erbata
‛ Hapax ' dantesco; del sostantivo non si conosce altra testimonianza nell'italiano antico che quella recata da D. in Cv IV XXII 5 questo naturale appetito, che de la divina grazia surge, dal principio quasi si mostra non dissimile a quello che pur da natura nudamente viene, ma con esso, sì come l'erbate quasi di diversi biadi, si simiglia.
La rarità della parola spiega la corruzione che ha subito colpito questo passo dantesco in molti codici, che recano erbetta (paleograficamente, del resto, nella scrittura del XIV secolo era facile l'equivoco tra ‛ erbata ' ed ‛ erbecta '), e anche erba nata, passati poi con diversa fortuna nelle posteriori edizioni. L'esatta lezione è stata recuperata dall'edizione del '21 e seguita dagli altri editori, che - forse come ‛ lectio difficilior ' - hanno preferito il plurale erbate al singolare e., altrettanto ben rappresentato nei codici.
Il senso, anche per l'evidente collegamento con l'aggettivo participiale ‛ erbato ', sembra quello di " distesa di erba piccola e tenera ".