equilibrio acido-base
Processo omeostatico essenziale per l’organismo che consente di mantenere i valori dell’acidità (pH) in un ambito compreso tra 7,35 e 7,45. Per questo è anche chiamato omeostasi del pH. Nell’organismo la concentrazione di ioni idrogeno è estremamente bassa rispetto a quella di altri elettroliti: infatti, mentre questo ione è presente con una concentrazione di 0,00004 meq/l, il sodio è presente in misura di circa 142 meq/l. È quindi comprensibile che minime variazioni nelle quantità di ioni idrogeno possano produrre sensibili alterazioni del pH (che rappresenta il cologaritmo della concentrazione degli ioni idrogeno). Ecco perché questo parametro deve essere finemente e costantemente controllato e regolato.
Da un punto di vista medico, la misura dell’equilibrio acido-base in un organismo si esegue misurando il pH del plasma, che rispecchia quello dell’ambiente in cui vivono e operano le cellule e corrisponde al valore di pH all’interno delle cellule stesse. Mentre il valore del pH nel plasma deve essere compreso nell’ambito fisiologico descritto (7,35÷7,45), i valori del pH dei liquidi in comunicazione con l’esterno (per es., i liquidi del tubo digerente o della vescica urinaria) possono avere valori molto diversi: si va da un pH pari a 1 nello stomaco a un pH di circa 8,5 nelle urine.
L’importanza fisiologica della regolazione del bilancio acido-base risiede nella capacità dello ione idrogeno di interagire con le proteine cellulari (enzimi, proteine canale, proteine modulatrici di funzione), che a seconda del pH possono modificare profondamente la propria struttura, e quindi la loro funzione. La regolazione dell’e. a.-b. è svolta in primo luogo da sistemi tampone, formati da acidi deboli accoppiati con i loro sali, che interagiscono in modo da non modificare il pH dell’ambiente. In secondo luogo questi equilibri vengono regolati dal rene attraverso l’eliminazione o il riassorbimento di ioni idrogeno e bicarbonati (anch’essi influenzanti il pH) e dall’apparato respiratorio attraverso l’eliminazione dell’anidride carbonica. Particolarmente sensibile alle variazioni di pH è il sistema nervoso centrale (SNC): una diminuzione del pH, cioè un aumento dello ione idrogeno, produce una depressione dell’eccitabilità dei neuroni. Tale depressione della funzione dell’SNC è generalizzata, ma colpisce soprattutto il controllo respiratorio, inibendolo. La diminuzione della funzione respiratoria produce un accumulo di anidride carbonica, che rende più acido l’ambiente, con accumulo ulteriore di ioni idrogeno. Questo processo di amplificazione della concentrazione di ione idrogeno può portare alla morte del paziente.