ERGONOMIA
. Disciplina scientifica che affronta i numerosi e complessi problemi emergenti dai rapporti che intercorrono tra l'uomo e l'ambiente, in cui egli vive e lavora, allo scopo di realizzare, attraverso la promozione di nuove posizioni di studio, di ricerca e di applicazione, condizioni di vita e di lavoro che meglio si armonizzino con le capacità e i limiti dell'uomo. In senso stretto, con riferimento cioè alle macchine e al posto di lavoro (sistema uomo-macchina-ambiente), e secondo la definizione dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), l,e. "è l'applicazione congiunta di scienze biologiche e tecniche per assicurare tra l'uomo e il lavoro il massimo adattamento reciproco". Caratteristiche fondamentali dell'e. sono l'interdisciplinarità, cioè la collaborazione tra varie discipline con apporti di diversa derivazione, e la globalità, cioè la considerazione globale e non settoriale di tutti gli aspetti del complesso sistema u omo - macchina - ambiente.
Cenni storici. - L'uomo, in pratica, si è occupato di e. da quando ha cominciato a costruire utensili e attrezzi. Tuttavia come disciplina autonoma l'e. ha una storia relativamente recente: le prime indagini sistematiche sui modi in cui le capacità dell'uomo al lavoro erano influenzate dai suoi compiti e dai suoi strumenti, furono condotte verso la fine del 19° secolo. È la fase dello studio dei tempi e dei movimenti, che considera soprattutto l'uomo come fonte di energia meccanica. Alcuni autorevoli orientamenti e studi dello stesso periodo imperniati sulla valorizzazione dell'uomo e sull'umanizzazione del lavoro non trovarono terreno fertile per un'attenta ed estesa considerazione. Né migliore fortuna e risultati pratici concreti ebbero le inchieste e le ricerche sperimentali, condotte in Gran Bretagna durante la prima guerra mondiale, volte a determinare gli effetti delle condizioni del lavoro sulla salute e sul rendimento dei lavoratori.
Il rapido sviluppo tecnologico in campo militare durante la seconda guerra mondiale fece approntare una nuova categoria di macchine la cui potenza, complessità e velocità di funzionamento, mentre da un lato limitavano l'impiego della forza muscolare, dall'altro richiedevano capacità sensoriali, percettive, di discernimento e di decisione non comuni. Si riscontrò allora che spesso non era possibile realizzare le prestazioni potenzialmente previste di quei complicati e precisi congegni bellici proprio a causa del fatto che gli operatori mancavano delle capacità necessarie per farli funzionare nel modo migliore. Un nuovo gruppo di scienziati si sforzò quindi d'integrare l'aspetto umano nei nuovi complicati sistemi di macchine, al fine di concepire cioè, o modificare, gli equipaggiamenti tenendo presenti le capacità, le possibilità e i limiti dell'operatore umano. Questi nuovi esperti non erano, infatti, ingegneri ma specialisti delle scienze umane: psicologi, fisiologi, antropologi e medici. In conseguenza della loro influenza l'e. si affermò come disciplina autonoma e portò nel 1949 alla costituzione, a Oxford, della Ergonomics research society (cui è legata la nascita dell'e.) che riuniva esperti, studiosi e ricercatori di diversa estrazione e di diversa preparazione scientifica che comunque si occupassero di problemi inerenti l'adattamento del lavoro all'uomo.
La nuova disciplina si affermò molto rapidamente per l'esigenza di realizzare un'efficace integrazione dell'uomo nei complessi sistemi del volo a velocità supersonica, del volo spaziale, delle sofisticate calcolatrici elettroniche. Un'integrazione completa necessita però del supporto di studi scientifici che diano una conoscenza globale del sistema, in particolare delle funzioni, delle capacità, delle possibilità, dei limiti nonché dei legami e delle interdipendenze di tutte le componenti, compreso l'operatore uomo. Ciò comporta l'utilizzazione sistematica e unitaria di tutte le conoscenze suscettibili di applicazione al sistema e la ricerca sperimentale per l'acquisizione di principi e dati, in ordine a peculiari specificazioni tecnologiche, in funzione dell'adattamento del sistema alle capacità, alle possibilità e ai limiti dell'uomo.
Principali aspetti dell'ergonomia. - L'e., nata a seguito dell'esperienza acquisita nell'impiego di apparecchiature militari e sviluppatasi in conseguenza della straordinaria gamma e complessità delle macchine in ogni settore della nostra civiltà industriale, non deve considerarsi limitata e circoscritta in tali ambiti. Le caratteristiche psicofisiologiche dell'uomo dànno una dimensione a tutte le strutture che lo circondano e costituiscono i parametri fondamentali cui devono essere adattati non solo le macchine, i mezzi, i metodi di lavoro, l'ambiente e l'organizzazione del lavoro, ma anche le abitazioni, gli agglomerati urbani nei quali l'uomo vive e lavora nonché tutti gli svariati oggetti o sistemi, quali essi siano, di uso umano. Gli specialisti sono attualmente impegnati in molti settori dell'esercito, in molte organizzazioni di ricerca privata e di consulenza, nelle industrie aeronautiche, elettroniche, di telecomunicazioni e dei beni di uso domestico. I dispositivi sui quali lavorano vanno dalle navicelle spaziali agli elaboratori elettronici, dalle macchine automatiche per l'insegnamento programmato a dispositivi più comuni come i segnali stradali, i telefoni, le macchine per scrivere, le macchine utensili, le cucine.
L'e. indaga e analizza i rapporti fra sistemi (uomo-macchina; uomo-ambiente; uomo-uomo; uomo-macchina-ambiente), i quali s'integrano scambievolmente e reciprocamente. Per semplificare s'individuano due sistemi fondamentali: il primo è il sistema uomo-macchina, cioè qualsiasi gruppo di uomini e di macchine che operino per lo svolgimento di uno o più compiti. Il gruppo può essere costituito da un complesso molto grande oppure da una singola macchina e da un singolo uomo. Questo sistema nel contesto delle variabili fisiche, strutturali, organizzative, sociali dell'ambiente in cui è inserito diventa poi il secondo sistema fondamentale: uomo-macchina-ambiente. L'e. nello studio dei sistemi, scomponibili in sottosistemi, analizza dettagliatamente fattori strutturali, caratteristiche operative, organizzative e sociali, capacità, limiti, interdipendenze e interferenze dei vari componenti in termini pertinenti allo scopo che il sistema è chiamato a raggiungere. L'e. ha pertanto: a) per base, la conoscenza dell'uomo nella sua realtà psicofisica con tutto il corredo di capacità, possibilità e limitazioni; b) per azione, l'applicazione di soluzioni tecniche progettuali per realizzare o per trasformare gli aspetti strutturali, organizzativi delle diverse situazioni, affinché ne risulti un sistema coerente, integrato; c) per finalità, l'eliminazione di ogni causa di danno o di malessere che possa compromettere l'integrità psicofisica dell'uomo assicurando così la massima sicurezza, il massimo benessere, il massimo rendimento. Sotto questo profilo l'e. non esprime certamente concetti e problemi nuovi perché tali obiettivi sono stati da sempre perseguiti nel diuturno, logorante rapporto tra l'uomo e le sue molteplici attività.
Superata la fase in cui i problemi venivano affrontati da un punto di vista prettamente tecnologico, nonché la fase in cui si attribuiva la massima importanza al fattore umano, l'e. caratterizza questa nuova fase: a) per il modo in cui considera i problemi, interpretazione rigorosamente scientifica dei fatti, dei fenomeni e degli eventi; b) per la metodica interdisciplinare, indirizzata a tradurre il risultato delle cognizioni di natura antropologica, psicologica e fisiologica in informazioni suscettibili di utilizzazione diretta e di applicazione pratica da parte di diverse discipline tecnologiche; c) per la globalità dell'intervento, in conseguenza della riconosciuta necessità di considerare sempre tutti gli aspetti emergenti dai complessi rapporti del sistema uomo-macchina-ambiente.
Il settore nel quale l'e. si è considerevolmente sviluppata in virtù dei notevoli benefici che ne possono derivare è il settore del lavoro, nel quale più evidenti e più stridenti emergono gli svariati rapporti fra i componenti del sistema e nel quale si avverte sempre più acuta l'esigenza di un'integrazione massima. A tal fine l'operatore dev'essere considerato sempre come una componente fondamentale del sistema, e pertanto assumono un ruolo determinante le informazioni espresse in forma quantitativa, obiettiva e scientifica, relative alle caratteristiche generali dell'uomo che possono essere così raggruppate: dimensioni fisiche, capacità di percepire le informazioni, capacità di elaborare le informazioni, capacità dell'attività motoria, capacità di apprendimento e memorizzazione, esigenze fisiche e psicologiche, sensibilità nei riguardi dell'ambiente fisico, sensibilità nei riguardi dell'ambiente sociale, capacità di azione coordinata, differenze individuali. Le caratteristiche biologiche e psicologiche dell'uomo saranno quindi coordinate con le caratteristiche evidenziate dall'analisi delle attrezzature e dell'ambiente di lavoro.
Da questo complesso di informazioni analitiche discenderà l'assegnazione dei compiti particolari ai vari elementi del sistema, scaturiranno i collegamenti e i punti di trasferimento dell'energia e delle informazioni tra l'uomo e la macchina, le correlazioni e le interferenze tra tutti i compiti del sistema. Per la raccolta di queste informazioni analitiche potranno, in pratica, essere utili le liste di controllo ergonomico, mentre saranno fondamentali le conoscenze derivanti da diverse discipline.
Per quanto attiene la componente "uomo" l'anatomia e l'antropologia, determinando le principali caratteristiche del corpo umano in senso statico e dinamico, forniranno i dati indispensabili per un migliore ordinamento del posto e degli strumenti di lavoro durante l'esecuzione del compito, dell'accessibilità dei comandi, della percezione dei segnali. La fisiologia generale e la fisiologia del lavoro, con le conoscenze, gli studi e le ricerche sul funzionamento delle diverse capacità degli organismi e sulle variazioni determinate dal lavoro costituiscono la base necessaria per definire le condizioni ottimali di utilizzazione delle capacità umane, indicandone possibilità e limiti. Lavoro statico e lavoro dinamico, costo energetico, impegno sensoriale, elaborazione delle percezioni e delle informazioni, formulazione delle decisioni, ripercussioni del lavoro sulle diverse funzioni dell'organismo costituiscono parametri fondamentali per la definizione dello spazio di lavoro, per la sistemazione del posto di lavoro e della posizione dell'operatore, per la definizione dei ritmi e delle pause di lavoro, per la dislocazione e la scelta dei dispositivi di comando (leve, pedali, manovelle, ruote, interruttori, pulsanti, manopole) e degl'impianti di segnalazione (indicatori visivi, luminosi, acustici, tattili), per il controllo delle condizioni dell'ambiente di lavoro (sostanze inquinanti, temperatura, umidità, ventilazione, illuminazione, rumori, vibrazioni).
La medicina del lavoro e l'igiene del lavoro apportano le loro specifiche competenze sia per quanto concerne la protezione dei lavoratori contro tutti i rischi sia per realizzare condizioni ambientali che non rechino danno alla salute. La psicologia del lavoro analizza i molteplici eventi che scaturiscono dai rapporti con il posto di lavoro, dai rapporti di gruppo, dai rapporti gerarchici, dalla politica e dall'organizzazione aziendale.
Queste e altre discipline forniscono così i princìpi e i dati di ordine biologico, fisiologico e psicologico dai quali discendono criteri immediatamente operativi che, integrati con i princìpi, i dati e gli elementi specifici derivanti da altre discipline tecnologiche, possono realizzare, con metodica interdisciplinare, un adattamento del sistema alle capacità, alle possibilità, ai limiti dell'uomo. Tale impostazione può trovare applicazione sia in fase di progettazione di un sistema (e. di concezione), sia per il miglioramento di sistemi esistenti (e. di correzione), sia per adattare un determinato lavoro a un determinato uomo, nel contesto di una determinata situazione economico-sociale (e. individuale).
A differenza dell'e. di concezione, o di massa, che considera valori umani medi, anche se con ampio scarto, l'e. individuale, proprio perché considera il singolo uomo, trova interessanti e positive applicazioni nel consentire il recupero e l'impiego di soggetti minorati, andicappati, invalidi, di persone non più giovani con riflessi sociali di notevole rilievo. In qualunque momento venga applicato un approccio ergonomico in un determinato ambiente di lavoro, esso non deve prescindere dalle caratteristiche dell'interdisciplinarità e della globalità dell'intervento, per l'esigenza che siano presi in considerazione tutti gli aspetti e tutti i problemi emergenti dal sistema.
Tali problemi si evidenzieranno con maggior precisione e completezza se l'approccio ergonomico, con una sapiente opera d'informazione e di sensibilizzazione, realizzerà una concreta e fattiva partecipazione all'analisi del lavoro e allo studio dell'interazione uomomacchina-ambiente da parte degli stessi lavoratori, che rappresentano di fatto i fruitori di tutte quelle soluzioni che potranno scaturire dagl'interventi per l'adattamento del lavoro alla persona umana.
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