BADINI, Ernesto
Nacque il 14 sett. 1876 a Milano, ove compì i suoi studi al conservatorio Giuseppe Verdi. Esordì a Pavia con il rossiniano Barbiere di Siviglia e per qualche tempo si dedicò al repertorio tradizionale, interpretando con successo opere di P. Mascagni, G. Puccini e G. Verdi: Cavalleria Rusticana, Bohème, Traviata, Amico Fritz e Rigoletto. La sua carriera, che era iniziata in un teatro di provincia, progredì poi rapidamente portandolo nei più famosi teatri del mondo. Fu in America al Teatro Colón di Buenos Aires nel 1908 ottenendo un notevole successo; si recò in seguito nel Cile dove mise in luce le sue non comuni qualità. Dotato di un temperamento musicale intelligente e sensibile, ma di una voce di volume limitato, comprese che non avrebbe potuto dedicarsi per sempre al repertorio drammatico; poiché conosceva l'opera buffa e tutte le parti di baritono brillante, più congeniali alla sua natura, approfondì questo repertorio facendo di ogni sua interpretazione una creazione nuova e originale. Dopo aver fatto parte della compagnia di P. Cesari, nel 1908 fu scelto da Tullio Serafin come interprete di Beckmesser ne IMaestri Cantori di Norimberga,in allestimento al Teatro Dal Verme di Milano. Studiò la parte con grandissimo impegno sotto la guida del maestro P. Sormani e ne fece una delle interpretazioni che lo resero famoso. Ma il suo più grande trionfo, quello cui forse resta legata la sua fama, fu l'interpretazione di Ford nel Falstaff,dato al Teatro Regio di Parma nel 1913.
In questo ruolo diede prova di tutta la sua intelligenza artistica creando un personaggio vigoroso in cui astuzia, ironia e bonarietà erano fuse in una caratterizzazione geniale dominata dal buon gusto. Ed è doveroso ascrivere a suo merito la virtù, talvolta rara anche negli interpreti più acclamati, di saper dosare la caratterizzazione dei personaggi senza indulgere ad atteggiamenti caricaturali o ad un umorismo di bassa lega. La sua natura sensibile e arguta favorì l'interpretazione di caratteri ironici, beffardi e sarcastici che rappresentò sempre con perfetto equilibrìo scenico e vocale. La sua comicità fu sempre sobria e animata da un profondo senso di responsabilità verso il ruolo da rappresentare.
Divenuto celebre in breve tempo, fu disputato dai maggiori teatri italiani e ovunque si rivelò intelligente animatore sia nella ripresa di vecchie opere comiche, come nella creazione di nuovi personaggi. Per la sua profonda serietà professionale ebbe la stima di A. Toscanini che gli fu prodigo di consigli e di lodi. Morì a Milano il 6 luglio 1937.
Dal 1918fino a poco prima della morte si esibì in tutti i più grandi teatri d'Italia e di Europa. Fu ottimo interprete delle opere di G. Rossini, G. B. Pergolesi, D. F. E. Auber, G. Puccini e di G. Donizetti. Partecipò alla prima esecuzione di molte opere, tra cui si ricordano: La via della finestra di R. Zandonai (Teatro Rossini, Pesaro 1919), Il Piccolo Marat di P.Mascagni (Teatro Costanzi, Roma 1921), I Compagnacci di P. Riccitelli (ivi 1923),oltre alla prima esecuzione americana di Mese Mariano di U. Giordano (Buenos Aires 1910).
Bibl.: Simplicissimus, Commemorazioni, E. B., in Radio Corriere,Torino, 15-21 ag. 1937, p. 37; A.Della Corte, L'interpretazione musicale e gli interpreti, Torino 1951, p. 558; Encicl. d. Spettacolo, I, coll. 1240 s.