ERIVAN′ (A. T., 73-74)
Città della Transcaucasia, già capoluogo del governo dello stesso nome, ora capitale della Repubblica sovietica socialista dell'Armenia (SSRA.). Dopo Tiflis, da cui dista circa 180 km. a SSO., è la città più importante della regione transcaucasica. È situata a 55 km. circa a NE. dell'Ararat, sul fiume Zanga, affluente di sinistra dell'Arasse, al centro di un altipiano circondato da monti, e a 1040 m. di altitudine. È detta, dagli Armeni, Ervan, ossia "la visibile", poiché, secondo la leggenda, fu codesta la prima terra scorta da Noè al cessare del diluvio. Si può ricostruire la sua storia a cominciare dal sec. VII d. C.; a partire dal sec. XVI passò a varie riprese in possesso dei Turchi e dei Persiani, sinché, nel 1827, il generale russo Paskevič ne conquistò e smantellò la fortezza; e, nel 1828, in seguito al trattato di Turkmančaj, la città e il suo distretto vennero definitivamente ceduti alla Russia. Erivan′ presenta bell'aspetto per le numerose e ampie piazze, i molti giardini, le chiese greco-armene e le moschee, e il grande bazar; le vie sono però strette. È sede di arcivescovado armeno, e, dal 1921, possiede una università di stato e un conservatorio. La fortezza, eretta sopra un masso di rocce trachitiche, racchiude 800 case; nei dintorni, fertilissimi, prevalgono le coltivazioni di ortaggi, delle frutta e soprattutto della vite, che dà ottimi vini. Si lavorano tessuti di cotone, pellami e vasellami. Contava 64.610 ab. nel 1926, per la massima parte Armeni.