ergere
. In If X 35 ed el [Farinata] s'ergea col petto e con la fronte / com'avesse l'inferno a gran dispitto, il verbo, che riprende il dritto di v. 32, significa " si alzava ", " si drizzava sulla persona ", e si riferisce non solo all'atteggiamento fisico di Farinata, ma anche e soprattutto, come si vede dal v. 36, alla sua fiera alterezza d'animo. Le varianti di alcuni codici (surgea) si spiegano col fatto che la voce e. ricorre raramente nella Commedia, sempre nella forma del participio (v. Petrocchi, ad l.).
Il participio ‛ erto ' significa " scosceso ", " dirupato ", e viene adoperato, con valore di attributo, sia per gli scogli dell'Inferno (lo scoglio sconcio ed erto, XIX 131; scoglio... erto più assai che quel di pria, XXIV 63), che per i dirupi del Purgatorio (la roccia sì erta, / che 'ndarno vi sarien le gambe pronte, III 47; l'erte vie, XXVII 132). In un'occorrenza è usato avverbialmente: quel [varco] ne 'nsegnate che men erto cala, Pg XI 42.
Significa anche " eretto ", " slanciato verso l'alto ", e in tal senso si usa, con valore predicativo, sia per persone - altre [ombre] stanno erte, If XXXIV 13; leva' il capo a proferer più erto, Pd III 6 - sia per animali: If XXVI 36 i cavalli al cielo erti levorsi. È sostantivo, e significa " pendio ", " salita ", in Pg VII 70 tra erto e piano era un sentiero schembo; alcuni commentatori, tuttavia, come lo Scartazzini, lo considerano aggettivo: " un sentiero non propriamente erto, né piano ". V. anche ERIGERE.