ERINNA ("Ηριννα, Erinna)
Poetessa greca, di Teno, o piuttosto di Telis, isoletta vicina a Cnido (una doppia lezione, Τηνία e Τηλία in Anth. Pal., VII, 710, dov'è chiamata così Baucide, una amica della poetessa, spiega l'incertezza delle fonti; non meritano fede le notizie ch'essa fosse di Rodi o di Lesbo). L'età è incerta ma errore indubbio è farne una contemporanea e una compagna di Saffo. Probabilmente non ebbero torto quei cronografi che posero il fiorire della sua vita nel 352: tutto porta a credere che E. sia vissuta sulla soglia dell'età ellenistica. Scrisse a diciannove anni la Conocchia, e poco dopo morì, come c'informa Asclepiade in Anth. Pal., VII, 11. La Conocchia era un poemetto di trecento esametri (come attesta Anth. Pal., IX, 190), nel quale E. piangeva la morte dell'amica Baucide. Recentemente il Vitelli ha pubblicato un papiro di Behnesa del sec. I a. C., contenente i frammenti, assai mutili, di 79 esametri del poemetto (se ne conoscevano cinque per mezzo di citazioni). Il dialetto è dorico, con colorito eolico. Restano inoltre tre epigrammi della Palatina, che ci dànno una pallida idea dell'arte fresca e schietta, ma insieme impeccabilmente elegante, di E. Gli Alessandrini la imitarono e la ammirarono: abbiamo epigrammi in sua lode di Asclepiade, di Leonida, di altri più tardi. I tre epigrammi e i frammenti lasciano intravvedere una sensibilità raffinata e un mondo femminile dai sentimenti ardenti e leggieri. Gli antichi ricordavano E. accanto a Saffo.
I frammenti sono pubblicati da G. Vitelli, Frammenti della Conocchia di Erinna, in Bull. de la Soc. Arch. d'Alexand., n. 24, 1928, pp. 9-16; A. Vogliano, Neue Fragm. der Erinna, in Gnomon, 1929, pp. 171 e 288.
Bibl.: U. v. Wilamowitz, Sappho u. Simonides, Berlino 1913, pp. 228-30 e Hellenist. Dichtung, I, Berlino 1924, p. 108 seg.; E. Bignone, L'epigramma greco, Bologna s. a. [1921] passim.