ERACLEA o Cittanova
Antica citta veneta edificata su una isola dell'omonima laguna eracliana (l'antica laguna di Oderzo), oggi scomparsa. Nell'isola innominata, come ancora la ricorda il placito liutprandino del 743, collocata a breve distanza dal litorale opitergino nel seno della laguna veneta, trovava rifugio il vescovo di Oderzo a mezzo il sec. VII, incalzato dalla recente conquista longobarda. Con l'autorità episcopale in essa si erano anche trasferiti i profughi condotti dai gerarchi bizantini, che avevano sostenuta la difesa di Oderzo, e qui diedero mano a una nuova sede, che ebbe nome Cittanova. Dapprima gli fu dato l'appellativo di eracliana (Civitas nova que dicitur eracliana, così nei documenti più antichi). Quando si costituì nel 727 il primo governo ducale indigeno nelle lagune venete, Cittanova fu scelta a residenza del nuovo ordinamento, che dopo non molti anni, nel corso del sec. VIII, dovette però cedere alle isole meridionali capeggiate da Malamocco. Cittanova decadde: invano i dogi realtini si sforzarono di rianimare la vita locale della vecchia città, riparando i segni manifesti di rovina. Contro la sua stessa esistenza congiurava anche l'azione degli agenti riaturali, che ne minacciavano l'indipendenza insulare e se ancora nel sec. IX è ricordata nella sua struttura insulare, nel corso di alcuni secoli il continente la assorbì e il vecchio centro si ridusse a poco più che un villaggio, destinato a scomparire. La sede episcopale fu soppressa nel 1440 per bolla di Eugenio IV.
Bibl.: V. Botteon, Un documento prezioso riguardo alle origini del vescovado di Ceneda, Conegliano 1907; R. Cessi, Venezia ducale, I: Le origini, Padova 1928; id., Il conflitto ecclesiastico al tempo del duca Orso, in Atti Ist. veneto, LXXXVII; id., Nuova Aquileia, ibid., LXXXVIII; P. F. Kehr, Italia pontificia, VII, pp. 2, 77 segg.; G. Pavanello, Di un'antica laguna scomparsa (la laguna Eracliana), in Arch. veneto-tridentino, III (1923).