Cournot, equilibrio di
Teoria legata al nome di A.-A. Cournot (➔), l’economista che si dedicò, tra l’altro, allo studio della configurazione di equilibrio, in regime di duopolio (➔). L’elemento profondamente innovativo, introdotto da C., riguarda l’analisi dell’interazione strategica, che contraddistingue un regime di mercato con pochi grandi produttori e che condiziona le scelte delle imprese e la stessa definizione del concetto di equilibrio.
Due produttori di un bene omogeneo (acqua minerale, nell’esemplificazione di C.) devono separatamente, ossia in assenza di intese collusive, e simultaneamente, ossia all’insaputa della contestuale decisione del concorrente, determinare il livello di output (➔), con l’obiettivo di massimizzare il profitto. C. suppone che le imprese abbiano i medesimi costi di produzione, indipendenti dalle decisioni dell’altra impresa e crescenti nella quantità prodotta. L’elemento di interazione strategica nasce dal lato dei ricavi, dato che la domanda di mercato stabilisce una relazione inversa fra quantità complessivamente offerta dalle due imprese e prezzo. Ne segue che i ricavi dipendono, attraverso il prezzo, dalle quantità prodotte da entrambe le aziende. Nella scelta della quantità che massimizza il profitto, ogni produttore è quindi chiamato ad anticipare la simultanea decisione dell’altra impresa. C. formula l’ipotesi chiave, nota come ‘congettura di C.’, che ogni azienda supponga come data la quantità prodotta dall’altra, in modo indipendente dalla propria decisione. Questa ipotesi consente di determinare la scelta ottimale di ogni impresa, nella forma analitica di una funzione di reazione, ossia come risposta ottimale alle possibili scelte di quantità prodotta dell’altra impresa.
L’equilibrio in regime di duopolio (oligopolio) è costituito da un profilo di quantità prodotte, che massimizza il profitto di ogni impresa, data la scelta ottimale dell’altra e tale che la quantità domandata è uguale alla quantità offerta. Due le implicazioni importanti di tale nozione di equilibrio: la prima, che nessuna impresa ha convenienza a mutare unilateralmente la propria decisione di produzione; la seconda, che in equilibrio le congetture delle imprese sono verificate.
La definizione di equilibrio e le sue implicazioni coincidono esattamente con quelle che, a oltre 100 anni di distanza, hanno condotto J.F. Nash (➔) alla formulazione del concetto di equilibrio non cooperativo dei giochi (➔ giochi, teoria dei) a somma diversa da zero, tanto che si parla oggi di equilibrio C.-Nash del modello di duopolio con strategia di quantità.