Filologo (Berlino 1892 - New Haven, Connecticut, 1957). Dopo avere insegnato in univ. tedesche, dalle persecuzioni naziste fu costretto a emigrare prima in Turchia, infine negli USA. La sua opera più famosa è Mimesis (1946; trad. it., 1956), nella quale, sulle orme di L. Spitzer, ma con minor inclinazione ad analisi psicologiche e maggiore attenzione alle implicazioni storico sociali, propone un'interpretazione delle tendenze realistiche nelle letterature europee fondata sull'analisi stilistico-linguistica dei testi. Notevoli anche i suoi studî danteschi (Dante als Dichter der irdischen Welt, 1929, trad. it. Studi su Dante, 1933) nonché sull'alto Medioevo (Literatursprache und Publikum in der lateinischen Spätantike und im Mittelalter, post., 1958; trad. it. 1960); si ricorda anche la sua agile Introduction aux études de philologie romane (1949; trad. it. 1963).