RANGONI, Ercole
RANGONI (Rangone), Ercole. – Nacque a Modena nel 1491 da Niccolò Maria, conte di Spilamberto, e da Bianca, figlia di Giovanni II Bentivoglio signore di Bologna.
Sesto di dieci figli, perse il padre – uomo d’armi impegnato a lungo nella conservazione della signoria su Bologna da parte del suocero – nel 1500. A differenza di tutti gli altri fratelli maschi (Guido, Antongaleazzo, Girolamo, Alessandro, Annibale, Ludovico e Francesco) avviati come il padre alla vita militare, fu destinato dalla madre alla carriera ecclesiastica. Per assicurare al figlio una formazione umanistica adatta al ruolo, Bianca chiamò a Modena Demetrio Moscopulo e il ferrarese Lilio Gregorio Giraldi, che nel De deis gentium si riferisce a Ercole come «alumno et discipulo» (Giraldi, 1696, p. 133).
Fra il 1510 e il 1512 la conquista di Modena e Reggio da parte di papa Giulio II, entrato in conflitto con il proprio vassallo Alfonso I d’Este a causa della rottura della Lega di Cambrai e della fine della guerra contro Venezia, portò la famiglia Rangoni a rivestire un ruolo di prima importanza nelle due città: Gherardo, cugino di Niccolò Maria, aiutò il papa nella conquista di Modena ed ebbe come premio il seggio vescovile reggiano per il figlio Ugo e Bianca iniziò a intrecciare una fitta rete di legami con la Curia romana per i figli, che negli anni successivi avrebbero ricoperto ruoli di rilievo nelle armate pontificie.
L’11 aprile 1512 nella battaglia di Ravenna, che vide la sconfitta dell’esercito papale da parte di quello francese, il cardinale legato di Bologna Giovanni de’ Medici fu fatto prigioniero e condotto in Lombardia. Bianca Bentivoglio inviò il figlio Ercole a fornire assistenza e doni all’alto prelato e a offrirsi come compagno di prigionia; lo stesso cardinale, liberato nel giugno seguente grazie a un’azione portata a termine da nobili mantovani, durante il viaggio di ritorno a Roma fu ospitato magnificamente dalla stessa Bianca a Modena. Questa fedeltà della famiglia fu premiata con l’ingresso del giovane Rangoni nel seguito di Giovanni de’ Medici.
L’anno successivo, con l’ascesa del cardinale al soglio pontificio con il nome di Leone X, la carriera di Rangoni nelle gerarchie ecclesiastiche vide una rapida accelerazione: il giovane modenese fu nominato cameriere segreto del papa, protonotario apostolico e finalmente – nel conclave del 1° luglio 1517, in cui il collegio cardinalizio si arricchì di ben trentuno nuovi membri – cardinale con il titolo di S. Agata. Per celebrare il conseguimento della porpora cardinalizia Rangoni commissionò a Sebastiano del Piombo la tela con il Martirio di sant’Agata, ultimata nel 1519 o 1520 e conservata a palazzo Pitti; inoltre curò il restauro della chiesa diaconale di S. Agata alla Suburra, dell’annesso palazzo e dei giardini.
A Roma Rangoni si insediò con il proprio seguito (particolarmente ampio, composto secondo alcuni da centocinquanta persone) in un palazzo attiguo a quello del cardinale Lorenzo Campeggi, in piazza Scossacavalli al centro del rione di Borgo. Partendo da Modena volle portare con sé come segretario il proprio precettore Lilio Gregorio Giraldi. Giraldi dedicò a Ercole due opere scritte nel periodo romano: il secondo dialogo De poetis nostrorum temporum e l’Epistola in qua agitur de incommodis quae in direptione urbana passus est: ubi item et quasi catalogus suorum amicorum poetarum, composta dopo il sacco di Roma e indirizzata ad Antonio Tebaldeo.
Oltre al cappello cardinalizio, Rangoni ricevette presto anche due sedi vescovili: il 15 giugno 1519 quella di Adria, cui avrebbe rinunciato il 27 maggio 1524, e il 12 settembre 1520 – dopo la morte del cardinale Ippolito d’Este, che amministrava la diocesi – quella di Modena. Poiché, nella vicina Reggio era vescovo già dal 1510 Ugo Rangoni, dal 1520 entrambe le città recentemente tolte dallo Stato della Chiesa agli Este si trovarono dunque affidate alle cure spirituali di due membri della famiglia Rangoni: un’ulteriore dimostrazione – assieme con le importanti carriere militari svolte negli stessi anni da altri membri della famiglia e in particolare da Guido, fratello maggiore di Ercole – del rilievo assunto dai Rangoni.
La presenza di Rangoni nelle due sedi durante i pochi anni di episcopato fu molto discontinua; la decisione di maggiore rilievo presa come vescovo di Modena fu la convocazione, in conformità alle indicazioni del V Concilio lateranense, di un sinodo nel 1521. Nel 1526, alla morte di Pietro De Albis, fu chiamato per breve tempo a reggere come amministratore apostolico l’arcivescovato di Nazareth, che comprendeva il titolo di vescovo di Canne; questa reggenza durò fino alla nomina del nuovo arcivescovo, Pier Francesco Ferro.
Durante i pochi anni del cardinalato Rangoni ebbe modo di partecipare a due conclavi: quello del 1521-22, che vide l’elezione di Adriano VI sostenuta dai cardinali filoimperiali, e quello del 1523 che portò al soglio pontificio Giulio de’ Medici con il nome di Clemente VII.
A Clemente VII Rangoni fu vicino come lo era stato al cugino Leone X. All’inizio del sacco di Roma, il 6 maggio 1527, quando i lanzichenecchi conquistarono Borgo, fu tra i pochi cardinali che riuscirono a rifugiarsi con il papa in Castel Sant’Angelo prima della chiusura della fortezza. Nei mesi successivi rimase prigioniero durante l’assedio e contrasse una malattia, forse peste.
Morì il 25 agosto 1527. Fu sepolto nella chiesa diaconale di S. Agata alla Suburra.
Aveva avuto un figlio naturale, Giulio Cesare, che fu cavaliere di Malta e commendatore di S. Giovanni a Modena.
Fonti e Bibl.: G. Silingardi, Catalogus episcoporum Mutinensium, Mutinae 1606, p. 136; L. Vedriani, Catalogo dei vescovi modonesi, Modena 1669, p. 92; L.G. Giraldi, Opera omnia, I, Lugduni Batavorum 1696, p. 133; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, IV, Modena 1783, pp. 282-286; Id., Memorie storiche modenesi, IV, Modena 1794, p. 75; A. Todesco, Annali della città di Modena (1501-1547), a cura di R. Bussi - R. Montagnani, Modena 1979, pp. 21, 24, 27.
G. Laurenti, Storia della diaconia cardinalizia, e monistero abbaziale di S. Agata alla Suburra, Roma 1797, pp. LIII, LXXVI; P. Litta, Famiglie celebri d’Italia, VII, Milano 1844; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro fino ai giorni nostri, LVI, Venezia 1852, p. 164; G. van Gulik, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1923, pp. 95, 252; E. Gazzetti - A. Barbieri, Cardinali, vescovi e abati nella storia delle diocesi di Modena e Nonantola (sec. IV - sec. XX), Negarine di S. Pietro in Cariano 1993, pp. 71 s.; N. Rubello, «Il cardinale prigione». Giovanni de’ Medici da Ravenna a Bologna, in 1512. La battaglia di Ravenna, l’Italia, l’Europa. Atti del Convegno... 2012, a cura di D. Bolognesi, Ravenna 2014, pp. 117-138.