Alembert (d'), equazione di
Alembert (d’), equazione di equazione differenziale del secondo ordine alle derivate parziali detta anche equazione delle onde, in quanto costituisce un modello matematico per i moti ondosi. Nel caso generale, l’equazione ha come incognita la funzione u(x, y, z, t) e la sua espressione è:
L’espressione
che può essere indicata con ∇2, essendo ∇ l’operatore nabla, è detta operatore di Laplace ed è spesso indicata con ∆. Si può allora riscrivere l’equazione precedente in modo sintetico introducendo un ulteriore operatore, detto operatore di d’Alembert o operatore dalembertiano
L’equazione delle onde diventa così:
Si tratta di una equazione differenziale alle derivate parziali di tipo iperbolico, che descrive la propagazione ondosa in mezzi omogenei e isotropi. La costante c rappresenta la velocità di propagazione dell’onda e la funzione F le forze esterne che agiscono sul sistema. Nei casi monodimensionale e bidimensionale questa equazione viene anche detta rispettivamente equazione della corda vibrante o della membrana vibrante corrispondentemente al fenomeno fisico che essa descrive.
Nel caso monodimensionale, u(x, t) è la funzione incognita e rappresenta lo spostamento di un punto della corda tesa in direzione normale alla corda stessa, x indica la distanza del punto da uno degli estremi della corda, t indica il tempo e c la velocità di propagazione dell’onda sulla corda.
L’integrale generale dell’equazione monodimensionale omogenea (quindi con F = 0) è
dove φ e ψ sono funzioni arbitrarie di una variabile. I due termini rappresentano rispettivamente una perturbazione che avanza (onda progressiva) e una che regredisce (onda retrograda) lungo l’asse x, con velocità di propagazione c.
La soluzione del problema di → Cauchy u(x, 0) = ƒ(x), ut(x, 0) = g(x), è data dalla formula:
dove l’ultimo termine rappresenta il contributo delle forze esterne F, valutato con un integrale doppio esteso al dominio di dipendenza (→ equazioni differenziali alle derivate parziali); il dominio di dipendenza è il triangolo individuato dalle caratteristiche uscenti dal punto (x, t), che sono le rette di rispettivo coefficiente angolare ±1/c e la linea portante i dati, cioè l’asse t = 0.
La formula risolutiva, per i casi di dimensione n = 2k e n = 2k + 1, e per c = 1, diviene rispettivamente:
La differenza tra i casi con n pari o dispari è significativa: infatti in questi ultimi la soluzione in un punto (x0, t0) dipende solo dai dati iniziali sulla superficie sferica di equazione |x − x0| = t0 (principio di Huygens, dal nome del fisico e matematico olandese Ch. Huygens, mentre per n pari essa dipende dai valori su tutta la superficie individuata da |x − x0| ≤ t0. Il caso pari si ottiene da quello dispari con il cosiddetto metodo della discesa, che consiste nel notare che una soluzione (2k + 1)-dimensionale, che non dipende da una variabile, è anche soluzione del corrispondente problema 2k-dimensionale (→ onda).