Josephson, Erland
Attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico svedese, nato il 15 giugno 1923 a Stoccolma. Cresciuto alla scuola del teatro nordico e abituato a una recitazione assai controllata sia nei gesti sia nella mimica facciale, si è imposto come uno dei più importanti attori europei del dopoguerra. Ha lavorato a lungo con Ingmar Bergman, sapendo interpretare con abilità e coraggio personaggi di grande complessità psicologica, sempre a proprio agio anche nelle scene più cariche di erotismo e passionalità. La sua fama internazionale è cresciuta a poco a poco consentendogli di recitare anche nell'ambito di importanti produzioni europee e statunitensi.
Dopo aver studiato recitazione alla Scuola d'arte drammatica, debuttò al Kungliga Dramatiska Teatern della capitale svedese nel 1945. Fece poi la sua prima apparizione cinematografica nel film Det regnar på vår kärlek (1946; Piove sul nostro amore) di Bergman, suo amico d'infanzia. Venne successivamente scritturato da Gustaf Molander per Eva (1948) e tornò a recitare per Bergman in Till glädje (1950, Verso la gioia). Negli anni Cinquanta lavorò spesso con quest'ultimo, senza mai ottenere ruoli da protagonista, distinguendosi tuttavia per lo stile recitativo misurato e composto, che ben si adattava sia ai drammi sia alle commedie del regista di Uppsala. Si ricordano, in questo senso, le apparizioni in Nära livet (1958; Alle soglie della vita) e Ansiktet (1958; Il volto). Nel 1964 collaborò anche alla sceneggiatura di För att inte tala om alla dessa kvinnor (A proposito di tutte queste… signore), primo film a colori di Bergman e tentativo solo parzialmente riuscito di costruire una commedia in equilibrio tra la farsa e il grottesco. Ottenne brillanti risultati espressivi in Vargtimmen (1968; L'ora del lupo), En passion (1969; Passione), Viskningar och rop (1972; Sussurri e grida) e Ansikte mot ansikte (1976; L'immagine allo specchio), tutti sempre di Bergman, mentre parallelamente proseguiva la sua carriera teatrale. Era infatti entrato nel consiglio d'amministrazione del Kungliga Dramatiska Teatern nel 1956 e ne fu il direttore dal 1966 al 1975. Fu protagonista ‒ nonché coproduttore insieme al direttore della fotografia Sven Nykvist ‒ della famosa serie televisiva bergmaniana Scener ur ett äktenskap (1973; Scene da un matrimonio). Con i profitti ricavati scrisse, diresse e produsse ‒ in collaborazione con Ingrid Thulin e lo stesso Nykvist ‒ En och en (1978; Noi due, una coppia), presentato al Festival di Cannes con buon successo di critica. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta l'attore svedese venne notato da molti registi europei, pronti a offrirgli parti di primo piano spesso in ruoli di intellettuali, psicoanalisti, filosofi e professionisti: giudice in Io ho paura (1977) di Damiano Damiani, F. Nietzsche in Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani, proprietario di un salone di auto d'epoca in Dimenticare Venezia (1979) di Franco Brusati, professore in La casa del tappeto giallo (1983) di Carlo Lizzani, ambasciatore in The unbereable lightness of being (1988; L'insostenibile leggerezza dell'essere) di Philip Kaufman, Gonzalo in Prospero's books (1991; L'ultima tempesta) di Peter Greenaway, psichiatra in Cattiva (1991) ancora di Lizzani, e curatore di una cineteca in To vlemma tu Odyssea (1995; Lo sguardo di Ulisse) di Theo Anghelopulos. La sua breve carriera di sceneggiatore e regista si è conclusa nel 1980 con l'insuccesso di Marmeladupproret (La rivolta della marmellata), una commedia a sfondo psicologico ma di poche pretese interpretata da Bibi Andersson e prodotta da Nykvist. Particolarmente significativa è stata invece la sua collaborazione con Andrej Tarkovskij, iniziata con Nostalghia (1983) e conclusasi con Offret (1986; Sacrificio), ambientato in Svezia e parzialmente prodotto dagli stessi Nykvist e J., che avevano fondato una piccola casa di produzione. Negli anni Ottanta è stato protagonista di tutte le ultime fatiche bergmaniane, da Fanny och Alexander (1982; Fanny e Alexander) a Efter repetitionen (1984; Dopo la prova), dove duetta con una giovanissima Lena Olin. J. ha continuato a mantenere ottimi rapporti di amicizia e collaborazione con la 'famiglia Bergman' e, in particolare, con Nykvist ‒ che lo ha voluto per il suo Oxen (1991, Il bue) ‒ e Liv Ullmann, passata dietro alla macchina da presa con Sofie (1992) e Kristin Lavransdatter (1995, Kristin figlia di Lavran). Successivamente ha anche preso parte a Larmar och gör sig till (1997; Vanità e affanni), un telefilm diretto da Bergman, e a Ljuset håller mig sällskap (2000, La luce mi fa compagnia), un omaggio a Nykvist diretto dal figlio di questi Carl-Gustaf. Nel 2000 ha nuovamente lavorato in un film della Ullmann (Trolösa; L'infedele). Nel 2002 è uscita in Italia una raccolta antologica dei suoi numerosi scritti autobiografici (Memorie di un attore, a cura di V. Monaco Westersthal).