Poeta e orientalista statunitense (Salem, Massachusetts, 1853 - Londra 1908). Nel suoThe Chinese written char acter as a medium for poetry (1918), nella lettura proposta dell'ideogramma cinese, inteso come lingua-natura, confluisce una linea di pensiero che dal tempo del missionario gesuita M. Ricci sino a Leibnitz e all'illuminismo francese è stata centrale nel dibattito e nell'assimilazione della cultura cinese in Europa, e che F. riattualizza individuando nell'ideogramma la possibilità di assolvere a una funzione nuova: fungere da lingua-modello per la poesia d'Occidente.
Laureatosi in filosofia alla Harvard Univ. nel 1874, nel 1878 si trasferì in Giappone, dove insegnò filosofia ed economia politica all'univ. di Tokyo, fu consigliere artistico del governo giapponese, si interessò al teatro Nō (come testimonia il volume post., a cura del suo erede letterario E. Pound, e con introduzione di W. B. Yeats, Certain noble plays of Japan, 1916, trad. it. 1961) e seguì corsi di filosofia, storia e letteratura cinese tenuti dai sinologhi Kamen Mori e Nagao Ariga, raccogliendo materiali che sarebbero stati utilizzati nelle poesie di Chatay, pubblicate e reinventate da E. Pound (1915; trad. it. 1959). Ritornato negli USA, fu curatore di arti orientali al Fine arts museum di Boston (1890-97). Ancora in Giappone (1897-1900), oltre a insegnare letteratura inglese, approfondì ulteriormente lo studio della poesia, della pittura e del pensiero cinesi, alla cui diffusione si dedicò negli ultimi anni della sua vita, con una intensa attività di conferenziere negli USA e in Europa.
Il saggio The Chinese written char acter as a medium for poetry, edito da Pound in rivista (1918) e ristampato in vol. nel 1936 (trad. it. 1960), in cui si propone la lingua scritta cinese come ideale per la poesia, è un documento significativo di una tentata sintesi tra la cultura occidentale e quella orientale e rivela inoltre l'assimilazione di certi postulati del pragmatismo di Ch. S. Peirce.