BARETTI, Eraldo
Nacque a Mondovì il 18 apr. 1846; compiuti gli studi classici, si trasferì a Bologna e quindi all'unìversità di Torino, laureandosi in giurisprudenza (1870). Di questo periodo giovanile sono i suoi primi tentativi in campo letterario: un gruppo di poesie rimaste inedite. Esercitata per qualche anno la libera professione nel foro torinese, fu assunto come consulente legale alla Banca di Credito Siciliano, trasferendosi così a Palermo (1875). Amico dell'attore G. Toselli, grande interprete del teatro dialettale piemontese, nel periodo critico che seguì lo scioglimento della sua compagnia fu da questo sollecitato a scrivere una commedia: nacque così Tota Giulia la maestra d'piano,una farsa in due atti, senza molte pretese, recitata al Teatro Scribe di Torino (1877). Attirato così nel mondo teatrale, il B. scriveva per il Toselli altre commedie, sempre in dialetto, tutte lontane da ogni sforzo d'invenzione: 'N'idea luminosa (1877), 'N anonssi an quarta pagina (1878), Intrigh, superbia e anbission (1878). Trasferitosi in seguito a Roma (1880), egli dava finalmente alle scene la commedia I fastidi d'un grand om (rappresentata al Teatro Rossini il 13 dic. 1881) che doveva riportare un successo clamoroso. I lavori seguenti non furono tuttavia alla stessa altezza, deludendo l'attesa del fedele pubblico torinese: 'N romans an famìia (1882, riduzione in dialetto di una sua precedente commedia, Romanzo del babbo), Facessie de preive (1884), Cose d, tuti i dì (1884) e infine Le conferensse d, Tito Pamela (1886). Rimasto sempre un commediografo dilettante, malgrado la fama raggiunta, il B. volle continuare la carriera legale, divenendo in seguito segretario di gabinetto al ministero di Grazia e Giustizia (1885)Visse a Roma in stretti rapporti di amicizia con A. Amulfi, poeta suo compatriota: frutto della loro collaborazione fu una mediocre commedia in lingua, I Duchi di Nemi (1887). Varcati i confini della sua regione, I fastidi d, un grand om,tradotta da G. Ulmann, venne recitata a Trieste e Venezia, ottenendo sempre il favore del pubblico: un successo ancor più clamoroso conseguì sui teatri napoletani, nella riduzione di E. Scarpetta, Nu ministro mmiez'a li guaie (rappresentata al Teatro Bellini, il 21 apr. 1894). Fu anche rappresentata, tradotta in tedesco, a Vienna e a Berlino. Il B. non godé tuttavia a lungo i vantaggi della raggiunta notorietà: morì improvvisamente a Roma il 5 genn. 1895.
Pur nei limiti di una visione provinciale e angusta, il B. sentiva vivissima l'esigenza di un rinnovamento in senso realistico del teatro dialettale piemontese, caduto in una crisi profonda dopo la sorprendente fioritura intomo alla metà dell'Ottocento, il cui frutto più splendido doveva restare Le miserie d, monsù Travet di V. Bersezio (363). Di quella conimedia, oltre a riecheggiare il titolo, I fastidi d'un grand om ne ripeteva il successo. Tre atti di comicità a tratti irresistibile, sviluppati su una trama leggerissima: l'azione gravita intorno alla figura di un ministro, Giacomo Ranella, in visita al paese natio, con incidenti ed equivoci scontatissimi su un piano bozzettistico. La commedia si fa apprezzare per la freschezza e la spontaneità delle trovate; alcune osservazioni realistiche sembrano frutto di una esperienza personale: buona parte del successo nasceva, del resto, dalla convinzione che la commedia celasse allusioni satiriche verso personaggi politici dell'epoca. Il B. resta comunque l'autore di un solo grande successo, nulla salvandosi della sua restante produzione teatrale, se si eccettua 'N romans an famìia, una delle più divertenti pochades scritte in quel periodo in Italia.
Fonti e Bibl.: F. Alarni [Alberto Arnulfil, Sonetti e poesie varie in vernacolo piemontese,con prefazione di E. De Amicìs, Torino 1889, pp. XXXVIII, XLI; necrologio in L'Illustrazione italiana,13 genn. 1895, V. 30; D. Orsi, E. B. e "I fastidi d'un grand om", ibid.,14 luglio 1895, pp. 30 s.; M. Piacenza, Cenni biogr. e bibliogr. di E. B...,Mondovi 1904; C. Belloni, Diz. stor. dei banchieri ital.,Firenze 1951, p. 31 (sbagliata è la notizia ivi riportata che il B. fu direttore della Banca Romana dal 1888); Enciclopedia dello Spettacolo, I, coll.1500 S.