equilibrio di genere
loc. s.le m. Parificazione nella rappresentatività dei generi maschile e femminile.
• «Il Tar, che definisce fondato il ricorso, fissa due punti: il primo è il richiamo all’articolo 5 comma 3 dello Statuto del Campidoglio, che vuole l’equilibrio di genere come numerico. Quindi, se gli assessori sono dodici e le donne sono due, non ci vuole una laurea in matematica per capire che non c’è equilibrio numerico» (Monica Cirinnà intervistata da Alessandro Capponi, Corriere della sera, 20 novembre 2011, Cronaca di Roma, p. 5) • I lavori a prevalenza femminile sono pagati meno di quelli in cui i maschi sono ben rappresentati. Perché sono percepiti meno importanti, gregari, meno qualificanti. Stereotipi fortissimi in Italia. È vero che condividiamo il fenomeno con l’Europa, con una differenza sostanziale però: altrove i governi si preoccupano e mettono in atto programmi per migliorare l’equilibrio di genere fra insegnanti, da noi no. (Mariapia Veladiano, Repubblica, 4 settembre 2012, p. 27, R2) • In caso di addio alla [Paola] Muraro, la sindaca si troverebbe nella situazione di dover trovare un nuovo responsabile dell’ambiente e con appena tre donne nell’esecutivo su nove assessori: e proprio oggi saranno presentati i ricorsi al Tar di Roberto Giachetti e di Sel per violazione del principio dell’equilibrio di genere in giunta, sancito dallo Statuto di Roma Capitale. (Fabio Rossi, Messaggero, 3 ottobre 2016, p. 8, Primo Piano).
- Composto dal s. m. equilibrio, dalla prep. di e dal s. m. genere, ricalcando l’espressione ingl. gender balance.
- Già attestato nel Corriere della sera del 10 luglio 1999, p. 2, In primo piano (Andrea Bonanni).
> gender balance, parità di genere.