EREBO ("Ερεβος, Erĕbus)
Rappresenta in generale le oscure profondità della terra, nelle quali hanno dimora i morti, dov'è il regno di Persefone, il sito donde l'Erine ode la maledizione di Altea, donde Eracle trae il cane Cerbero, donde viene la notte, donde Zeus riporta alla luce gli Ecatonchiri, ecc. In Servio, commentatore di Virgilio, è detto Erebo il luogo dove le anime dei buoni si radunano prima di muovere verso l'Eliso. Qualche volta indica l'oscurità in generale (es. Sofocle, Antig., v. 588). Genealogicamente l'Erebo viene fuori insieme con la Notte dal Caos, e dalla Notte e dall'Erebo nascono l'Etra e il Giorno (Esiodo, Theog., v. 123 segg.). Nella caricatura cosmogonica di Aristofane Aves, v. 693 segg. esistono da principio il Caos e la Notte, l'Erebo e il Tartaro, e nel seno infinito dell'Erebo la Notte produce l'uovo primitivo.
Bibl.: L. v. Sybel, in Roscher, Lex. der griech. und röm. Myth., I, i (1884-86), coll. 1296; O. Waser, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 403 segg.