Eritema
Il termine eritema (greco ἐρύθημα, dal tema di ἐρεύθω, "divenire rosso") indica un arrossamento della cute in chiazze di varia grandezza, che scompare temporaneamente in seguito alla pressione esercitata sulla cute con il polpastrello o con un vetrino (digito- o vitropressione). Il colore va dal roseo chiaro al rosso violaceo e vi sono diverse gradazioni d'intensità. Sia il colore sia l'intensità possono variare all'interno della chiazza, che in alcuni casi può presentare un aspetto anulare quando la zona centrale, per risoluzione spontanea, riprende il normale colore della cute.
L'eritema è la prima manifestazione visibile di qualsiasi processo infiammatorio cutaneo che coinvolga il letto vasale periferico, o microcircolo. È determinato da un aumento della quantità di sangue presente nel complesso microvasale cutaneo e si distingue in eritema attivo e in eritema passivo. L'eritema attivo, di colorito roseo o rosso vivo e caldo al termotatto (rilevazione di una variazione della temperatura di un corpo, effettuata con i polpastrelli), è causato da un aumento della gettata ematica, con vasodilatazione delle arteriole e sangue ricco di ossiemoglobina nelle branche afferenti dei capillari; l'eritema passivo, di colorito variabile dal rosso spento al violaceo cianotico e freddo al termotatto, è dovuto a un rallentamento della corrente ematica, con sangue scarsamente ossigenato e ricco di carbossiemoglobina e con aumento del calibro della parte efferente del microcircolo, dai capillari alle venule.
Mediante la spettrofotometria riflessa si possono determinare i picchi di assorbimento dell'emoglobina nei suoi due stati: ossidata e ridotta. L'emoglobina ossidata è rilevata dai valori di riflettanza cutanea a 540 e 580 nm, mentre quella ridotta presenta un picco a 560 nm. Questa metodica permette di registrare e quantificare l'eritema anche in soggetti con pelle di colorito nero, nei quali il sintomo è praticamente invisibile all'occhio umano, come è stato dimostrato dopo esposizione ai raggi ultravioletti in dose normalmente eritemigena.
Un altro utile procedimento è la colorimetria, la cui diffusione è tanto più auspicabile in quanto la definizione di colore e d'intensità appare quanto mai variabile da osservatore a osservatore ed è influenzata dalle condizioni di luce. Con la colorimetria, tecnica molto usata nell'industria, si possono quantificare con precisione le caratteristiche essenziali di un colore, ossia la tinta, la luminosità e la saturazione. Recenti ricerche hanno messo in evidenza il rapporto fra l'intensità dell'eritema indotto dall'esposizione ai raggi ultravioletti quantificata con la colorimetria e il numero dei capillari pervi per mm2, a conferma del fatto che l'eritema dipende dalla presenza di sangue nei piccoli vasi della cute.
I margini dell'eritema possono essere netti, sfumati, lineari, arciformi, frastagliati o a carta geografica. Riguardo all'estensione, l'eritema può essere: circoscritto, con chiazze plurime di dimensione variabile dal diametro di pochi millimetri fino a molti centimetri, raggiungendo la grandezza di un palmo di mano o più; diffuso, di tipo morbilliforme o scarlattiniforme con interessamento di vaste superfici; generalizzato su tutto l'ambito cutaneo (in questo caso si parla di eritrodermia, quadro clinico imputabile a uno scompenso vasale cutaneo totale; Tommasi 1947). L'eritema può essere l'unico segno o 'lesione primitiva' di una malattia cutanea, ma molto spesso su una base eritematosa sono presenti altre lesioni elementari che caratterizzano la dermatosi. Infatti, normalmente, alla prima risposta vasoattiva a uno stimolo infiammatorio seguono altre manifestazioni, come edema e infiltrato cellulare. Scompare senza lasciare alcun esito o dando luogo a una desquamazione, oppure a una discromia.
L'eritema è presente nella grande maggioranza delle malattie cutanee; essendo il sintomo unico o predominante dà il nome a molte di esse, anche se non hanno nulla in comune fra loro per quanto riguarda l'eziologia e la patogenesi.
a) Eritema anulare. È un eritema di forma rotondeggiante con risoluzione centrale.
b) Eritema cronico migrante di Lipschutz. È il primo sintomo della malattia di Lyme, il cui agente patogeno è una spirocheta, Borrelia burgdorferi, inoculata con la puntura di una zecca, Ixodes ricinus. Inizia con una chiazza rossa rilevata con estensione centrifuga e risoluzione centrale. Può essere presente, al centro, un piccolo segno rosso, esito della puntura. La diagnosi precoce risulta molto importante per il buon fine della terapia, che è basata su antibiotici assunti per via generale.
c) Eritema da cause chimiche. Può insorgere, in molti casi, in seguito a punture di insetti o dopo contatto con piante erbacee ad azione urticante oppure con sostanze chimiche dotate di proprietà irritante o revulsivante.
d) Eritema da cause fisiche (radiazioni ionizzanti, radiazioni solari, caldo, freddo, traumi). È un eritema attivo, di colorito roseo o rosso vivo, che interessa la zona colpita da un agente fisico. Il tempo di reazione è variabile, andando da alcuni minuti, come per l'eritema traumatico (impronta dello schiaffo), a un giorno come nel caso dell'esposizione per ragioni professionali, terapeutiche o accidentali, a dosi elevate di radiazioni ionizzanti. L'eritema solare, o attinico, è provocato dall'esposizione a raggi ultravioletti naturali (sole) o artificiali (lampade solari) in dose superiore alla cosiddetta dose eritema, variabile secondo il tipo di pelle o fototipo.
e) Eritema emozionale o pudico. Si tratta di un eritema fugace, che interessa solitamente il volto, il collo e la parte alta del torace di persone facilmente emozionabili in rapporto a stress anche di lieve entità, oppure a scatti d'ira.
f) Eritema fisso da medicamenti. È caratterizzato da chiazze eritematose di colorito rosso vinoso del diametro medio di 3 cm a limiti netti, localizzate alle mani, ai genitali, alla regione periorale, accompagnate da sensazione urente o di punture. Risolve spontaneamente in 7-10 giorni, lasciando come reliquato una pigmentazione brunastra. La malattia recidiva, con possibilità di peggioramento, a ogni assunzione orale di un farmaco, sovente autoprescritto (i più comuni sono i sulfamidici, il fenazone, la fenolftaleina, i barbiturici). La diagnosi è facile; molto più difficile è persuadere il paziente della responsabilità del farmaco; dal momento che non esiste una cura desensibilizzante, l'unica terapia efficace è la profilassi, evitando di assumere il medicamento.
g) Eritema indurato di Bazin. Malattia oggi rara, è una dermoipodermite nodulare, simile all'eritema nodoso (v. sotto), circoscritta, localizzata alla superficie posteriore delle gambe in soggetti con acrocianosi, e contraddistinta da possibilità di ulcerazioni. Si osservava soprattutto in soggetti tubercolotici. La sua patogenesi precisa e la localizzazione erano caratteri discriminanti dall'eritema nodoso.
h) Eritema nodoso. Si presenta alla superficie anteriore delle gambe di soggetti femminili giovani con elementi nodulari, ben circoscritti, della grandezza di una nocciola, che possono confluire, ricoperti da cute eritematosa di colorito rosso spento o violaceo che può virare al giallastro, dolenti alla palpazione. La malattia, che può essere febbrile, guarisce nel giro di alcune settimane con possibilità di recidive. La patogenesi è di tipo immunitario e deve essere ricercata la presenza di foci batterici (infezioni da strepto- o stafilococchi, tubercolosi), micotici o virali (epatite B) o la dipendenza da farmaci.
i) Eritema pernio o gelone. Presenta chiazze infiltrate di colorito rosso vinoso, rilevate sul piano cutaneo circostante, dolenti, che possono essere complicate dalla comparsa di bolle e quindi con possibilità di ulcerazione spontanea, localizzate alle mani e ai piedi di soggetti giovani nella stagione invernale con clima freddo umido. La malattia regredisce senza alcuna terapia con il miglioramento delle condizioni climatiche; è opportuno considerare l'eventualità di recidive l'inverno successivo.
l) Eritema polimorfo o eritema essudativo multiforme. Si tratta di una malattia eruttiva, localizzata prevalentemente agli arti e in alcuni rarissimi casi generalizzata con interessamento delle mucose, costituita da un polimorfismo delle lesioni (da cui il nome), in quanto su una base eritematosa di colorito rosso spento possono essere presenti elementi infiltrati di tipo pomfoideo insieme a vescicole o bolle che si rompono facilmente, dando luogo a zone di cute disepitelizzata. A livello delle mucose (oculari, nasali, orali e genitali), a causa della sottigliezza dell'epidermide, si osservano aree disepitelizzate e ricoperte da squame o croste sieroematiche. La sintomatologia cutanea è accompagnata da febbre, artralgie e stato di malessere. L'affezione può regredire spontaneamente in 2-4 settimane. L'eziopatogenesi è plurima, in quanto la dermatosi può comparire durante una malattia imputabile a batteri, virus, a neoplasie o in seguito all'assunzione di farmaci.
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