Fuà Fusinato, Erminia
Giornalista e patriota (Rovigo 1834 - Roma 1876). Proveniente da un ricca famiglia di religione ebraica, trascorse l’infanzia a Padova, educata in casa da uno zio paterno. A diciotto anni si innamorò del poeta Arnaldo Fusinato e nel 1856, poiché i genitori non acconsentivano alle nozze - Fusinato era cattolico e vedovo - lasciò la famiglia e andò a Venezia presso un altro zio paterno; qui si convertì al cattolicesimo e l’anno stesso si sposò. Trasferitasi a Castelfranco Veneto, tra il 1862 e il 1864 insieme con il marito, tenne i contatti tra i comitati segreti veneti, di cui amministrava anche le risorse, e il Comitato centrale antiaustriaco di Alberto Cavalletto a Torino. Quando, nel 1864, il marito, sorvegliato dalla polizia, dovette emigrare, lo raggiunse a Firenze. Qui frequentò letterati e politici di diverso orientamento come Niccolò Tommaseo, Gino Capponi, Benedetto Cairoli e Cesare Correnti e raccolse fondi per le famiglie degli esuli. A Firenze collaborò con numerose testate femminili, tra cui «La Donna»; promosse e curò la prima edizione delle Confessioni di Ippolito Nievo, legato ai Fusinato da affettuosa amicizia. Dopo il trasferimento della capitale da Firenze a Roma, il 1° luglio 1871, gli investimenti fatti dal marito in attività edilizie nella città toscana si risolsero in forti perdite. Per risanare le finanze familiari la Fuà accettò la proposta fattale da Correnti, ministro della Pubblica istruzione, di assumere l’incarico di ispettrice negli educandati femminili a Napoli, nell’Umbria e a Roma e provincia. Si trasferì così a Roma, dove venne raggiunta nel 1874 dal marito. In quegli anni ottenne la cattedra di lettere italiane presso la Scuola normale (1871-72) e fu la prima direttrice dell’Istituto superiore di cultura femminile alla Palombella di Roma (1873-76). Fu inoltre fondatrice e presidentessa, dal 1874 al 1876, della Società per l’istruzione superiore della donna. Dedicò tutto il periodo romano all’educazione femminile e collaborò in quegli anni a numerose riviste tra cui «La Cornelia» di Anna Folliero, stampata a Firenze. Scrisse numerose poesie e raccolse le sue esperienze in un diario, pubblicato postumo.