SFONDRATI, Ercole
– Nacque a Milano nel 1559 da Paolo, conte della Riviera, barone di Asso e della Valsassina, e da Sigismonda d’Este di San Martino.
La sua famiglia, originaria di Cremona, era una delle più eminenti della Lombardia, essendosi affermata già nel XIV secolo. Il padre aveva ricoperto sia incarichi diplomatici, come quello di residente milanese presso il duca di Savoia Carlo Emanuele I (a partire dal maggio 1581), sia incarichi di corte, in particolare quello di maggiordomo maggiore di Caterina, secondogenita del re di Spagna Filippo II, andata in sposa al duca di Savoia nel marzo del 1585. Ne aveva guadagnato fiducia e tangibili ricompense.
Non si hanno dettagli sulla formazione di Ercole. Si avviò comunque con decisione alla carriera militare. Nel giugno del 1582 partì per le Fiandre, per combattere i ribelli olandesi nell’esercito guidato dal duca di Parma Alessandro Farnese. Rientrato, tra il febbraio e il marzo del 1585 accompagnò il padre e il duca Carlo Emanuele I, che si recavano a Saragozza in occasione delle citate nozze. Dovette rimanere poco soddisfatto dei risultati raggiunti con questa esperienza: infatti, restano documenti di contrasti familiari alla fine dello stesso 1585, proprio riguardo alla posizione sociale di Ercole, che egli giudicava ancora troppo in ombra.
Il salto decisivo si verificò soltanto grazie alla carriera ecclesiastica dello zio Niccolò: creato cardinale il 12 dicembre 1583, grazie anche ai costanti sforzi del padre Paolo, egli venne eletto pontefice il 5 dicembre 1590. Già il 15 gennaio 1591, Ercole fu nominato capitaneus generalis et praefectus di S. Romana Chiesa, vale a dire comandante in capo di tutte le forze armate pontificie. Seguirono la nomina a governatore del Borgo vaticano (il 28 gennaio dello stesso anno) e addirittura – in data non precisabile, ma sempre in avvio di pontificato – quella a governatore di Ancona. In queste azioni, lo zio pontefice (Gregorio XIV) si lasciava guidare certamente da intenti smaccatamente nepotistici. Ma la carica di generale di S. Romana Chiesa non corrispose affatto a un titolo onorifico: Sfondrati si trovò presto impegnato in guerra.
Dopo la spedizione voluta da Pio V nel 1569, la S. Sede non aveva più utilizzato direttamente i propri eserciti durante le guerre di religione in Francia. Lo scenario mutò proprio con l’elezione di papa Sfondrati, che seguiva molto fedelmente le indicazioni della corte di Spagna, interessata a imporre la propria egemonia sul Regno rivale. Fu deciso quasi immediatamente l’intervento militare e, all’inizio di febbraio 1591, ne iniziarono i preparativi. Ercole cercò inizialmente di sottrarsi (aveva da poco sposato Lucrezia Cibo Malaspina, figlia del principe di Massa Alberico I). Ottenne solo il risultato di perdere tempo: gli spagnoli e i ligueurs cattolici, in lotta con l’ugonotto Enrico di Navarra, chiedevano a gran voce che fosse lui a prendere il comando della spedizione e il papa confermò questa scelta alla metà di marzo 1591. L’esercito fu allestito nella successiva primavera. Furono ingaggiati 6000 soldati svizzeri, ai quali si aggiunsero 2000 italiani. Gli ufficiali superiori furono scelti tra gli uomini più in vista nello Stato ecclesiastico: Appio Conti come maestro di campo generale, Pietro Caetani generale della cavalleria, Rodolfo Baglioni maestro di campo della fanteria. Il 12 maggio il papa consegnò ufficialmente il bastone di comando a Sfondrati, che contestualmente ricevette altresì il titolo di duca di Montemarciano (feudo marchigiano sequestrato al bandito Alfonso Piccolomini).
I risultati furono molto deludenti. La campagna di Francia del 1591 stentava a iniziare, poiché i contendenti aspettavano, nel Nord, l’arrivo dei rispettivi rinforzi. Il capo della Lega cattolica, il duca di Mayenne Charles de Guise, in particolare, auspicava che i pontifici impedissero il ricongiungimento dell’esercito del Navarra con un grosso contingente tedesco, appena arruolato. Le truppe pontificie però si avvicinarono al teatro delle operazioni con grande lentezza (in agosto erano ancora in Savoia) e fallirono l’obiettivo. Soltanto il 10 settembre arrivarono a Bar-le-Duc, tra Lorena e Champagne, unendosi all’esercito della Lega, ma restavano comunque inferiori di numero e forze rispetto ai nemici. Sfondrati si trovò allora – come il duca di Mayenne – nella condizione di dover attendere un nuovo rinforzo, quello del duca di Parma Alessandro Farnese, inviato da Filippo II in Francia. Fu un’attesa vana: le sue truppe furono anzi in quelle settimane falcidiate dalla dissenteria e consumate dalle diserzioni. Entrò in contrasto anche con i suoi ufficiali, in particolare con Pietro Caetani. La confusione aumentò vieppiù alla notizia della morte di Gregorio XIV, il 16 ottobre 1591, arrivata in Francia nella prima decade del mese successivo. Sfondrati si mostrò dapprima irresoluto, ignorando cosa avrebbero deciso il S. Collegio e il futuro pontefice. Poi, eletto Innocenzo IX, conformemente agli ordini di Roma fece pressione sul Farnese, che in dicembre ancora non era entrato in Francia, minacciando il licenziamento immediato di tutti i soldati rimasti, svizzeri e italiani. Fu presto sconfessato dal commissario generale dell’esercito, monsignor Girolamo Matteucci, a sua volta condizionato dalle insistenze del duca di Parma. Con quest’ultimo Sfondrati entrò in contrasto anche dopo che i diversi contingenti si erano finalmente riuniti insieme, poco prima di Natale.
Gli svizzeri erano ormai poco più della metà, gli italiani ridotti di più di un terzo. All’inizio di gennaio 1592, Sfondrati fece licenziare i contingenti italiani e si dispose a fare lo stesso con gli svizzeri, ma la sua azione fu di nuovo sconfessata: alla Sede vacante per la morte di suo zio erano seguiti il breve pontificato di Innocenzo IX e una nuova Sede vacante. Tuttavia, il nuovo pontefice, Clemente VIII (eletto il 30 gennaio), voleva continuare la spedizione. Così, Sfondrati ricevette dapprima l’ordine di eseguire in ogni cosa quanto deciso dal duca di Parma e poi, alla fine di febbraio, ebbe licenza di rientrare a Roma.
Ormai la sua posizione era pregiudicata. Nell’agosto del 1593, la Camera apostolica rientrò in possesso di Montemarciano: Sfondrati poté ancora fregiarsi del titolo di duca del feudo marchigiano, non trasmissibile ai suoi discendenti, ed ebbe un indennizzo finanziario. Si ritirò a Bellagio, presso il lago di Como. Fu impegnato in diverse liti giudiziarie per regolare il patrimonio di famiglia. Divenuto cappuccino il primogenito Paolo e costretto a monacarsi il secondogenito Francesco poiché dilapidava il patrimonio paterno (e materno), beni e titoli lombardi passarono a Valeriano, ufficiale superiore degli eserciti spagnoli nel terzo e quarto decennio del Seicento.
Morì a Bellagio nel 1637. Dal 1599 aveva avuto la commenda di Guadalcanal dell’Ordine militare di Santiago.
Lasciò una cospicua collezione di opere d’arte, con una prevalenza di ritratti. Gli inventari menzionano altresì Correggio (con una copia del Martirio di san Placido e santa Flavia), Bernardino Luini (San Giovanni Battista, copia di quello conservato alla Pinacoteca Ambrosiana) e copie da Raffaello (una Sacra famiglia con San Giovannino e un Crocifisso con la Madonna e san Giovanni il cui autore la critica stenta a identificare).
Fonti e Bibl.: L. Castano, Gregorio XIV. Niccolò Sfondrati (1535-1591), Torino 1957, pp. 110-118, 172, 175; I. Cloulas, L’armée pontificale de Grégoire XIV, Innocent IX et Clément VIII, pendant la seconde campagne en France d’Alexandre Farnèse (1591-1592), in Bulletin de la Commission royale d’histoire, 1960, n. 126, pp. 84-92, 98; H. Economopoulos, «San Pietro penitente e San Giovanni che accenna» di Giovanni Baglione: note sulla provenienza, in Principi di Santa Romana Chiesa: i cardinali e l’arte, a cura di M. Gallo, Roma 2013, pp. 13-22; M. Giuliani, Il barone Paolo Sfondrati tra Milano, Torino e Madrid. Diplomazia e affari di famiglia, in Lombardia ed Europa. Incroci di storia e cultura, a cura di D. Zardin, Milano 2014, pp. 175 s., 180, 183; Famiglia Sfondrati. Inventario dell’Archivio (1343-1812), Como 2015 (anche on-line: https://goo.gl/fkLQwN; 28 aprile 2018).