equilibrio
Canone fondamentale, metodo più che dottrina determinata, di politica internazionale, tale da formare quasi la spina dorsale della diplomazia moderna e consistente nell’equilibrare o riequilibrare le forze delle grandi potenze in modo che la bilancia politica non trabocchi decisamente in favore di una di esse. In questo senso si parla di e. politico o e. tra potenze, e nella storiografia sull’Europa moderna, sviluppatasi soprattutto in Francia e in Germania tra Ottocento e Novecento, il termine e. è stato spesso congiunto, per opposizione, a quello di . Un equilibrio tra gli Stati venne ricercato in Italia nel sec. 15° e realizzato con la Pace di Lodi (1454); in seguito, la dottrina dell’e. fu ripresa dai teorici della politica e dai diplomatici europei per opporsi al tentativo di monarchia universale della Spagna prima e della Francia poi, e trovò la sua classica formulazione in Inghilterra all’inizio del sec. 18°, con l’opera di D. Hume Of Balance of Power (1742); fu quindi uno dei cardini del Congresso di Vienna (1814-15), sfociando nell’idea di «concerto europeo». Sebbene parzialmente in crisi per l’affermarsi del principio di nazionalità, il sistema degli Stati europei, fondato sull’e., informò di sé l’ultimo lungo periodo di pace goduto dall’Europa tra il 1871 e il 1914. Anche dopo la Seconda guerra mondiale nella pubblicistica politica si è parlato di e. tra i blocchi (ma anche di «e. del terrore»), con riferimento all’epoca della Guerra fredda e della contrapposizione bipolare, e in particolare al rapporto di forze tra le cosiddette superpotenze, URSS e USA.