pp. 22, 2463; H. Demoulin, Épiménide de Crète, Bruxelles 1901; O. Kern, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 173-78.