SANTONI, Ermenegildo
– Nacque a Calci, in provincia di Pisa, il 5 marzo 1896. Il padre Scipione, medico condotto, era rimasto vedovo; risposatosi con Vittoria Bottari, dalla donna ebbe otto figli.
Essi furono: Camilla (1890), Giuseppa (1891), Giuseppe (1892), Italico (1894), Ermenegildo (che venne chiamato così in ricordo di un bisnonno), Caterina (1898), Vittoria (1899) e infine Luigi (1902).
Ermenegildo sin da bambino mostrò una grande passione per le macchine fotografiche, che si dilettava a smontare e rimontare, e per l’elettromeccanica, a contatto con le apparecchiature paterne per l’elettroterapia. L’esperienza più significativa della sua giovinezza fu la costruzione di un modellino navale con lo scafo in lamiera, con propulsione a vapore. La messa in acqua controcorrente, lungo il canale Aldio, si rivelò un grande successo personale. Tale grande manualità, una volta conclusi gli studi elementari a Calci, accompagnò Santoni verso la scuola professionale di Pisa, dove nel 1914 conseguì il diploma di perito agrimensore. Assunto dall’amministrazione del Catasto, nella primavera del 1915 prestò breve servizio in Calabria come aiutante topografo, finché non venne chiamato nell’ottobre seguente alle armi.
Il titolo scolastico lo portò all’Accademia militare per armi dotte di Torino, dove frequentò il corso per allievi ufficiali di complemento. Nel giugno 1916 venne nominato aspirante sottotenente del genio e assegnato al 5° reggimento. Due mesi dopo raggiunse il fronte, dove iniziò il servizio presso una compagnia minatori. Promosso sottotenente il 23 novembre e interessato a essere impiegato anche in volo (l’aeronautica era allora una specialità del genio), Santoni chiese pertanto di esservi assegnato. Fu così che nell’agosto del 1917 venne destinato prima alla 44ª e poi alla 42ª squadriglia aeroplani. In qualità di osservatore aereo, iniziò ad avvicinarsi alla fotogrammetria in quota, disciplina che proprio gli scenari bellici stavano affermando come primaria per cartografare.
Insoddisfatto delle macchine a disposizione, Santoni iniziò subito a pensare a modifiche personali agli strumenti in uso. Il principale problema risiedeva nella necessità di scattare fotografie in sequenza per mappare il terreno, per ovviare all’imperfezione della ripetizione manuale. Realizzò un intervallometro automatico, il cui primo esemplare fu prodotto già nella seconda metà del 1917.
Il congegno, costruito con scarsi mezzi, si basava su una piccola elica motrice a passo variabile, che azionava la leva fotografica, e da un traguardo per il controllo dello scorrimento apparente del terreno. Brevettò l’invenzione il 26 agosto 1918, la prima di una serie di oltre quaranta licenze.
Promosso nel frattempo tenente nel gennaio del 1918, concluso il conflitto mondiale venne trasferito a Roma, destinato allo Stabilimento di costruzioni aeronautiche per curare la fabbricazione del suo intervallometro, ormai adottato ufficialmente dall’amministrazione militare. Il riconoscimento accordatogli gli permise di sviluppare altre idee, emerse durante il periodo bellico e volte a rappresentare in modo ottimale la planimetria e l’altimetria del terreno. Interessato a migliorare altri aspetti dell’aerofotogrammetria, la sua attenzione si concentrò sul problema derivante dall’imprecisa restituzione per intersezione dei fasci terrestri, ricavabile dai fotogrammi aerei. A differenza dei rilevamenti terrestri, che erano associati a contestuali misurazioni della superficie considerata, quelli aerei sottostavano a limiti derivanti dalla difficoltà di registrare e ricostruire a posteriori le posizioni spaziali e prospettiche di ciascuna presa fotografica. Santoni intuì quindi come l’immagine cronometrica del Sole potesse essere considerata un elementare punto di riferimento, per l’inclinazione dell’asse della camera di presa. Fu così che nel corso del maggio 1919 costruì e brevettò una macchina fotografica munita di una camera ausiliaria, destinata a fissare il Sole e il quadrante di un cronometro nel medesimo istante in cui l’altra camera fotografava il terreno. In questo modo, grazie a un periscopio solare e mediante una triangolazione, era più agevole eseguire i calcoli e ridurre così gli errori della successiva restituzione topografica.
Per rendere efficaci i risultati della precedente invenzione, nel 1920 Santoni brevettò uno strumento di restituzione a proiezione meccanica, non stereoscopico, denominato autoriduttore. Esso utilizzava le coppie fotografiche aeree, così da determinare con la loro intersezione ciascun punto del terreno. La strumentazione venne realizzata a Torino presso la fabbrica Aeronautica Ansaldo; la combinazione delle recenti invenzioni (di presa e di restituzione) venne sperimentata per la prima volta nella primavera del 1921, con la realizzazione di un rilevamento plano-altimetrico in grande scala del Piemonte.
I successi ottenuti non conseguirono tutto il riconoscimento dovuto, per la sopraggiunta contrazione governativa dell’industria aeronautica nazionale. Santoni, tornato nell’aprile 1920 al 5° reggimento genio, venne collocato in congedo. Dopo circa un lustro di servizio militare si trovò quindi costretto a trovare un’occupazione civile: per oltre due anni prestò la sua opera presso l’industria vetraria Saint Gobain. In questo periodo inventò anche diversi congegni per biciclette. Tuttavia, una migliore sensibilità sugli argomenti da lui trattati portò il generale Nicola Vacchelli, direttore dell’Istituto geografico militare, a farlo richiamare in servizio, sempre come ufficiale di complemento. Destinato al campo scuola di Cerveteri nell’agosto 1924, pochi giorni dopo fu trasferito al Centro di aviazione da ricognizione e assegnato proprio all’Istituto geografico di Firenze.
Qui Santoni trovò un ambiente ben avviato nel campo fotogrammetrico e soprattutto favorevole allo sviluppo delle sue idee. Fu così attivata la costruzione dei nuovi modelli perfezionati di presa (macchina a doppia camera con dispositivo solare incorporato) e di restituzione (stereocartografo) ideati dallo stesso Santoni, che dal 1926 iniziò anche a pubblicarne i risultati sulla rivista dell’istituto L’Universo. Nacquero nuovi studi sulla triangolazione aerea spaziale con o senza periscopio solare, e sulla restituzione con tavoli elettronici. Di particolare valore fu nella primavera del 1928 la sperimentazione di tali invenzioni in un rilevamento aereo nei pressi di Pisa. I risultati conseguiti portarono poi Santoni alla progettazione e alla realizzazione presso le officine Galileo di Firenze di un fotogoniometro-triangolatore, strumento funzionale alla misura degli angoli creati fra la direzione del Sole e la posizione di singoli punti del terreno.
Il 27 giugno 1926 si sposò a Pisa con Anna Maria Fondacci, dal matrimonio con la quale nacquero quattro figlie: Carla Vittoria (1927), Maria Giuseppina (1928), Giampaola (1931) ed Enrica (1937). Pur proseguendo la sua collaborazione presso l’Istituto geografico come esperto in servizio straordinario, nel febbraio 1928 fu posto in congedo su sua richiesta. Divenuto collaboratore civile, intervallò periodi di richiamo come ufficiale di complemento, così da poter ottenere nel novembre 1933 la promozione a capitano e nell’aprile 1936 quella a maggiore per meriti eccezionali. Sempre per conto dell’amministrazione militare fu inviato in Tripolitania nella primavera del 1938 e in Etiopia nell’autunno del 1939. Le esperienze coloniali lo portarono a considerare altri ordini di problemi, tra cui la necessità di operare in zone desertiche con scarsi punti di riferimento naturali e differenze altimetriche. Insieme ad altre esperienze, svolte in Piemonte nel biennio 1937-38, tali studi furono oggetto di una sua relazione al V Congresso della Società internazionale di fotogrammetria, che si tenne a Roma nel settembre 1938.
Collocato nuovamente in congedo nel marzo 1940, già nominato commendatore della Corona d’Italia, nel luglio 1942 fu promosso tenente colonnello. In quello stesso periodo iniziò a scrivere articoli per il Bollettino della Società italiana di fotogrammetria. Divenne poi consulente esterno presso le officine Galileo, quale concessionario dei suoi brevetti e progettista di nuovi strumenti. Il periodo bellico lo vide quindi intervallare studi e invenzioni a scopo militare con altrettanti a uso esclusivamente civile. La sua attenzione si rivolse in massima parte allo studio di miglioramenti da apportare ai suoi modelli di restitutori. L’obiettivo era quello di ridurre i calcoli matematici, quindi gli errori, così da riportare con maggiore precisione e rapidità le informazioni su carta. Le nuove invenzioni (stereocartografo e stereosimplex) vennero presentati al VI Congresso della Società internazionale di fotogrammetria, tenutosi nel 1948 all’Aja.
I meriti acquisiti, ormai riconosciuti anche all’estero, garantirono a Santoni, nella primavera del 1949, due lauree ad honorem: quella in ingegneria industriale da parte del Politecnico di Milano e quella in ingegneria civile dall’Università di Bologna. A ciò seguì nel 1951 la designazione come socio onorario della Società italiana di fotogrammetria e topografia e di quella omologa belga. L’anno successivo ricevette invece il premio Aimé Laussedat da parte dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Francia e la proclamazione a socio onorario della Società internazionale di fotogrammetria. I riconoscimenti ottenuti gli permisero di essere coinvolto dalle principali organizzazioni internazionali di fotogrammetria nella quasi totalità degli esperimenti operati nel campo dell’aerotriangolazione spaziale analitica e analogica. Particolare attenzione va rivolta alla sua partecipazione all’esperimento di triangolazione aerea solare compiuto negli Stati Uniti tra il 1958 e il 1960 sopra una striscia di 100 fotogrammi, presa da alta quota. Dal 1960 iniziò anche a pubblicare articoli sul Bollettino di geodesia e scienze affini.
Divenuto uno dei due vicepresidenti della Società italiana di fotogrammetria e topografia, a seguito della morte in successione dei due precedenti presidenti (Giovanni Boaga e Umberto Nistri), nella primavera del 1962 prese il loro posto, tenendo l’incarico per un quadriennio. In questa carica nel settembre 1964 partecipò al X Congresso internazionale di fotogrammetria a Lisbona, dove ebbe modo di presentare i nuovi restitutore e stereocartografo. Nell’ottobre 1966 la Società italiana di fotogrammetria e topografia organizzò un Simposio internazionale per celebrare il suo settantesimo compleanno e il termine del suo mandato da presidente. L’impegno di Santoni non si concluse qui; venne nominato rappresentante della Società in seno al comitato della Carta tecnica, ente promosso dalla Commissione geodetica italiana per il rinnovamento della topografia nazionale. Non smise neppure di lavorare a nuovi progetti, tra cui il perfezionamento del suo stereocomparatore, presentato all’XI Congresso a Losanna (1968), e di un ortoproiettore, volto a raddrizzare le fotografie eseguite sul terreno.
Morì il 12 gennaio 1970 a Firenze. Pochi giorni dopo fu promosso colonnello di complemento del genio.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Brevetti delle invenzioni, ff. relativi alle licenze di Ermenegildo Santoni; ministero della Difesa, Persomil, Stato di servizio di E. S., matr. 82298/18.
G. Birardi, E. S., in L’Universo, L (1970), n. 2, p. 572; M. Fondelli, E. S., in Bollettino della Società italiana di fotogrammetria e topografia, 1970, vol. 1, pp. 108-110; Id., Evoluzione storica e prospettive della triangolazione aerea solare, in Bollettino di geodesia e scienze affini, XXIX (1970), n. 4, pp. 359-392; W. Ferri, L’Ortofotosimplex Galileo-S., in Bollettino della Società italiana di fotogrammetria e topografia, 1971, n. 1, pp. 29-40; E. Santoni, Selected works, a cura di M. Fondelli, Firenze 1971; M.E. Martini, E. S., Cascina 1978; Regione Toscana, E. S. pioniere della fotogrammetria: celebrazioni anno 1980, Calci 1980.