BIONDI, Ernesto
Nacque a Morolo (Frosinone) da Angelo e Eugenia Pistolesi il 30 genn. 1854. Dimostrate buone attitudini all'arte, nel maggio del 1870, ancora semianalfabeta, venne a Roma, dove per alcuni anni, prima di essere ammesso all'Accademia di S. Luca a studiare sotto lo scultore G. Masini, si procurò da vivere facendo vari lavori, sempre con attinenza alle arti (Roux, p. 239).
Esordì con La morte di Antigono, macabro bronzo esposto nel 1885 ad Anversa col titolo L'ultimo re di Gerusalemme. Ben presto, riallacciandosi alla scuola napoletana del tardo Ottocento, la sua arte si orientò verso un verismo plastico abbastanza spontaneo ed efficace, nonostante la tecnica ruvida. Del 1888 sono Povero Cola e Povera gente che testimoniano la sua simpatia per la gente umile; del 1891 un Maialetto, immagine che appare anche nella veristica statua di S. Antonio abate (Roma, collez. priv.). Di diversa impostazione è il S. Francesco (c. 1890), più spiritualizzato e vicino ai modi del Troubetzkoy, presentato all'Esposizione Nazionale di Torino del 1898, al quale seguì una Mater dolorosa.
Dal 1890 al 1899 il B. lavorò a I Saturnali (Roma, Gall. Naz. d'Arte Moderna), bronzo in cui, oltre ad evidenti influssi dei Parassiti di Achille D'Orsi, si nota un attento studio della ritrattistica romana.
Anche in quest'opera mostra di prediligere le scene di gruppo, ma la scena scade troppo nel teatrale, nonostante la validità di alcuni particolari. L'opera tuttavia ottenne il grand prix all'Esposizione parigina del 1900; una seconda versione fu da lì inviata a Buffalo (New York) alla Esposizione Panamericana, dove l'artista sperava di trovare compratori. Il direttore del Metropolitan Museum di New York, il generale L. Palma di Cesnola, gli propose di esporla a New York, ma l'opera venne attaccata per la sua presunta oscenità. Il B. andò a New York e intentò senza fortuna una causa al Metropolitan Museum (The Saturnalia case, in Bulletin of the Metropolitan Museum of Art, I [1905], 1, pp. 6 s.); per denunciare le peripezie occorsegli in America, scrisse un libro, che poi non credette opportuno pubblicare (Sapori, 1921).
Sempre nel 1900 il B. vinse a Parigi il concorso internazionale per il Monumento a M. Montt e A. Varas (inaugurato il 17 sett. 1904 a Santiago del Cile, piazza Montt-Varas). Nel 1901 eseguì, per il palazzo di Giustizia in Roma, il Gaio, in cui i piani si fanno più serrati, forse in virtù del marmo, che il B. lavorava per la prima volta. La tendenza dell'artista ad un linguaggio più essenziale e stilizzato trova in questo periodo una testimonianza nei suoi studi a pastello e a carbone, e soprattutto in quella serie di spettrali "arboree forme contemplative e adoranti" (Sapori, 1920), che sono i Pensierifrancescani (c. 1902). Del 1903 sono Le Marie al Sepolcro, riprese nel Monumento funebre a G. Brenna (1910) per il cimitero di Roma.
Il crescente interesse del B. per i problemi sociali - nelle elezioni del 1903 egli fu accanto ai socialisti in Ciociaria, gli suggerì, dopo una visita al reclusorio di Perugia (1907),Le misere recluse (1908-1911): come il B. stesso scrisse il 1º genn. 1911 al Piccolo della Sera di Trieste, con quest'opera voleva combattere "la vergogna della reclusione". Il gesso fu esposto nel 1911 nella Galleria d'Arte Moderna di Roma: reputato da taluni, nonostante una certa intima monotonia, il capolavoro del B., non fu mai gettato in bronzo, e non ne restano che alcuni frammenti (Roma, collez. priv.).
Colpito da una paralisi progressiva, il B. morì il 4 apr. 1917 a Roma.
Tra le altre sue opere vanno ricordate, oltre ad una serie di animali e nudini in bronzo, il monumento a Nicola Ricciotti e ai martiri ciociari in Frosinone (inaugurato il 9 ott. 1910: La Gazzetta ciociara, 27 marzo 1961), quello dell'archeologo Fiorelli in Pompei ed infine la statua di Menotti Garibaldi tra Albano e il ponte dell'Ariccia. Per le opere delle quali non è stata data l'ubicazione, sono mancanti dati sicuri.
Bibl.: A. J. Rusconi,E. B. e il monum. per il Cile, in Emporium, XVIII (1903), pp. 75-80; L. Callari,St. dell'arte contemp. ital., Roma 1909, p. 56; O. Roux,Infanzia e giovinezza di illustri ital. contemp., Firenze 1909, II, pp. 223-239; ruscus,Un monum. funebre di E. B., in Emporium, XXXI (1910), p. 239 s.; V. Pica,L'arte mondiale a Roma nel 1911, Bergamo 1913, p. CLVII; F. Sapori, E. B., Torino 1920; A. Colasanti,La Gall. Naz. d'Arte Mod. in Roma, Milano-Roma s.d. (ma 1920), p. 25; F. Sapori,Lettere dello scult. E. B., in La Tribuna, 24 febbr. 1921; S. Vigezzi,La scult. ital. dell'Ottocento, Milano 1931, pp. 66-68; F. Mastrigli,E. B., in Il Lavoro fascista (Roma), 4 apr. 1941; A. Lancellotti,Ricordo di E. B., in Realtà politica (Roma), 10 apr. 1954; G. Celletti,Uomini illustri di Ciociaria,E. B., in La Gazzetta ciociara, 21 febbr. 1954; G. B. Pompi,La figura e le opere di E. B., ibidem, 20 giugno 1954; C.,Solenne celebraz. di E. B. a Frosinone,ibid., 3 febbr. 1955; F. Miele,I diseredati furono protagonisti delle scult. di E. B., in La Giustizia, 24 febbr. 1955; A. Zintu,Nel centenario della nascita di E. B., in Omnia (Roma), maggio-giugno 1955; E. Lavagnino,L'Arte moderna, Torino 1956, pp. 657 s.; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 44 (con ulter. bibliogr.); Encicl. Ital., VII, p. 55.