FANTI, Erminio
Nacque a Parma il 16 genn. 1821 da Ferdinando e da Angela Bonini. Si formò all'Accademia parmense di belle arti dove fu allievo del paesaggista e scenografo Giuseppe Boccaccio.
Uno dei primi dipinti di cui si ha notizia è la Veduta di Bargone (1844), commissionatagli dalla duchessa Maria Luigia, cui fecero seguito due Studi di paesaggio dipinti per la medesima sovrana fra il 1845 e il 1846, e successivamente ereditati da Leopoldo d'Austria. Espose per la prima volta un Paesaggio ed uno Studio di paesaggio nel palazzo del Giardino di Parma nel 1846. L'anno successivo concorse, vincendolo, al premio annuale di paesaggio per il pensionato romano istituito per volere di Maria Luigia in favore degli artisti parmensi (Copertini, 1971). Dal 1847 al 1849 il F. fu così a Roma con l'obbligo di inviare un saggio annuale del pensionato.
Tra le vedute della campagna romana giunte a Parma si ricorda la bella Veduta di Castelgandolfo (Parma, Gall. naz.), cui seguirà, nel 1851, l'Interno della chiesa di S. Maria del Popolo (Copertini, 1936).
Un taccuino di disegni del periodo romano recante la firma e la data (1848) apposte sul frontespizio (già propr. di G. Battelli, cfr. Battelli, 1937) si compone di varie immagini della campagna laziale.
Fanno parte del taccuino Cascate di Tivoli, Veduta del Colosseo, Veduta delle Terme di Caracalla, Isola di S. Bartolomeo, Veduta del Tevere con il tempietto di Vesta, una decina di vedute dei Castelli romani ed una Veduta di Tivoli di limitate dimensioni, ma che con ogni probabilità costituisce lo studio per il quadro dipinto poco tempo dopo (ibid., p. 163).
In seguito ai rivolgimenti politici del 1849 il F. si rifugiò a Tivoli, ove continuò a dipingere nel silenzio della campagna.
Nel 1850 era di nuovo a Parma, dove eseguì una Veduta del paese di Berceto per Carlo III di Borbone; al sovrano dedicò il Castello di Malgrate (1852), che espose con Veduta della Svizzera, Marina e Scena delle Alpi alla personale allestita presso la Pinacoteca di Parma nel 1852.
Già dal 1850 il F. iniziò ad insegnare presso la cattedra di paesaggio dell'Accademia di belle arti di Parma.
È variamente indicato quale "sostituto" del Boccaccio (1850), e "professore aggiunto al paesaggio" presso l'Accademia parmense (Negri, 1850; Id., 1851). Alla morte del Boccaccio, avvenuta in Parma il 5 febbr. 1852, il F. mantenne l'incarico di professore aggiunto non facente parte della sezione dì pittura (Parma, Arch. d. Accademia, Copialettere, 1849-1854, ad annum 1852); il suo nome figura nel fascicolo del personale docente dell'Accademia fino al 1857, anno in cui era sostituto di L. Marchesi che aveva preso il posto di Boccaccio (cfr. Martini, 1858), con una retribuzione annua di lire 600 (Martini, 1858). Dal 1860 il F. è indicato quale professore titolare di paesaggio nei verbali dell'Accademia parmense, e il 30 genn. 1863 partecipò ad una seduta del medesimo istituto, ove è registrato come professore (Arch. d. Accademia, Società d'incoraggiamento, cartella 1863-1864, fasc. I).
Discreto paesaggista e maestro di una schiera di pittori parmensi, il F. partecipò alle esposizioni della Società di incoraggiamento fin dal loro inizio nel 1854.
Nel 1855 il F. fu presente sia a Parma sia a Piacenza ove inviò Bradamante in atto di uccidere il mago Atlante (il dipinto fu vinto per sorteggio da Gaetano Schenoni); il Disastro di Sinope avvenuto il 30 nov. 1853; la Grotta di Posillipo a Napoli; Beatrice di Tenda alla caccia al falco (Parma, Arch. d. Acc., Società di incoraggiamento, cartella 1856; Allegri Tassoni, 1984, p. 538). L'anno successivo l'esposizione della Società si tenne nelle sale dell'Accademia di belle arti e il F. presentò Vaso di fiori, Gruppo d'alberi, Burrasca di mare, quest'ultimo copia da Joseph Rebell, eseguito su commissione di Luisa Maria, duchessa reggente (Arch. d. Acc., Società d'incoraggiamento, cartella 1856).
Documentato con il piacentino Paolo Bozzini, Luigi Marchesi e altri all'esposizione del 1857, il F. inviò una veduta della Campagna di Roma, vinta da Emilio Pizzetti, Frana di Carobbio e l'Arcadia, parte del R. Giardino di Parma (Panini, 1857; Allegri Tassoni, 1984, p. 540). All'esposizione del 1858 figurano del F. Castello di Valmozzola dal vero, Studio di alberi, Veduta di monti dal vero, Burrasca di mare (Esposizione in Parma…, 1858; Esposizione di belle arti…, 1858).
La critica contemporanea, pur riconoscendogli "grande vaghezza di colori" (Gazzetta di Parma, 20 luglio 1855) ed una straordinaria cura nella resa di particolari di fiori e foglie, non manca tuttavia di rimproverargli quella "esagerazione del bello o del piacevole che confina col falso" e di avere "ingagliardito le tinte" al punto che avrebbe fatto meglio a "lasciare la sua tavolozza ai pittori d'ornamento" (Esposizione di belle arti..., 1858).
Sono questi gli anni migliori della intensa attività pittorica del F., che all'esposizione del 1859 inviò Chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, tre Vedute di paese, Vaso di fiori, cui seguirono alcuni quadri di marine e aurore. Fra questi è quella Scena delle Alpi premiata il 16 dic. 1860, vinta dal Comune dì San Secondo (Allegri Tassoni, 1984, p. 544). Oltre a quel quadro il F. ne aveva inviati altri sei, come risulta dall'elenco allegato alla lettera alla Società e precisamente Tramonto nei dintorni di Neviano, Un mattino nei dintorni di Neviano degli Arduini, quattro Paesaggi (Parma, Arch. d. Accademia, Società d'incoraggiamento, cartella 1860).
Nel 1862 espose Veduta del Lago Santo (vinto dal Comune di Monticelli d'Ongina; Allegri Tassoni, 1984, p. 545) e nel 1863 partecipò all'esposizione triennale dell'Accademia bolognese con Veduta del monte di Campora nel Parmense, mentre a Parma inviò, oltre a questo dipinto, Studio delle colline di Neviano degli Arduini, Studi d'alberi dal vero, Erbaggi, Fiori, Malve e rose (Parma, Arch. d. Accademia, Società d'Incoraggiamento, cartella 1863-1864, lettera del F. in data Parma 4 giugno 1863) cui seguirono Veduta di uno stagno e due Canestri con fiori (Elenco delle opere d'arte, 1863).
Nel 1865 furono invece esposti Paesaggio dal vero, vinto dal collegio "Maria Luigia" di Parma e Colosseo. L'anno successivo inviò due Paesaggi (Allegri Tassoni, 1984, pp. 549 s.).
In occasione delle nozze celebrate a Torino fra il principe Amedeo di Savoia e Maria Dal Pozzo della Cisterna (1867) il F. eseguì un disegno di paesaggio per l'album di poesie che il Comune di Parma donò ai principi. All'esposizione del 1867 il F. inviò Un agguato, Monteggiano, Studio dal vero; nel 1868 Temporale; nel 1869 Paesaggio e Bosco dal vero (questi ultimi vinti rispettivamente dai Comuni di Polignano e di Salsomaggiore; cfr. Allegri Tassoni, 1984, pp. 551 ss.). Il F. partecipò nel 1870 a Parma alla Mostra italiana di belle arti con Ortaglie, Le rive di Caneto, Un agguato (cfr. Catalogo delle opere esposte nella mostra italiana di arti belle..., Parma 1870, n. 630, p. 34; n. 649, p. 36; n. 665, p. 37). Rive di Caneto fu presentato anche all'esposizione della Società d'incoraggiamento (1871; Allegri Tassoni, 1984, p. 554; si conserva presso il palazzo comunale di Fornovo Taro) insieme con un'Alba (vinta dal Comune di Castell'Arquato; ibid.). Appennino, esposto nel 1874, fu vinto dal Comune di San Lazzaro (Piacenza).
Per l'esposizione del 1879 inviò Paesaggio alpestre (vinto dal ministero d. Pubblica Istruzione), per quella del 1882 Merciaio ambulante e nel 1887 Nel bosco (vinto dal Comune di Soragna); in quest'ultima compare anche il figlio Enrico (Allegri Tassoni, 1984, p. 560).
Accanto al genere del paesaggio monumentale praticato dall'austriaco Joseph Rebell (1786-1828) il F. procedette sulla linea avviata dal suo maestro, il Boccaccio, pur non rifiutando le eleganze pittoriche proprie di Giuseppe Drugman soprattutto dopo il soggiorno romano e lo studio delle opere di Gaspard Dughet e Claude Lorrain.
A parte l'attività didattica svolta dal F. presso l'Accademia di belle arti di Parma, studiosi locali lo citano fra i docenti del collegio "Maria Luigia" e delle orsoline di Parma, nonché fra quelli dell'istituto "Tardiani" (Allegri Tassoni, 1952; Godi, 1974, p. 68). Non si hanno invece puntuali notizie riguardo una sua presunta attività nel settore delle litografia.
Il F. morì a Parma la notte tra il 2 e il 3 ott. 1888.
Della maggior parte delle opere del F., per lo più disperse in collezioni private (alcune furono esposte alla Mostra Seconda del 1936), non si conosce l'esatta ubicazione.
Tra i pochi dipinti conservati in raccolte o edifici pubblici si ricordano, oltre a quelli menzionati nel corso della voce, Veduta dell'Enza, Veduta del castello di Montechiarugolo (Parma, Galleria nazionale), Bivacco di bersaglieri, Interno del Colosseo con bersaglieri (1868), Cortile rustico, tutti e tre di propr. dell'istituto statale d'arte "P. Toschi" di Parma (cfr. Parma, Arch. d. Accademia di belle arti, Ricognizione inventariale, ms., aprile 1948).
Fonti e Bibl.: Parma, Archivio d. Accademia dì belle arti, Copialettere 1849-1854, ad annum 1852; Ibid., Atti accademici 1853-1857, cc. 386 s.; Ibid., cartella 1856, I, fasc. Nota personale per corredo del mandato degli stipendi della Reale Accademia...; Ibid., Società d'incorgggiamento, cartella 1856, fasc. Esposizione in Parma: lettera del F., in data Parma, 20 giugno 1856; ibid., cartella 1857, fasc. Esposizione dei lavori di arti belle; Ibid., Copialettere, 1859-1862, ad annum 1860; Ibid., Società di incoraggiamento, cartella 1860, fasc. novembre 1860: lettera del F., in data Parma, 25 nov. 1860; ibid., fasc. Nomina della Commissione d'arte; Ibid., Società di incoraggiamento, cartella 1861-1862; Ibid., Società di Incoraggiamento, cartella 1863-1864, fasc. I, Esposizione e premi, lettera del F. in data Parma, 4 giugno 1863; Ibid., Esposizione nazionale di opere di belle arti in Parma. Registro d'iscrizione delle opere, ms., nn. 121, 122, 123; Ibid., Ricognizione inventariale al 30 giugno 1948, ms., aprile 1948, nn. 6114, 6120, 483; Parma, Soprintendenza ai Beni artistici e storici, E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di belle arti parmigiane, ms. [fine sec. XIX], vol. IX, c. 128; Il Giardiniere, 23 maggio 1846; G. Negri, Il Parmigiano istruito nelle cose della sua patria, Parma 1850, pp. 142, 145; Idem, ibid. 1851, pp. 22 s.; L. Isola, Intorno a' quadri del paesista E.F. ora esposti nella R. Pinacoteca, in Gazzetta di Parma, 13 luglio 1852; G. Negri, Il Parmigiano, istruito nelle cose della sua patria, Parma 1852, pp. 63s., 66 s., 69; Gazzetta di Parma, 31 maggio; 20 luglio e 27 luglio 1855; 17 luglio 1856; 18 ag. 1857; Esposizione di belle arti nella R. Pinacoteca, ibid., 30 sett. 1857; G. Panini, Estrazione de' premi fattasi dalla Società di incoraggiamento..., ibid., 19ott. 1857; X., L'esposizione di belle arti nelle sale della R. Accademia in Parma, in L'Annotatore, 10ott. 1857; P. Grazioli, Esposizione delle opere belle arti fatta nel settembre 1858 nella R. Accademia di Parma per cura della Società di incoraggiamento, Parma 1858, nn. 12, 14, 22 s., p. 9; Esposizione in Parma nella Galleria della R. Accademia, in Gazzetta di Parma, 18 sett. 1858; F. G., Esposizione in Parma nella R. Galleria della R. Accademia, 22-28 sett. 1858; P. Martini, Atti della R. Accademia parmense di belle arti, Parma 1858, p. 43; C. I., Belle arti, in L'Annotatore, 15-29 ott. 1859, p. 170; C. I., I.S.R., Botta risposta al signor E. F. che dipinge la natura, ibid., 31 dic. 1859, pp.205 s.; A. Billia, Lettera sull'esposizione, in Gazzetta di Parma, 4-10 dic. 1860, p. 1248; Annuario dell'Istruzione pubblica per l'anno scol. 1860-1861, Torino 1861, p. 282; P. 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