ERMIPPO di Smirne (o il peripatetico)
Scolaro di Callimaco (per cui fu anche chiamato il Callimacheo), fiorì circa il 200 a. C. Egli seguì l'opera del maestro scrivendo le vite degli uomini illustri (Βίοι τῶν ἐν παδείᾳ διαλαμψάντων) o trattandone singolarmente o aggruppandoli secondo le loro attività. Lo scritto Sugli schiavi che si distinsero negli studî pare sia da attribuire al suo omonimo E. di Berito, contemporaneo di Adriano. Inoltre compilò cataloghi delle opere degli scrittori (ad es., quello di Teofrasto, di Zoroastro) e tramandò i testamenti dei peripatetici. Ma si allontanò dal maestro nel metodo di lavoro dacché inserì nelle sue biografie aneddoti e falsificazioni con grave danno della storia letteraria, perché l'opera di E. ebbe larga diffusione. Esempio tipico anche per i suoi criterî di storico è la biografia di Pitagora, che nel suo razionalismo vuole essere la confutazione di quella scritta da Eraclide con intento mistico e narrante fatti miracolosi. Si crede che E. abbia scritto anche un poemetto di Fenomeni.
I frammenti in Müller, Fragm. Histor. Graec., III, 35-54; A. Lozynskí, Herm. Smyrn. peripat. fragm., Bonn 1832.
Bibl.: L. Preller, in Jahrb. f. Philol., XVII (1836), pp. 159-184; F. Nietzsche, De Laert. Diogen. fontibus, II, in Rhein. Mus., XXIV (1869), pp. 91; 189; F. Susemihl, Gesch. d. gr. Lit. in d. Alexandrinerzeit, I, Lipsia 1891, p. 492 seg.; F. Leo, Die gr.-röm. Biogr., Lipsia 1901, p. 124 segg.; H. Diels, in Berl. Klassikertexte, I (1904), XXXV segg.; W. Crönert, Kolotes u. Mened., p. 3 seg.; Christ-Schmid, Gesch. d. gr. Litt., 6ª ed., II, p. 54; Körtge, in Dissert. Halens., XIV, p. 274 seg.; Heibges, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, coll. 845-54.